Dopo mesi di speculazioni, tensioni e negoziati, l’ingresso di Andretti Global come undicesimo team in F1 sembra finalmente a un passo dalla conferma. Un progetto che, per anni, ha sollevato discussioni e attirato critiche, ma che ora si appresta a cambiare il panorama della massima categoria del motorsport, portando con sé il peso di un nome leggendario e l’ambizione di uno dei colossi dell’industria automobilistica: General Motors.
Un percorso accidentato verso la griglia
Il cammino di Andretti verso la F1 non è stato certo privo di ostacoli. Il primo tentativo di acquisire Sauber nel 2021 si era concluso con un nulla di fatto, spingendo Michael Andretti, figlio del campione del mondo 1978 Mario, a puntare su una nuova squadra da costruire da zero. Il supporto di General Motors e del suo marchio Cadillac nel 2022 aveva dato slancio al progetto, ma la strada si è dimostrata più complessa del previsto.
Nonostante il via libera della FIA, Formula One Management (FOM) aveva inizialmente respinto l’idea di un team Andretti-Cadillac per il 2026, definendo il progetto poco competitivo e non abbastanza vantaggioso dal punto di vista commerciale. Il cuore del problema sembrava risiedere nella percezione che Andretti fosse un outsider, incapace di rispettare gli standard richiesti dalla F1 moderna.
La svolta: il ruolo di General Motors
Il punto di svolta è arrivato negli ultimi mesi, grazie a una serie di cambiamenti strategici. Michael Andretti ha ridimensionato il proprio ruolo operativo, lasciando le redini del progetto al suo partner Dan Towriss, ora proprietario di maggioranza di Andretti Global. Questo cambiamento, unito a un rinnovato impegno di General Motors, ha portato nuova credibilità al progetto. La promessa di un coinvolgimento diretto del colosso americano – che prevede lo sviluppo di un motore Cadillac per il 2028 – ha convinto i vertici della F1 a riaprire i negoziati.
Secondo quanto riportato da fonti autorevoli come Associated Press e RacingNews365, la squadra debutterà nel 2026 come cliente di uno tra Ferrari, Honda o Mercedes per la fornitura delle power unit. Tuttavia, il vero obiettivo è trasformare il team in una scuderia ufficiale a partire dal 2028, con una propria power unit sviluppata da GM.
Un impatto storico per la Formula 1
L’arrivo di Andretti segnerebbe un momento storico per la F1. Sarebbe il primo team americano a unirsi alla griglia dai tempi della Haas nel 2016 e rappresenterebbe una grande opportunità per consolidare la crescente popolarità del campionato negli Stati Uniti. Con tre GP già in calendario – Miami, Austin e Las Vegas – e un pubblico in continua espansione, avere un team “di casa” potrebbe essere il tassello mancante per rendere l’America il nuovo cuore pulsante della Formula 1.
Ma non si tratta solo di marketing. Andretti Global ha già dimostrato di essere pronto dal punto di vista tecnico e organizzativo. Con quasi 300 dipendenti, una base operativa nel Regno Unito e un telaio 2026 già in fase di sviluppo avanzato, il team è determinato a fare sul serio fin dal primo anno.
Le ultime incognite
Rimangono comunque delle questioni aperte. Una su tutte riguarda la fornitura di motori per le prime due stagioni, quando Cadillac non sarà ancora pronta con la propria power unit. Inoltre, resta da capire come verrà gestito il delicato equilibrio tra il marchio Andretti e quello GM/Cadillac nel nome ufficiale della squadra.
Nonostante queste incognite, l’aria che si respira nel paddock di Las Vegas è quella di una fumata bianca imminente. Dan Towriss è stato avvistato nel paddock, impegnato in incontri che potrebbero definire gli ultimi dettagli dell’accordo. Se tutto andrà come previsto, un annuncio ufficiale potrebbe arrivare nelle prossime settimane.