Un precedente pericoloso, questo il commento di molti nel paddock, appena accertata la violazione del budget cap 2021 da parte di due team: Red Bull e Aston Martin che per settimane hanno subito la pressione di chi li accusava di aver tratto profitto sullo scorso mondiale, di aver sforato volontariamente il tetto di spesa in modo da guadagnare un vantaggio in pista. Più di una cosa non era chiara, ovvero l’entità della violazione, che è emersa “a pezzi” e la sanzione adeguata per una violazione simile, e questo forse è stato il nodo più difficile da sciogliere.
I team competitor, Mercedes, Ferrari così come McLaren, hanno da subito invocato una pena esemplare, la Red Bull d’altra parte, certa della sua situazione e di quanto aveva sforato, sperava di ricevere una multa e poco più. Nella giornata di Venerdì, pre Messico Christian Horner ha svelato l’entità esatta della violazione, ovvero un 1,6% rispetto al tetto, dato da 2,2 milioni di dollari, che sarebbero stati 0,5 se solo il team avesse applicato il corretto credito d’imposta, con una violazione effettiva che in quel caso si sarebbe attestata allo 0,37%. Inoltre ha dichiarato di aver accettato il patteggiamento con la FIA.
Le sanzioni
La FIA, dopo le verifiche del caso ha deciso di non toccare i risultati sportivi, combinando alla Red Bull, sotto Accepted Breach Agreement, o ABA (ovvero un patteggiamento possibile per il tipo di violazione fatta dalla RB), tre sanzioni: una multa da 7 milioni – fuori dal budget cap – da pagare entro 30 giorni, una riduzione del 10% di ore in galleria del vento da qui ai prossimi 12 mesi e il pagamento dei costi relativi al patteggiamento. Sebbene Horner abbia dichiarato che la pena è fin troppo severa, i suoi avversari non sarebbero della stessa idea. Nel corso del weekend in Messico si è espresso anche Laurent Mekies, direttore sportivo del team Ferrari.
Mekies: “Non potremo mai essere contenti della penalità”
Ai microfoni di Sky Italia il direttore sportivo Ferrari si è lamentato della pena giudicata troppo leggera. La riduzione delle ore, non è abbastanza considerando anche che la RB18 è una base già pressoché perfetta e una pena simile non andrebbe a limitarne lo sviluppo. La Ferrari in questa stagione, errori a parte, si è sempre accostata alla Red Bull con valori abbastanza simili. Un vantaggio di 2-3 decimi potrebbe essere quello capace di elevarla quantomeno allo stesso livello della Red Bull, e questo sperava di ottenere con la pena. Tuttavia Mekies si dice scettico e teme che la Red Bull possa cavarsela anche spendendo i soldi altrove visto che non gli è stato ridotto in alcun modo il budget cap.
“Ferrari ha posto come priorità che la FIA facesse chiarezza e lo ha fatto, confermando l’illegalità del budget cap. Ed era il parametro più importante, inoltre anche il team Red Bull lo ha ammesso e questo è positivo” ha detto il direttore sportivo di Ferrari.
“Sull’entità della violazione abbiamo parlato tanto e sappiamo che due milioni sono una grande violazione, che equivale a un paio di decimi. Sono numeri che hanno un impatto reale sulle gare, è una cifra di una certa importanza”. Mekies ha espresso il totale dissenso sulla penalità combinata alla Red Bull: “Non potremo mai essere contenti della penalità. Non capiamo come il 10% della riduzione possa corrispondere ai due decimi di vantaggio. E in più non c’è stata una riduzione sul budget cap. Così loro potranno spenderlo altrove, migliorando la macchina. Questa combinazione ci fa temere che l’effetto reale della sanzione sia piccolo. Ora però bisogna voltare pagina, speriamo di non dover attendere così tanto per le certificazioni sul budget cap 2022“,
Fonte dichiarazioni: FormulaPassion