Si conclude anche l’ultima sessione di prove libere in vista del week-end ungherese. Ultimi accorgimenti effettuati sulle vetture e adesso per tutti i team la testa è solo alle qualifiche. Vediamo quindi cosa ci hanno regalato le FP3 in Ungheria.
FP3, brilla la McLaren in Ungheria, Verstappen regge il colpo
Al comando della classifica troviamo le due McLaren. Lando Norris (1’16″098) precede il suo compagno di squadra Oscar Piastri per 44 millesimi. La vettura britannica sembra nettamente la migliore vettura in pista. Il tanto carico aerodinamico della MCL38 sta dando i suoi frutti, e la macchina color papaya sembra fluttuare tra le tornate dell’Hungaroring. Segue come sempre Max Verstappen. L’olandese cerca di massimizzare il risultato per una Red Bull in palese difficoltà. La scelta di ritornare ad una vecchia filosofia potrebbe aver pagato, ma al momento non sembra abbastanza per attaccare questa McLaren.
Ferrari e Mercedes indietro: ci si gioca tutto nelle qualifiche
Più distaccate rispetto ai tre piloti sopra menzionati le due Ferrari e le due Mercedes. Le frecce d’argento si posizionano in quarta con George Russell ed in decima con Lewis Hamilton. Inoltre il sette volte campione del mondo conclude la sua sessione con un testacoda. Le Rosse, invece, fanno quinta con Carlos Sainz ed undicesima con Charles Leclerc. Come successo nella giornata di ieri, il monegasco non riesce a chiudere un giro pulito con la mescola più morbida. In generale, la scuderia di Maranello potrebbe essere addirittura scesa a quarta forza del campionato.
Aston in crisi, bene Haas ed RB. La situazione dietro
Chiudono la top 10 Daniel Ricciardo in P6, Alexander Albon in P7, Nico Hulkenberg in P8 e Yuki Tsunoda in P9. Buona prestazione fino ad ora sia della VCARB che della Haas, che potrebbero sorprendere in questa qualifica. Deludono le Aston Martin nonostante gli aggiornamenti, con Alonso e Stroll rispettivamente in P14 e P15. Anche Sergio Perez ancora dietro con l’altra Red Bull in P13. L’appuntamento è alle 16:00 con le qualifiche del GP d’Ungheria.
Articolo di Francesco Orlando