Sono già passati 30 anni esatti dalla morte di uno dei più celebri campioni della storia della F1: Ayrton Senna. Il 1° maggio 1994 il pilota brasiliano uscì alla curva del Tamburello per la rottura del braccetto di una sospensione e morì poche ore dopo all’Ospedale Maggiore di Bologna. Ma il suo ricordo è indelebile.
Il difficile esordio
Senna debuttò in F1 con la Toleman, nel 1984, a 24 anni, per poi passare l’anno successivo alla Lotus. I giornalisti dell’epoca lo definirono: “il nuovo Gilles Villeneuve”. Ma l’ex ferrarista Clay Regazzoni, fece subito chiarezza :“Pur guidando in modo simile per la forte irruenza, (Ayrton) riesce a controllare maggiormente la vettura. E quest’anno (1985, N.d.R.) è maturato velocemente. L’anno prossimo sarà Senna l’uomo da battere”.
Le previsioni di Regazzoni si rivelarono abbastanza corrette: il 21 aprile 1985, sotto una pioggia torrenziale, Ayrton vinse il suo primo GP a Estoril, in Portogallo. Il pilota lo ricorderà in seguito come: “Il mio Gran Premio più bello”. Durante il triennio alla Lotus (1985-1987) il brasiliano si aggiudicò 16 pole position, ma vinse soltanto 6 GP, poiché la vettura non era del tutto competitiva.
Il 1988 di Ayrton Senna
Nel 1988 Senna passò dalla Lotus alla ben più competitiva McLaren, dove ebbe come compagno di squadra il francese Alain Prost, già due volte campione del mondo. Un’annata costellata da parecchi colpi di scena: a Monte Carlo, Ayrton era in vantaggio di un minuto su Prost, ma sbatté contro una barriera e fu costretto al ritiro. A ottobre, alla partenza del GP del Giappone, quando si stava giocando il “match point” per il titolo mondiale fra Prost e Senna, quest’ultimo andò nel panico. Il brasiliano spense il motore, anziché dare tutto gas. Poco dopo Ayrton si riebbe, ma a quel punto era in quattordicesima posizione. Tentò la rimonta e ce la fece: superati tutti i rivali, e aiutato dalla regola degli scarti, tra lo stupore generale, Senna si aggiudicò il suo primo titolo mondiale.
Nota: la regola degli scarti consisteva nello scartare alcuni dei risultati peggiori ai fini del computo dei punti iridati. Si tenevano in considerazione gli 11 migliori piazzamenti iridati dei vari piloti.

Senna vs Prost e le prime difficoltà
Nel 1989 il titolo fu invece di Prost, davanti a Senna e a Patrese. Nel 1990, Alain andò in Ferrari e la rivalità fra i due ex compagni di squadra raggiunse il parossismo, tra sportellate, vendette reciproche e dichiarazioni velenose a fine gara. Quell’anno fu nuovamente di Senna, davanti a Mansell, mentre Prost arrivò al quinto posto in classifica. Nel 1992 a fine stagione era quarto, mentre esordiva il già brillante Michael Schumacher.
Il re della foresta di Sherwood
Nel 1993 vinse Prost il quarto titolo iridato, superando di un titolo il rivale. Ma quell’anno si verificò anche una delle più incredibili imprese di Senna. Il GP d’Europa di quell’anno si tenne nella piovosa Inghilterra, ma a Donington, nei pressi dell’iconica foresta di Sherwood. Si sapeva già che Ayrton Senna fosse uno dei re più indiscussi del bagnato, ma quel giorno superò anche se stesso. Partì quarto, ma con la pioggia che stava già imperversando sul circuito: sbagliò la partenza, eppure, a due curve dalla fine del primo giro, andò in testa e vinse la gara. Il tutto senza gestire mai le gomme: fece ben cinque pit stop, l’ultimo dei quali per le gomme slick, in quanto le rain erano finite, e facendo il giro più veloce della gara passando per i box!! Sì, perché a un certo punto coi meccanici – forse anche stufi di continuare a rivederlo – non si era capito, e quindi non si fermò ai box, ma ripartì subito. L‘anno dopo la FIA approvò la limitazione della velocità nella corsia dei box. Azione che Michele Alboreto già intraprendeva di sua spontanea volontà e su cui premeva da anni per la sicurezza di meccanici e piloti.
Un weekend nefasto
L’anno dopo Ayrton cambiò scuderia e passò alla Williams, dove operava un giovane Adrian Newey, sperando di tornare al successo. Nei primi due appuntamenti stagionali, in Brasile e in Giappone, Senna partì in testa, ma dovette ritirarsi, e ne approfittò proprio Schumacher.
Il GP di San Marino, terzo appuntamento della stagione 1994, sul circuito di Imola, cominciò molto male. Durante le prove libere Rubens Barrichello andò a sbattere contro le barriere protettive con la sua Jordan, ma fu l’unico a salvarsi quel weekend. Il brasiliano svenne, fu portato in ospedale, ma già l’indomani era nel paddock a guardare gli altri correre. Il giorno seguente, invece, durante le prove ufficiali, l’austriaco Roland Ratzenberger morì dopo aver impattato contro il muro a 314,9 km/h. Sette minuti dopo il trasporto in ospedale con l’elisoccorso.
L’ultima curva di Ayrton Senna
Alla partenza della gara di domenica un altro spaventoso incidente, quello tra JJ Lehto e Pedro Lamy fece entrare in pista la safety car. Poco dopo la ripartenza, la Williams di Senna si schiantò contro il muro della curva del Tamburello. Aveva ceduto il piantone dello sterzo che il pilota aveva richiesto perché la Williams progettata da Newey aveva un grosso difetto: lo spazio fra il volante e la scocca al di sopra di esso era strettissimo. A seguito di due GP trascorsi tagliandosi le nocche delle mani e faticando parecchio, Senna ottenne a Imola il piantone dello sterzo tanto richiesto per avere più spazio di manovra col volante. Purtroppo però questo cedette – forse non era ben saldo – e un braccetto della sospensione volò proprio dentro il casco del pilota. Il campione privo di sensi fu portato via con l’elisoccorso in coma cerebrale: il 1° maggio 1994 alle 18.40 morì, a soli 34 anni, all’Ospedale Maggiore di Bologna. Newey non fu processato perché Senna morì al di fuori del circuito, come previsto dalla discussa legge italiana allora vigente.
Leggendario fu il gesto compiuto immediatamente dopo la morte di Ayrton dal suo amico fotografo Angelo Orsi, di stanza alla curva del Tamburello proprio mentre avveniva il fatale impatto. Sebbene Angelo riuscì a fotografare gli ultimi istanti di vita di Senna, appena tornato a casa bruciò il rullino per rispetto dell’amico.
Tanti modi per ricordare Ayrton Senna
Ayrton, di fede cattolica, pur se di madre evangelica, leggeva spesso la Bibbia, anche più volte al giorno. Sulla sua tomba si legge infatti una citazione tratta dalla lettera ai Romani: “Nada pode me separar do amor de Deus”. Ossia: “Niente può separarmi dall’amore di Dio”.
Ayrton fondò varie associazioni per aiutare il Brasile. Ad oggi numerosi sono gli omaggi da parte di artisti quali Lucio Dalla, Cesare Cremonini, e molti altri. Dalla cantò: “Il mio nome è Ayrton / e faccio il pilota / e corro veloce per la mia strada / anche se non è più la stessa strada / anche se non è più la stessa cosa”. Il mondo della F1 non è più lo stesso senza Senna, ma lui continua a vivere nel cuore di moltissimi tifosi.
Segnaliamo in fine lo speciale di Sky Sport su Ayrton Senna che andrà in onda dalle 13 alle 20 oggi, mercoledì 1° maggio 2024.
Fonti: Rai News; canale YouTube di Naska.