Lo scorso 25 dicembre, Sky Documentaries ha trasmesso un docu-film incentrato sulle vite e le carriere di Gilles Villeneuve e Didier Pironi. Compagni, rivali, prima amici poi nemici, in quel 1982 che costò caro a entrambi. La pellicola si caratterizza per l’inedita presenza delle famiglie dei piloti. Le loro anime gemelle (la moglie di Gilles Joann e la compagna di Didier Catherine) incarnano il lato più umano, mentre la prole (Melanie e Jacques Villeneuve da una parte, Gilles e Didier Pironi dall’altra) rappresenta il lascito che i due campioni hanno lasciato su questa Terra.
Villeneuve-Pironi, dove è nato tutto
Il fulcro dell’azione è la stagione 1982. Dopo anni a rincorrere il titolo senza mai acchiapparlo, Villeneuve e Pironi hanno entrambi la possibilità di vincerlo grazie ad una vettura estremamente competitiva. Il canadese, prima guida e nella squadra da più tempo, commette l’errore di ritenersi il favorito in casa Ferrari. Dall’altro lato dei box, infatti, il francese, l’ultimo arrivato che ha passato il suo primo anno in Rosso nell’ombra del compagno, sente di poter finalmente lottare ad armi pari.
L’azione che non ti aspetti
Il punto di rottura di un rapporto fino a quel momento quasi troppo idilliaco avviene ad Imola, il 25 aprile, in occasione del Gran Premio di San Marino. Dopo i ritiri di entrambe le Renault, quel giorno le uniche avversarie per la vittoria, Villeneuve guida una doppietta Ferrari. Ai box si pensa solo a portare a casa il risultato: viene esposto il pannello con la scritta “slow” per far rallentare entrambi i piloti, congelare le posizioni ed evitare inutili rischi. Pironi, però, infrange il patto: all’ultimo giro, nell’ultimo punto di sorpasso disponibile, sopravanza Villeneuve e va a vincere la gara. Gilles, un pilota buonissimo, fin troppo ingenuo, è su tutte le furie. Didier era per lui più di un semplice compagno di squadra e l’ha tradito. Tra sé e sé, l’Aviatore si promette di non rivolgergli più la parola.
Il giorno del dramma
Purtroppo, così fu. L’8 maggio, durante le qualifiche del Gran Premio del Belgio a Zolder, Villeneuve (ottavo) è deciso a finire davanti a Pironi (sesto) e continua imperterrito a cercare il giro perfetto. Durante l’ultimo giro lanciato, non si accorge di star raggiungendo a gran velocità la March di Jochen Mass. L’impatto è inevitabile e costa la vita a Gilles. A Didier non resta che raccogliere il casco di quell’amico di colpo diventato nemico e tornare mestamente ai box, con i sensi di colpa di essere la causa principale di quella fatalità.
Una, drastica, ripartenza
La stagione, per il francese, non va molto meglio, anzi. In Canada, sul circuito ribattezzato a Villeneuve, stalla al via e viene centrato dalla Osella di Riccardo Paletti. Il giovane italiano, solamente alla sua seconda apparizione nel Circus, perde tragicamente la vita. Poche settimane dopo, poi, durante le qualifiche del Gran Premio di Germania, la voglia di Pironi di dimostrare di essere il migliore lo porta a strafare. Sotto una pioggia torrenziale, con la pole già in tasca, continua a girare come un matto e non vede la Renault di Prost procedere lentamente davanti a lui. In un impatto simile a quello del compagno Gilles, Didier si rompe un braccio ed entrambe le gambe. Serviranno oltre trenta operazioni e mesi di riabilitazione per salvare i suoi arti inferiori dall’amputazione, ma la carriera in Formula 1 può dirsi conclusa.
Una dinastia immortale
Dopo essersi ripreso, intraprende la strada delle gare off-shore. A differenza delle auto, le barche gli risulteranno fatali: nel 1987 perde la vita a largo delle coste inglesi. Nel frattempo, la compagna Catherine era finalmente riuscita (nonostante diversi problemi di salute) a rimanere incinta di due gemelli. Il 6 gennaio 1988, appena dopo averli dati alla luce, decide di chiamarli Gilles e Didier. Il primo, tra l’altro, ora è un ingegnere che ha lavorato per Mercedes in F1 e la scorsa primavera si è trasferito in Ferrari.
Per quanto riguarda la famiglia Villeneuve, nel 1997 il figlio Jacques riesce a completare la missione del padre e vince il campionato su Williams. Il lascito delle due leggende, quindi, è ancora ben presente nel motorsport.