Passi in avanti nelle prestazioni…
In un anno in cui la Ferrari ha finora alternato momenti di successo a delusioni cocenti, il team principal Mattia Binotto ha voluto sottolineare con orgoglio il grande lavoro svolto sul motore. Il 2021 aveva segnato l’apice della power unit Honda, che aveva permesso a Max Verstappen di lottare contro Lewis Hamilton con una vettura molto più affidabile e spesso anche più performante.
La Casa del Cavallino, invece, ha iniziato il 2022 portandosi sulle spalle il peso di due anni difficili dovuti anche ad un motore poco prestazionale. Al via della stagione, però, ha fatto vedere di aver compiuto enormi passi avanti che hanno permesso a Leclerc e Sainz di vincere quattro delle prime 13 gare. Di contro, però, l’affidabilità è peggiorata.
…ma passi indietro nell’affidabilità
Se lo spagnolo poteva vantare di essere stato l’unico ad aver concluso tutte le gare nella passata stagione, quest’anno si è già dovuto ritirare due volte per problemi al motore (Azerbaigian e Austria) così come il compagno di squadra (Spagna e Azerbaigian). Rischi del mestiere quando si cerca di migliorare le prestazioni così tanto, secondo Binotto.
“Stiamo sicuramente pagando il prezzo di uno sviluppo molto aggressivo. Era chiaro che dovevamo spingerci al limite perché non potevamo permetterci di accettare un lungo periodo di prestazioni non all’altezza alla luce del congelamento allo sviluppo previsto in questo 2022″.
Il prossimo 1 settembre, infatti, verrà congelato lo sviluppo dei propulsori e si potranno apportare modifiche esclusivamente legate all’affidabilità fino al 2026. Quella stagione, infatti, vedrà il debutto delle nuove power unit senza MGU-H e con un incremento prestazionale del MGU-K.
L’orgoglio di Binotto: colmato il gap con i rivali
Binotto, poi, continua dicendosi molto fiero del lavoro svolto e del gap colmato nei confronti dei rivali nipponici. “Gli obiettivi che ci siamo posti erano molto ambiziosi. Non ho mai visto un tale salto di qualità nei miei 27 anni di lavoro in Ferrari. È stato un risultato straordinario, soprattutto in un periodo in cui le ore di prova sono limitate. E questo è ciò che abbiamo pagato in termini di affidabilità”.
“In anni normali, avremmo aumentato le ore al banco di prova e avviato programmi paralleli per le prestazioni e l’affidabilità. Questa volta dovevamo fare una scelta. Ora, se conto le ore che abbiamo dedicato al nuovo motore e le confronto con quelle che Honda ha dedicato alla loro power unit, siamo certamente in svantaggio. Honda aveva l’esperienza necessaria perché ha sviluppato un motore esistente. Noi lo stiamo facendo ora, in pista e sul banco di prova. L’obiettivo è quello di risolvere i problemi il prima possibile”.
FONTE DICHIARAZIONI: Auto Motor und Sport e FormulaPassion