Mancano ormai pochi giorni alla separazione definitiva tra Mattia Binotto e la Ferrari. Il prossimo 31 dicembre il team principal che ha capitanato la rossa in queste ultime quattro stagioni, lascerà ufficialmente il suo incarico, dopo le dimissioni dello scorso 29 novembre. Dimissioni annunciate, premeditate, forse necessarie viste le spaccature interne che sono emerse dalle testimonianze di chi tiene un orecchio fuori e uno dentro a Maranello, ma che hanno lasciato la Ferrari in una posizione scomoda, costretta a ricominciare, per l’ennesima volta un nuovo ciclo.
L’addio di Binotto ha diviso l’opinione pubblica in due correnti, tra chi non ha ritenuto una mossa furba lasciar andare un uomo delle competenze e conoscenze di Binotto, soprattutto dopo una stagione chiusa comunque con due medaglie d’argento; e chi invece ha ritenuto la separazione necessaria, dati i troppi errori. L’unico punto in comune che lega le due fazioni è che la Ferrari, dopo questa scelta si troverà di fronte all’ennesima prova di maturità nel 2023. Proprio su questo argomento, il più caldo dalla fine del mondiale, si è esposto anche René Arnoux, pilota francese arrivato proprio in Ferrari nelle stagioni 1983-1985, con un palmares di 7 vittorie su 149 Gran Premi disputati e un talento innato per i giri secchi, testimoniato dalle 18 pole position conquistate.
Arnoux e Ferrari, un rapporto difficile ma profondo
Fu una separazione difficile quella tra Arnoux e la Ferrari. Arrivare a lavorare per il team di Maranello è un privilegio per tutti, per i piloti rappresenta qualcosa di speciale. Anche adesso quando si parla della Rossa o della battaglia con Gilles Villeneuve, negli occhi di René si accende qualcosa. Come spesso succede quando si varcano i cancelli di Maranello c’erano grandi aspettative per il suo arrivo, da entrambe le parti, ma già al secondo anno, in cui conquistò solo 4 podi e il sesto posto in classifica, la sua storia con il prestigioso marchio iniziò la sua inesorabile discesa.
La pressione dei media, dei tifosi, particolarmente esigenti, lo portò all’autodistruzione e a “chiedere di essere esonerato dai suoi correnti impegni ” come recita il comunicato Ferrari arrivato all’inizio nella stagione 1985, e che comunicava l’addio definitivo di Arnoux. Una ferita forse ancora aperta, un amore difficile, ma al quale è ancora particolarmente legato, lo hanno portato a dichiarazioni dure, schiette, sull’operato di Mattia Binotto, sul futuro della Rossa e sull’iride sfumato, ancora una volta per i troppi errori, molto spesso non riconosciuti. Errori di cui lui, però in passato si era fatto carico.
Arnoux: “Mi è dispiaciuto vedere una Ferrari che si è fatta sfuggire il campionato”
La Ferrari veniva da un biennio difficile. E’ stato particolarmente difficile, per tutti, vedere la parabola discendente di questa stagione iniziata con una doppietta e due vittorie nelle prime 3 gare. La bestia, la F1-75, non è rimasta al comando per molto tempo, facendosi recuperare in primis dalla Red Bull, inarrestabile dal rientro dalla pausa estiva, e anche dalla Mercedes, inizialmente in difficoltà, arrivata alla vittoria. Non è semplice stabilire quale degli elementi tra affidabilità, errori di strategia, errori dei piloti, sviluppo, direttiva anti-porpoising, abbiano compromesso il campionato. Tutti hanno un peso, e di alcuni le colpe sono ricadute sul team principal, Mattia Binotto.
“Mi è dispiaciuto vedere una Ferrari competitiva che si è fatta sfuggire il campionato” ha detto il francese a Gazzetta dello Sport. “È vero che non c’era l’affidabilità, ma abbiamo perso dei GP quasi l’avessimo fatto apposta. Gli errori che ha commesso sono imperdonabili. Non sono mai stato dalla parte di Binotto. Uno che dice “andrà meglio l’anno prossimo”, non merita quel posto. Io l’avrei messo fuori già parecchi anni fa. È intollerabile un comportamento come il suo quando sei alla testa della più bella squadra al mondo. Jean Todt può piacere o non piacere, ma non avrebbe mai detto: “Andrà meglio l’anno prossimo”. Vinceva, e quando aveva vinto pensava all’anno dopo. Ma di Todt e Ron Dennis ce ne sono pochi».
Ancora un po’ scettico su Vasseur
Toccherà a Frédéric Vasseur prendere il comando assumendo il ruolo di Team Principal Ferrari. Anche il suo arrivo, ovviamente ha diviso l’opinione pubblica. C’è chi non lo ritiene all’altezza, venendo da una squadra di medio-bassa fascia come Alfa Romeo, e chi invece ritiene che abbia tutte le carte in tavola per ricoprire al meglio il ruolo che gli è stato designato. Arnoux ammette di conoscerlo poco ma di essere scettico sul contributo che potrà dare, soprattutto per quanto riguarda tecnologia e strategia.
Con l’addio di Binotto, infatti, la Ferrari ha perso anche un ottimo tecnico, e rimangono ancora dubbi su chi potrà rivestire il ruolo di Direttore Tecnico da Gennaio in poi. “Vasseur? Lo conosco poco – ha concluso Arnoux – abbiamo visto i risultati che ha fatto con una squadra di media fascia come l’Alfa. Ma gestire l’Alfa e gestire la Ferrari sono cose molto diverse. Ha la competenza necessaria, e spero che riesca a tirar su la squadra sotto l’aspetto della tecnologia e della strategia. Senza le quali il Mondiale non lo vinci”.
Fonte dichiarazioni: FormulaPassion, Gazzetta dello Sport