Carlos Sainz nel corso del Gran Premio di Miami si è trovato a lottare con la McLaren di Oscar Piastri. Lo spagnolo ha tentato più volte di sorpassarlo, per prendersi la posizione. Durante le ultime fasi della gara, dopo il lungo rettilineo finale, in curva 17, il pilota della Ferrari ha tentato il sorpasso finale, ma nel farlo ha urtato l’australiano. Di conseguenza Piastri si è dovuto fermare per sostituire l’ala anteriore ed è scivolato a fondo classifica. Sainz ha invece proseguito la gara, concludendo al quarto posto, subito dietro Charles Leclerc. Nella notte italiana la FIA ha valutato la manovra di Sainz combinandogli una penalità di 5 secondi che ha cambiato l’ordine d’arrivo della gara di Miami. Non solo Sainz è stato penalizzato nel post gara. Altri due piloti, infatti sono stati dichiarati colpevoli.
Sainz furioso per la decisione di non penalizzare Piastri
Come abbiamo detto Sainz e Piastri non hanno avuto solo un faccia a faccia. Prima del contatto infatti, al quarantesimo giro c’è stata un’altra occasione ambigua. Sainz aveva infatti richiesto via radio, più e più volte una penalità per Oscar Piastri, che lo aveva accompagnato fuori pista in un duello serrato. Situazione sulla quale la FIA ha deciso di non prendere provvedimenti. “Mi sorprende che Piastri abbia fatto quello che ha fatto Magnussen, che si è preso 4 penalità – ha detto Sainz al termine del Gran Premio. Piastri non mi ha restituito la posizione e non ha preso penalità. È stato allora che mi sono detto: «se vogliamo giocare così, allora facciamolo». La gara? Penso che avrei potuto vincere: se avessimo aspettato un giro in più avremmo potuto farlo, ma qui si tratta di fortuna o sfortuna. Nel complesso penso che siamo stati veloci per tutta la gara e che dovremmo vedere il lato positivo”.
La penalità per Sainz, che scala in quinta posizione
Il contatto successivo, dunque è stato forse figlio anche di questo mancato provvedimento. Sainz non ha voluto colpire intenzionalmente Piastri, ma avendo perso il posteriore il contatto è diventato inevitabile. Dopo aver chiamato a raccolta degli steward piloti e i rappresentati del team chiamati si è deciso che la colpa dell’incidente fosse di Sainz, ma in misura meno grave rispetto agli episodi che invece hanno riguardato Magnussen. Gli steward hanno affermato che Piastri aveva dato “spazio sufficiente” a Sainz.
Questo ha comportato una penalità di 5 secondi e 1 punto sulla patente dello spagnolo, che da quarto è scalato in quinta posizione, cedendo il posto a Sergio Perez. Piastri, invece ha concluso la gara al 13° posto in seguito all’incidente. Nonostante in partenza avesse avuto un ottimo inizio di gara, rimanendo secondo per diversi giri. Il passo della McLaren era decisamente buono, e lo ha dimostrato soprattutto Lando Norris che a Miami ha colto la prima vittoria in carriera, battendo Red Bull in pista. Piastri, oltre a non avere gli aggiornamenti è stato anche sfortunato nelle tempistiche dell’uscita della Safety. La Ferrari rimanda ora la sfida a Imola dove arriveranno anche i primi aggiornamenti sulla SF-24.
Le altre penalità
Quella di Sainz come abbiamo detto non è stata l’unica penalità arrivata nel post-gara. Infatti la FIA ha condannato altri due piloti, Magnussen e Stroll. A Magnussen era già stata inflitta una penalità di 10 secondi per aver causato una collisione con Logan Sargeant nel corso del Gran Premio di Miami, il cui contatto alla curva 3 ha mandato Sargeant a muro mettendo fine alla gara di casa in Florida. Nel corso della gara, tuttavia è emerso che Magnussen non aveva scontato correttamente la sua penalità durante la gara. La FIA ha quindi indagato a gara conclusa, dando un’ulteriore penalità di 20 secondi (convertita da una penalità drive-through, in quanto non poteva scontarla), facendolo così scendere dalla P18 alla P19 nella classifica ufficiale. In aggiunta a Magnussen sono stati tolti altri 2 punti sulla super licenza.
A Lance Stroll, invece è stata inflitta una penalità di 10 secondi dopo la gara per essere uscito di pista e aver guadagnato un vantaggio. Tuttavia la penalità non ha comportato un cambio nelle posizioni finali del GP, essendo arrivato con un gap superiore dalla vettura che lo seguiva.
Fonte: F1