Il prossimo 13 dicembre potrebbe rappresentare un momento cruciale per la FIA e per il motorsport. Il presidente Mohammed Ben Sulayem, è al centro di una controversia legata alla proposta di modificare gli statuti della FIA per accrescere il proprio controllo su comitati fondamentali come quelli di revisione contabile ed etica.
Le modifiche, riportate dalla BBC, prevedono che il potere di supervisionare i reclami etici e le indagini finanziarie passi esclusivamente al presidente della FIA e al presidente del Senato, Carmelo Sanz De Barros. Questo eliminerebbe l’indipendenza degli attuali comitati, riducendo la possibilità di indagini imparziali su eventuali cattive gestioni o comportamenti discutibili.
Un’accumulazione di potere senza precedenti
Tra le proposte più controverse c’è la rimozione della capacità del comitato etico di condurre indagini autonome. Ora, ogni reclamo verrebbe prima valutato dal comitato etico ma, per proseguire, dovrebbe essere approvato dal presidente del Senato o dallo stesso Ben Sulayem, nel caso riguardasse il Senato. Inoltre, solo il presidente del Senato potrebbe autorizzare indagini finanziarie, limitando di fatto il lavoro del comitato di revisione contabile.
In pratica, Ben Sulayem e Sanz De Barros avrebbero la possibilità di decidere il destino l’uno dell’altro in caso di reclami etici. A ciò si aggiunge il controllo esclusivo del presidente FIA sulla nomina del capo del comitato etico, eliminando qualsiasi ruolo del Senato o del compliance officer, una figura già rimossa di recente.
Un anno turbolento per la FIA
Queste proposte arrivano in un momento in cui la FIA è già scossa da profonde tensioni interne. Negli ultimi mesi, molte figure chiave hanno lasciato l’organizzazione, tra cui Natalie Robyn (ex CEO), il compliance officer Paolo Basarri, il direttore sportivo Steve Nielsen, lo storico steward Tim Mayer e Niels Wittich, ex direttore di gara. Anche il capo del comitato di revisione, Bertrand Badre, e il suo collega Tom Purves sono stati licenziati dopo aver sollevato dubbi sulla gestione finanziaria e sulle pratiche del presidente.
Ben Sulayem è stato inoltre oggetto di accuse per presunte interferenze in due GP del 2023 (Arabia Saudita e Las Vegas), accuse respinte dopo un’indagine del comitato etico. Tuttavia, preoccupano altri episodi, come la creazione di un “fondo presidenziale” da 1,5 milioni di dollari per finanziare club automobilistici con diritto di voto nelle prossime elezioni FIA.
Le implicazioni per il futuro
Se approvate, queste modifiche limiterebbero drasticamente la possibilità di indagini indipendenti all’interno della FIA, concentrando un enorme potere decisionale nelle mani di Ben Sulayem e del presidente del Senato. Questo accentramento rischia di scoraggiare eventuali “segnalatori” – persone interne all’organizzazione che denunciano attività irregolari o illecite. Senza strumenti per garantire indagini imparziali, si potrebbe creare una bolla dentro la quale Ben Sulayem sarebbe ben protetto.
In un momento in cui il motorsport richiede trasparenza e fiducia, queste proposte sembrano rappresentare un passo indietro. La votazione del 13 dicembre sarà determinante non solo per il futuro della FIA, ma anche per il messaggio che il motorsport intende dare a tutto il mondo.