Dopo il GP del Giappone che ha visto tornare a vincere Max Verstappen, la F1 si concede una settimana di “riposo”. I team sono pronti a fare il punto della situazione per l’ultima volta quest’anno, per poi immergersi nel finale di stagione.
Team al limite o oltre la soglia: quattro unità non bastano?
La lotta per un posizionamento migliore in classifica costruttori si è accesa. Tantissimi fattori determineranno il risultato finale: errori del pilota, errori del muretto, penalità. È proprio quest’ultimo aspetto che preoccupa tutti i team. Infatti, tutte le scuderie sono arrivate al limite di power unit utilizzabili (con alcuni che lo hanno addirittura sforato). Tutti continuano quindi a chiedersi se 4 unità siano poche. Discussione che da sempre circola nel paddock e genera molto scompiglio. La FIA dovrà quindi trovare un compromesso per continuare ad avere un approccio sostenibile e, allo stesso tempo, accontentare i team.
Penalità power unit: ecco chi rischia per davvero
Tutti i team, a partire da Red Bull arrivando fino al fondo della classifica, sono a rischio. Quelli che sono già andati oltre il limite di 4 PU utilizzate sono i motorizzati Ferrari, precisamente Zhou ed entrambe le Haas. Si è invece dimostrato più solido il motore Mercedes: i team che montano le componenti tedesche sono arrivati in Giappone con soli 3 motori utilizzati. Per la scuderia di Milton Keynes, invece, è stata usata la quarta power unit proprio nell’ultimo gran premio. L’unico pilota che può permettersi di cambiare componenti senza incorrere in penalità è Lando Norris, ma limitatamente a turbocompressore, MGU-H e MGU-K.
Un altro pezzo che può portare ad una penalità è la trasmissione. Anche qui, più del 50% dei piloti sono a rischio penalizzazione. Fanno eccezione i due Mercedes, i due McLaren, Fernando Alonso e Valtteri Bottas.
Articolo di Francesco Orlando