Piena di colpi di scena la sedicesima tappa stagionale. L’importanza della strategia sul cittadino asiatico ha messo a dura prova team e piloti. Russell, Safety Car e muri di Singapore non intimoriscono Sainz che fa una gara maestosa in gestione per portare a casa la prima vittoria della rossa di questa stagione. Red Bull non arriva sul gradino più alto per la prima volta quest’anno.
I primi infuocati giri di Singapore
Partenza fiammante di entrambe le Ferrari al via. La scelta della gomma soft ha giovato al monegasco che ha passato Russell prima di curva 1. Brutto start per l’inglese che si fa sopravanzare da Hamilton, lungo poi alla prima curva ma senza perdere la terza posizione, una mossa decisamente di dubbia regolarità. Scelta cauta da parte di Red Bull, entrambe le monoposto sono partite con gomma bianca per cercare di estendere lo stint. Si ricorda che nelle qualifiche di ieri le RB19 sono rimaste fuori dal Q3. L’infuriato Max ha evitato poi la penalità per un impeding al limite del regolamento. Molto male AlphaTauri, fuori al primo giro con Tsunoda come a Monza, sta volta per una foratura a seguito di un contatto con Sergio Perez. Il sette volte iridato ha deciso di ridare la posizione a Norris dopo quanto accaduto al primo giro.
Ferrari in gestione, Verstappen a caccia
In piena gestione entrambi i piloti della rossa. Il team chiede a Leclerc di lasciare più spazio tra sé ed il madrileno al fine di raffreddare al meglio la SF23 nella rovente Singapore. L’ingegnere di Russell gli comunica che starebbero sacrificando il monegasco. Intanto Verstappen gestisce la gomma dura cercando di risalire la china un passo alla volta. Il due volte campione ha guadagnato solo tre posizione nei primi giri.
La squadra chiede nuovamente a Leclerc di mettersi a tre secondi da Sainz, ma il sedici fa notare il rischio di concedere il drs a Russell. Il cavallino poi chiede a Leclerc di lasciarne cinque, confermando la volontà della rossa di portare a casa la prima tappa dell’anno. Decisione ragionevole del muretto vista la facilità nell’innescare l’effetto tappo in un cittadino così stretto.
La safety car innesca la danza dei pit stop a Singapore
Verso il giro venti, tornata vicina alla finestra del cambio delle gomme medie, a Piastri viene comunicata la possibilità dell’arrivo della pioggia. Intanto Logan Sargeant impatta contro le barriere lasciando i detriti dell’ala anteriore in pista. La direzione gara convoca la Safety Car, e Ferrari va per il doppio pit stop: gomma media per entrambe le rosse. Sainz rientra davanti a Verstappen, Leclerc sesto per un pit stop lungo a seguito del traffico in pit lane. Nel frattempo Alonso sbaglia l’ingresso in pit lane andando lungo e rientrando. Penalità di cinque secondi per lo spagnolo.
Riparte benissimo Sainz, con l’indicazione di non andare in fuga. Hamilton sorpassa Leclerc dopo che il monegasco ha bloccato le gomme per evitare di tamponare Norris. Super sorpasso di Russell nei confronti di Verstappen, nettamente in difficoltà vista l’età della gomma. Stesso discorso per Perez, sorpassato da Hamilton il giro seguente. Anche Norris sopravanza Verstappen. Una fase decisamente ostica per le vetture del toro alato.
Sainz minacciato da Russell, Verstappen perde posizioni
Carlos Sainz lotta col cronometro per mantenere Russell a più di un secondo. L’inglese, sulla stessa gomma del leader della corsa, è una serie minaccia per la prima posizione. I due gestiscono al meglio la mescola consapevoli che la gara si vincerà verso la fine. Intanto l’olandese si vede costretto a cedere la posizione prima ad Hamilton poi a Leclerc. A metà gara la Red Bull è sesta e settima. Ennesima sfortuna per il monegasco, costretto a non strafare a causa di una temperatura del motore troppo elevata.
Arriva la lamentela da parte di Max. La sensazione di guidare per trentadue giri con gomma dura è quella di essere sul ghiaccio, a detta del numero uno. Difende la decima posizione con unghie e denti Kevin Magnussen su Gasly. Il danese ha poi un problema che lo costringe a rallentare. Bagarre di fuoco nelle retrovie, con Ocon che sopravanza Alonso.
Il pit stop di Red Bull e le fasi finali
Lotta Perez per difendersi da Ocon, ma nulla può nei confronti dell’Alpine. Anche Alonso sorpassa il messicano, che rientra ai box al giro quaranta. Monta la gialla anche Verstappen, rientrato quindicesimo col compagno in ultima posizione. A venti giri dalla bandiera a scacchi Sainz, Russell, Norris, Hamilton e Leclerc ricoprono la top 5. Arriva un altro colpo di scena: Ocon parcheggia la macchina in pista al giro 43 e costringe la direzione ad innescare la virtual safety car. Mercedes decide di fare un doppio pit stop per montare alle freccie nere gomma gialla. Rientrano quarta e quinta a tredici secondi da Leclerc. Finale al cardiopalma a Singapore.
Gara da dimenticare per Alonso, che dopo un lunghissimo pit stop finisce lungo per poi rientrare ultimo. Nel frattempo il muretto dice a Sainz di aumentare il passo per scongiurare l’insidia Russell. Verstappen sopravanza Lawson per l’ottava posizione.
Gli ultimi dieci giri al cardiopalma della gara di Singapore
A dieci giri dal termine Russell raggiunge Leclerc. Il destino di Sainz è nelle mani del compagno. L’inglese col numero 63 passa in poche curve, ed Hamilton replica. Si ritira anche Bottas a pochi giri dal termine. Sainz le prova tutte per tenere lontano Russell, concedendo il drs a Norris per guadagnare centesimi preziosi. Russell ci prova su Norris, che si difende meravigliosamente dal primo tentativo di sorpasso. Fantastico Sainz che concede nuovamente il drs all’inglese nonostante quest’ultimo avesse perso tempo nella difesa. Assurdo alle ultime curve: Russell finisce a muro colpendo il lato della pista in staccata. Sainz vince la gara come un campione davanti a Norris ed Hamilton.
Leclerc precede Verstappen. Gasly è davanti a Piastri, Perez e Lawson. Magnussen chiude la top 10. Albon e Zhou sono davanti ad Hulkenberg e Sargeant. Alonso è l’ultimo di quelli che hanno tagliato il traguardo. Russell, Bottas, Ocon e Tsunoda ritirati. Stroll non ha partecipato al gran premio dopo l’incidente di ieri.