Il presidente della FIA, Mohammed Ben Sulayem è dovuto intervenire su Twitter per difendere la Formula 1 e Liberty Media dopo quanto trapelato sull’offerta da parte del fondo sovrano dell’Arabia Saudita per acquistare i diritti della massima categoria. Un’offerta che, seppur rifiutata, metteva sul piatto ben 20 miliardi di dollari, 5 volte tanto quanto sborsato da Liberty Media nel 2017.
La Formula 1 non è mero business
La Formula 1 sta pian piano risalendo dopo il periodo buio della Pandemia dal quale è nato anche il regolamento finanziario, il Budget Cap, che nel suo primo anno di applicazione ha riscontrato anche qualche problema. Un regolamento che seppur necessario ha messo in evidenza la complessità dell’ecosistema e dei suoi attori. La categoria sotto l’ala di Liberty Media è cresciuta attirando l’interesse di diversi mercati, non per ultimo quello dell’Arabia Saudita, e in generale quello arabo che è già molto presente con impianti, sponsor.
Per garantire la sopravvivenza dell’ecosistema tutti gli attori che ne fanno parte devono collaborare e contribuire alla crescita. Pur non dipendendo direttamente dalla FIA, la questione commerciale è ancora un tema che ha cuore, essendo estremamente importante. Vendere la Formula 1 non è un processo che può essere risolto mettendo sul piatto delle grandi somme, e i diritti commerciali portano con sé diverse responsabilità che se non rispettate rischiano di avere un impatto devastante sui fan e sulla categoria. Dalle parole di Mohammed Ben Sulayem ne esce un memorandum verso chiunque voglia mettere mano sulla F1.
“In qualità di tutore del motorsport – ha chiarito Ben Sulayem- la FIA, in quanto organizzazione senza scopo di lucro, è cauta riguardo alla presunta valutazione gonfiata di $ 20 miliardi associata alla Formula 1. Si consiglia a qualsiasi potenziale acquirente di applicare il buon senso, considerare il bene dello sport e presentare un piano chiaro e sostenibile, non solo un sacco di soldi. È nostro dovere considerare quale potrebbe essere l’impatto futuro che potrebbe ricadere sui promotori in termini di aumento dei costi e l’impatto negativo che potrebbe avere sui fan”.
Un impatto devastante
Un’offerta da 20 miliardi di dollari, per quanto possa essere cresciuto il valore commerciale della F1, è un investimento insostenibile e il fatto che si sia arrivati ad una tale offerta rappresenta un grosso allarme per la categoria, e per il suo intero ecosistema, che vedrebbe un aumento di spese su ogni fronte, a partire dal costo per l’organizzazione degli eventi da parte dei promoter. In questa faccenda la FIA, essendo rimasta a guardare questa crescita istrionica della F1 a bocca asciutta, avendola affittata ad Ecclestone diversi anni fa, molto probabilmente continuerà a mettersi di traverso, per tutelare lo sport e sé stessa.
Fonte dichiarazioni: Motorsport.com