Nella giornata di ieri è arrivata l’ufficialità: neanche quest’anno si disputerà il GP della Cina. Tutto questo a causa della politica zero Covid adottata dal governo cinese. Tale decisione infatti ha anche portato a vere e proprie rivolte da parte dei cittadini.
Prime indiscrezioni sul possibile sostituto
Ci avviamo, quindi, al quarto anno consecutivo senza il week-end di Shanghai, gran premio che si sarebbe dovuto disputare ad aprile. Rimane così un vuoto che molti altri circuiti vogliono colmare. Come ormai da qualche anno la “riserva ufficiale” in queste situazioni è il tracciato di Portimao. Come confermato dagli ultimi rumors del paddock della F1, in pole per sostituire il GP cinese c’è quello portoghese, amatissimo dai fan. La particolarità della pista riguarda i suoi avvallamenti che rendono il completamento di un giro completo una sfida molto ardua. Anche se sono solo voci, in molti parlano di come Stefano Domenicali in persona abbia fatto delle telefonate per parlare con il proprietario dell’Autodromo dell’Algarve come rimpiazzo del GP della Cina.
Un’opzione è stata scartata
Un’altra possibilità, già scartata però da Liberty Media, sarebbe potuta essere lo spostamento del week-end di Baku una settimana prima. Tale ipotesi è stata accompagnata da un secco No della dirigenza azerbaigiana. Questo avrebbe reso la vita più facile anche a tutti i team visto che, una settimana dopo, si correrà a Miami, e non sarà semplicissimo fare questo spostamento.
Per capire quale circuito verrà scelto, però, non bisognerà aspettare molto: infatti, il World Motorsport Council si riunirà il 9 dicembre per discutere di tutto quello che potrebbe aiutare a far crescere ancora di più il mondo del motorsport, ma soprattutto per prendere una decisione su questa situazione. Ovviamente, i più nostalgici vorrebbero un ritorno di circuiti storici come i vari Hockenheim, Magny Cours, il Buddh International Circuit in India e tantissimi altri, ma sappiamo bene come, da qualche anno a questa parte, la F1 vada sempre più verso la strada del denaro e non quella dei propri tifosi.
ARTICOLO DI FRANCESCO ORLANDO