Per capire cosa sia successo a Silverstone, in cui la Ferrari non è andata oltre la nona e la decima posizione, c’è di mezzo un obiettivo chiaro e tondo da parte di Liberty Media, legato allo spettacolo. Può sembrare assurdo, e questo è vero, ma mai come in questa stagione si può passare – come nel caso della squadra di Maranello – dall’essere per distacco la seconda forza in pista, a diventare la quarta nell’arco di sette giorni.
È sempre questione di decimi… è la nuova Formula 1
Gli esempi lampanti sono proprio sotto i nostri occhi: Austria e Gran Bretagna. Due piste diverse, in cui la stessa SF-23 ha assunto comportamenti molto differenti. Sul tracciato di Silverstone, si possono incolpare diverse cose, cercare – praticamente come si fa sempre quando non si ottengono alcuni risultati – il grande colpevole del weekend, che volendo potrebbe esser la strategia. Forse il primo vero errore da quando Vasseur è team principal della Ferrari. Fermare Leclerc troppo presto, come ammesso anche dal monegasco, è stata una scelta che non ha pagato – e questo è evidente – ma è anche troppo facile parlare col senno di poi. La verità, in realtà, sembra esser molto chiara: è una Ferrari che è mancata di passo e che, indipendentemente dalla scelta strategica, non avrebbe potuto ambire a un risultato maggiore rispetto a quello ottenuto.
Ferrari, Silverstone da dimenticare ma bisogna osare
Ferrari esce da Silverstone come quarta forza. Sorprende senza dubbio la potenza della McLaren e il netto passo indietro dell’Aston Martin – forse la grande delusione del fine settimana britannico. Una cosa sembra esser certa: stabilire delle gerarchie tra i team, eccezion fatta per la vetta in cui c’è solo ed esclusivamente quel numero #1, pare impossibile. In Ferrari però, una cosa bisogna chiederla, ed è relativa alla possibilità di poter ogni tanto saper rischiare. La soft, nonostante il venerdì – come ammesso da Vasseur nel post GP – non avesse dato grandi speranze visto il degrado, poteva esser utilizzata come gomma da gara. Non si sarebbe fatto molto di più, perché il problema alla base è relativo alla prestazione in sé della vettura, ma proprio per questo si poteva ‘osare’ – soprattutto guardando come la stessa soft funzionasse molto bene sulle altre vetture.
Ultimo stop prima di un’altra doppietta
Dopo la settimana di pausa si vola in Ungheria, su una pista in cui ci si aspetta una SF-23 sicuramente più veloce rispetto a quella vista in Inghilterra, in cui non bisogna aver paura.