L’anno scorso, ad inizio stagione, la premessa della Ferrari era una sola: ritornare al top dopo due anni bui. E al primo appuntamento, in Bahrain, la Rossa è tornata a splendere, dando a tutti i tifosi la falsa speranza del titolo mondiale.
Tanta concentrazione per una vettura sempre più performante
Dopo la tappa asiatica, la monoposto di Maranello era la migliore dal punto di vista della performance, ma nelle gare a venire ha evidenziato alcune debolezze: la più chiara ed evidente è stata sicuramente l’affidabilità. Gli ingegneri, nel 2020 e nel 2021, avevano avuto il compito arduo e delicato del dover sistemare la Power Unit dovuta depotenziare dopo i patti segreti con la FIA del 2019. In parte ci sono riusciti e, col congelamento dello sviluppo ai motori fino al 2026, avere un motore così performante dal punto di vista della potenza è un bene per la Ferrari. In aiuto al team italiano c’è lo stesso regolamento che concede alle scuderie di poter mettere mano al motore per migliorare l’affidabilità. Ovviamente non infinite volte, ma quel tanto che basta per potere rendere la lotta più equilibrata possibile.
Le parole di Steiner che gasano la Ferrari
Il lavoro sembra essere stato fatto bene visto che, in una recente intervista, Günther Steiner, team principal della Haas, ha dichiarato che “il motore Ferrari 2023 sarà una bomba”. Se il lavoro fatto dai meccanici in Emilia Romagna sarà stato davvero importante potremmo aspettarci una vera e propria bomba: infatti, come dichiarato dall’ormai dimissionario Mattia Binotto, nella seconda metà di stagione Charles Leclerc e Carlos Sainz hanno dovuto usare una mappatura della PU ridotta per contrastare i ritiri a causa dell’affidabilità. Se proprio quest’ultima dovesse essere migliorata dall’anno scorso, potremmo vedere i due piloti vestiti di rosso e quelli che hanno come fornitore la Ferrari usufruire di un motore che permetterà loro di ambire a qualcosa di più grande.
ARTICOLO DI FRANCESCO ORLANDO