Dalle parole di Mario Andretti il progetto GM-Cadillac comincia a prendere forma. Tanti gli step necessari che l’undicesimo e ambizioso neo team di F1 dovrà affrontare entro il 2026. Tra questi, naturalmente, la scelta riguardante il fornitore delle power unit, che, secondo l’ex pilota italo americano, potrebbe essere Ferrari.
Quali scelte sul tavolo power unit? GM-Cadillac e Andretti puntano Ferrari
Alla fine la possibilità di avere un undicesimo team in griglia si è concretizzata. Dal 2026 General Motors entrerà a far parte del campionato del mondo di Formula 1 attraverso il marchio Cadillac. Le resistenze delle dieci scuderie e di Liberty Media non sono valse a niente. A rimetterci, in parte, è stata la famiglia Andretti, con Michael costretto a fare un passo indietro. Comunque sia, Andretti Global, che prima trainava il progetto in prima linea, non è sparita del tutto. Infatti, la compagine americana fornirà il suo quartier generale di Silverstone alla General Motors. Inoltre, se Michael Andretti per adesso resterà a guardare, il padre Mario è stato nominato ambasciatore e super consulente del progetto.
Proprio da Mario Andretti, campione del mondo di F1 con la Lotus nel 1978, è trapelato qualche dettaglio inerente l’inedita avventura GM-Cadillac in Formula 1. Tra gli indirizzi da prendere c’è la cruciale scelta della Power Unit. Attualmente il panorama motoristico per il 2026 è abbastanza variegato. Mercedes, che avrà dalla sua parte Alpine, McLaren e Williams, e che quindi difficilmente provvederà a prendersi l’impegno di un nuovo team cliente. Honda rientrerà in scena con Aston Martin, Ford comincerà a lavorare sulla power unit di Red Bull e Racing Bulls. Infine, ci sarà Ferrari con la sola Haas come squadra cliente, visto che Sauber diventerà definitivamente Audi anche dal punto di vista motoristico.
Visto le opzioni sul tavolo, Mario Andretti pare già avere le idee più che chiare. “Ne stiamo parlando: non è ancora definito, ma è l’obiettivo“. Andretti vorrebbe far leva sul rapporto mai sopito che lo lega a Maranello. Infatti, l’ottantaquattrenne ha corso per la Rossa nel 1971 e nel 1972, ottenendo tra l’altro la prima vittoria già all’esordio nel GP del Sudafrica. Dieci anni più tardi, Enzo Ferrari lo chiamò per sostituire lo sfortunato Didier Pironi. Andretti contribuì alla vittoria del titolo costruttori, facendo siglare una grande Pole Position a Monza e terminando la gara in terza posizione. “La mia storia con la Ferrari e il mio rapporto con il signor Ferrari hanno un grande peso . Ci sono tanti fattori qui che hanno molto senso. Sarà la migliore soluzione possibile”. Così Andretti sulla possibilità di avere come fornitore Maranello nel 2026.
Una situazione inedita: due anni come team clienti e poi il motore firmato General Motors
Sicuramente, visto il tavolo dei fornitori, Ferrari potrebbe essere la miglior opzione per GM-Cadillac. La riflessione che però tocca avanzare vede una situazione inedita. Il nuovo team americano ha infatti in progetto quello di utilizzare una power unit clienti per le prime due stagioni. Nel 2028, invece, le vetture GM-Cadillac si dovrebbero presentare in griglia con un motore firmato da General Motors stessa. Uno scenario, quest’ultimo, che lascia spazio almeno a due perplessità. La prima è di natura prestazionale: il team si ritroverebbe ad arrancare, salvo miracoli sportivi, nel 2028 con una power unit mai utilizzata, mentre nelle prime due stagioni d’esordio si fregerà di un motore cliente che sicuramente risulterà più competitivo rispetto la futura opzione fatta in casa.
Introdurre una nuova power unit non è così facile, anche tenendo conto del fatto che i regolamenti del 2026 andranno a semplificare la costruzione di quest’ultime. Vediamo però quanto successo a Honda nel 2014: tanti anni disastrosi passati dietro a guasti e imprevisti prima di arrivare ai successi con Red Bull. E poi c’è il caso più recente di Audi. Lo stesso Mattia Binotto ha dichiarato che l’obiettivo è quello di lottare per il mondiale entro il 2030. Insomma, questo sbalzo tra l’essere un team cliente e il diventare nel 2028 un costruttore vero e proprio potrebbe risultare complicato.
Infine la seconda questione: siamo sicuri che a Ferrari possa andar bene? Certo, sicuramente si tratterebbe di un’operazione capace di garantire un ritorno economico parecchio considerevole. Allo stesso tempo, così come per altri possibili fornitori, si tratterebbe di esporre il proprio lavoro motoristico a un costruttore che, parallelamente, ne sta sviluppando uno proprio. In una competizione come la Formula 1, anche questi tipi di accortezza possono contare molto ragionando sul lungo termine. Detto questo, non basteranno certo i momenti di gloria vissuti da Andretti con Ferrari negli anni 70 e 80 per concludere l’accordo. La strada è ancora lunga.
Fonte: Formulapassion.it