71 giri di puro dominio per Max Verstappen che passa sotto la bandiera a scacchi da vincitore del GP del Messico diventando il pilota con più vittorie durante una stagione (14).
Rossa opaca, Mercedes sembra tornata a vita
In seconda posizione, dietro un imbattibile Verstappen, c’è Lewis Hamilton che, come ad Austin, con la macchina che si ritrova, ottiene il miglior risultato possibile cercando di spingere ad ogni giro. Sul gradino più basso del podio troviamo Sergio Perez, il beniamino di casa. La doppietta Red Bull non si chiude a causa di un lento pit stop sul messicano che, molto probabilmente, gli costa la seconda piazza. Termina in quarta posizione, con il giro veloce all’ultimo giro, George Russell. Il pilota della Mercedes non ha mai il passo di quelli davanti e solo nel finale si avvicina a Checo, ma non è abbastanza. Rispettivamente in quinta e sesta posizione Carlos Sainz e Charles Leclerc: una Ferrari oggi rossa opaca, senza prestazione, come se i ruoli che avevamo visto ad inizio anno (la scuderia di Maranello a lottare per la vittoria e la Mercedes in difficoltà) si siano invertiti.
GP Messico, le emozioni della gara? Sempre dietro
In settima posizione, in risalita, Daniel Ricciardo che con la gomma rossa riesce ad effettuare sorpassi uno dietro l’altro e, pur avendo una penalità di 10 secondi dopo un contatto con Yuki Tsunoda, riesce ad arrivare in zona punti. Dietro di lui Esteban Ocon che riesce a completare il gran premio a differenza del compagno di squadra Fernando Alonso che si deve ritirare quando si trovava in P7 a causa di un guasto al motore. A raggiungere le ultime due posizioni nelle quali si guadagnano punti ci sono Lando Norris e Valtteri Bottas. L’ottimo piazzamento delle due McLaren ed il ritiro del Matador tengono ancora apertissima la lotta per il quarto posto nel Mondiale Costruttori.
ARTICOLO DI FRANCESCO ORLANDO