L’ex direttore e Team Principal di Carlin Racing riflette sul percorso del pilota, prima e durante la sua esperienza in Formula 1, sottolineando come abbia sempre visto in Carlos Sainz un potenziale campione del mondo.
Sono passati sette anni da quando Carlos Sainz stava ancora facendo il suo percorso prima di arrivare in Formula 1. Ma Trevor Carlin, proprietario e Team Manager all’epoca di Carlin Motorsport, dove Carlos correva in F3 a soli 17 anni, non ha dimenticato il carattere e la tenacia dello spagnolo, come ha scritto nella sua rubrica su Autosport.
Un carattere che senza dubbio ricorda molto quello di suo padre, Carlos Sainz Sr, una leggenda del motorsport, tre volte campione del mondo di rally, che all’età di 61 anni ha conquistato il suo quarto Dakar Rally l’anno scorso. L’ombra del padre si proietta sul giovane pilota, sicuramente applicando una pressione non banale, ma Sainz è riuscito ad affrontarla abilmente e a trasformarla sempre a suo vantaggio anche nelle categorie di formazione per la Formula 1.
“Quest’anno, Carlos sta seguendo molto da vicino le orme di suo padre, dimostrando di avere ciò che serve per stare al passo con i migliori. Se continuerà con l’attuale andamento, lascerà che siano le sue azioni a parlare più forte delle parole, lasciando al suo saggio padre le trattative per un posto di guida di alto livello in F1 per il 2025.“
Trevor Carlin su Autosport
Carlin ricorda vivamente Monza 2012, una gara completamente trasformata dalla pioggia torrenziale, che ha reso necessario un lavoro di squadra impeccabile durante i pit stop, poiché segnava il debutto delle pistole per il cambio gomme. Il team aveva esecutato il pit stop del pilota alla perfezione, una prestazione che Carlos ha saputo massimizzare per conquistare quel giorno la vittoria.
Mclaren e il “filo invisibile” con Lando Norris
Parlando di lavoro di squadra, intrinseco allo spirito del pilota, si pensa automaticamente all’era McLaren di Carlos. Secondo Andrea Stella, attuale Team Princiapal di McLaren, il team papaya ha tratto vantaggio dalla mentalità e dall’etica lavorativa instillate da Carlos durante il suo periodo a Woking, contribuendo ai risultati che oggi osserviamo nella squadra inglese.
C’è una teoria, quella del “filo invisibile”, che sembra collegare le persone in fasi diverse della loro vita. Nel caso di Carlos e Lando Norris, questa teoria è rappresentata dal loro ingegnere di pista, Jose Manuel Lopez García. Inizialmente al fianco di Sainz durante il suo percorso in Formula 3 con Carlin, successivamente la voce guida sulla radio di Lando Norris (anche lui un ex pilota della Carlin) e la sua McLaren, García ha saputo esaltare le capacità di entrambi i piloti anche se in diversi momenti delle loro carriere sportive.
Ultima stagione in rosso
Dopo la McLaren è arrivato il sogno di tutti i piloti (come direbbe Sebastian Vettel) ovvero indossare il rosso Ferrari. Un sogno nel team italiano che terminerà prematuramente con l’arrivo di Lewis Hamilton il prossimo anno. Ma lontano dall’essere demoralizzato, dal cedere, Carlos, con una resilienza simile a quella di suo padre, non solo sopporta la pressione ma la spezza con una vittoria e tre podi in quello che abbiamo visto finora nel 2024.
“Se a Carlos verrà data la macchina giusta, può diventare campione del mondo di Formula 1. Ci credo fermamente,” dice Trevor Carlin, e certamente non si può negare che Carlos stia dimostrando di essere sulla strada giusta per rendere quelle parole realtà.