Lewis Hamilton ne è certo: nel futuro di Max Verstappen può esserci la Mercedes. Il sette volte campione del mondo, che si appresta a salutare proprio la scuderia di Brackley al termine della stagione, ha parlato così sulla possibilità che Verstappen possa firmare per la Mercedes, considerando i diversi malumori (in base a quanto filtra) dell’olandese sulla situazione che si sta vivendo in Red Bull. “Sono già sicuro – spiega Hamilton – che Max Verstappen sia sulla lista Mercedes. Posso anche dire, però, che al momento la sua testa è sul presente e non oltre, anche perché non capisco perché dovrebbe lasciare una macchina così bella. I prossimi sei mesi saranno fondamentali, ma al momento non ho altri scoop da segnalare”.
Mercedes, parla Hamilton: il futuro è targato Verstappen?
Il futuro potrebbe essere Mercedes, ma il presente di Verstappen continua a chiamarsi Red Bull. L’olandese, infatti, al momento non si esprime e non si sbilancia. Sa della forza della sua RB20 e non sembra (almeno al momento) intenzionato a cambiare, come spiegato dallo stesso Hamilton: “Al momento la sua testa è sul presente e non oltre, anche perché non capisco perché dovrebbe lasciare una macchina così bella”.
Nulla è ancora deciso
La possibilità di vedere Verstappen in Mercedes in futuro stuzzica e non poco gli addetti ai lavori. Le parole della scorsa settimana di Jos Verstappen, papà di Max, contro Horner hanno fatto capire il clima che si respira al momento in Red Bull. Sebbene abbiamo assistito solo alla prima gara dell’anno, la pista sembra parlare chiaro: la RB20 va, spinge forte e il feeling di Verstappen è ottimo. A lasciar sperare sul possibile addio di Max, però, oltre all’incontro tra Jos e Wolff, è lo stesso team principal Mercedes che con un “mai dire mai” e, in vista del GP dell’Arabia Saudita di questo fine settimana, con un “tutto è possibile”, continua a lasciare aperta la porta su un possibile approdo del tre volte campione del mondo a Brackley. La situazione è in divenire e non resta che attendere. E chissà che, come ammesso da Hamilton, i prossimi sei mesi non possano essere davvero determinanti.