Dietro la vittoria del titolo di McLaren c’è anche un italiano: Andrea Stella. L’ingegnere, originario di Orvieto, è diventato team principal della scuderia inglese all’inizio della scorsa stagione. Stella ha sicuramente il merito di aver raccolto quanto di buono fatto negli anni precedenti e di aver trasformato la squadra in un team in grado di competere per la vittoria. Un trionfo, quindi, arrivato da lontano.
Abu Dhabi per Stella è la tappa di un percorso più lungo: McLaren vincente ed è solo l’inizio
Il titolo costruttori mancava in casa McLaren dal 1998. Piloti: Mika Hakkinen e David Coulthard. Team principal: Ron Dennis. Ora, però, al suo posto è seduto Andrea Stella, che da quasi dieci anni ormai lavora per lo storico team inglese. Dieci anni, proprio quando McLaren si trovò all’inizio di un calvario pesante. L’inizio dell’era turboibrida, infatti, fu un assoluto disastro. Nonostante i buoni propositi di una partnership ritrovata con Honda, i risultati furono del tutto deludenti. Tralasciando il primo anno, il 2014, corso ancora con i motopropulsori Mercedes, le stagioni successive videro in continuo affanno il team di Woking. Nel 2015 Andrea Stella era appena arrivato nel team inglese, passato dalla Ferrari con Fernando Alonso nel ruolo di ingegnere di pista proprio di quest’ultimo.
Risultati, come detto, pessimi. Macchina e scuderia con pochissimi sponsor. Parte così una ricostruzione lentissima, che vede per anni McLaren distante dai top team come Mercedes, Ferrari e Red Bull. Anche Alonso abbandona McLaren, ma Andrea Stella rimane. Il tempo gli dà ragione. L’ingegnere orvietano partecipa con successo alla rinascita tecnica e sportiva della storica scuderia inglese. Torna il colore Papaya, come le macchine dell’epoca di Bruce McLaren, grande pilota e fondatore del team nel 1963. Nel 2019 arriva pure Lando Norris che, insieme a Carlos Sainz, cominciano a portare già qualche risultato soddisfacente. Nel GP del Brasile dello stesso anno arriva il podio di Sainz, mentre nel 2021 è Daniel Ricciardo a riportare la scuderia inglese al successo nel GP di Italia.
I cambi regolamentari del 2022 però non sorridono a McLaren. Bisogna ricominciare, ancora, e, soprattutto, a rimettersi in discussione. Un anno dopo la situazione pare compromessa, con entrambe le vetture che nel primo GP della stagione occupano il fondo della griglia. Nel frattempo però Andrea Stella è diventato il nuovo team principal. L’orvietano chiede pazienza, perché la squadra sa su cosa lavorare ed i risultati arriveranno. Promessa ampiamente mantenuta, tanto che arriva anche la vittoria di Piastri nella sprint race del Qatar. Quest’anno, però, la consacrazione. Con Abu Dhabi fanno sei vittorie e il campionato costruttori. Un risultato che, come detto, viene appunto da tanto lontano.
Andrea Stella si complimenta con gli avversari: “due team che hanno corso da campioni”
A congratularsi con Stella è stato anche Fernando Alonso, dichiarando che “ciò che Abu Dhabi ci ha tolto nel 2010 glielo ha ridato oggi”. Lo spagnolo si riferisce a quando, ancora in Ferrari, entrambi persero il mondiale all’ultima gara contro la Red Bull di Sebastian Vettel, dopo essersi impanati nella scia della Renault di Petrov. Ora però siamo in un altro capitolo di questo bellissimo libro chiamato Formula 1. McLaren e Andrea Stella hanno vinto contro Ferrari.
Una battaglia, tra le due scuderie, che continua a riproporsi nelle varie ere di questo sport. Così Stella ha voluto commentare questo prestigioso confronto. “Ferrari e McLaren. Credo non ci fosse molto da scegliere. Alla fine è stata una questione di pochi punti e di qualche dettaglio qua e là. Due team che hanno operato e corso da campionato del mondo. Alla fine il vincitore è solo uno, la dura legge di questo sport. Entrambi avrebbero meritato. Quindi complimenti a Fred (Vasseur), complimenti a Ferrari. Anche ai piloti, di classe cristallina anche oggi. Io di Leclerc che partiva ultimo non mi fidavo e lo ha dimostrato”.
Un risultato, come detto, arrivato da molto lontano. Reso possibile grazie a una visione a lungo termine da parte di chi nelle persone del team ci ha sempre creduto. “Questo non è il lavoro di un giorno, è un investimento che si fa intorno alle persone. Io lavoro in McLaren da dieci anni e ho potuto beneficiare da team principal di questo investimento fatto negli anni. In McLaren abbiamo riflettuto nel creare una mentalità vincente, creare una resilienza emotiva. È una giungla e ci sono dei picchi in questo sport che si sopportano solo se la pelle è spessa. Mentre stavo in mezzo al team ho pensato a quanti passi in avanti sono stati fatti per arrivare a questo risultato. Per me un momento emblematico è stato l’ultimo pitstop: lì c’era tutta una stagione ed è stato uno dei più veloci”.