L’annata 2022 sta giungendo al termine, e se il futuro dello sport pareva riflettere una luce di stabilità, c’è da ricredersi. Il giornalista Joe Saward, veterano del paddock, ritiene che il gran premio della Cina sia ad un passo dall’abdicare anche nella prossima stagione, salutando così il calendario 2023. L’evento si dovrebbe tenere il 16 aprile come quarta tappa del mondiale, ma vediamo i motivi della possibile esclusione…
Shanghai abbandona il calendario? Vediamo perché
Il Coronavirus ha sferrato colpi da maestro all’economia e al benessere di ogni parte del globo. Un paese su tutti, tuttavia, ancora fatica ad uscire dalle sabbie mobili della pandemia. L’ultima gara in Cina si è corsa nel 2019, dove vinse Lewis Hamilton, da lì in poi, il virus ha tagliato tutti i ponti tra la massima serie ed il paese asiatico.
Nel resto del pianeta la battaglia contro il Covid-19 è ad oggi ampiamente sotto il controllo delle nazioni; in Cina invece, la dura politica “zero Covid” messa in atto dal governo sta mettendo alle strette attività che nel resto del mondo sono tornate a pieno regime. Un’altra causa di questa faticosa ripresa sarebbe imputabile all’ostinazione del paese asiatico ad usare vaccini “a km zero”, rinunciando di fatto ai farmaci vaccinali plasmati dall’Occidente.
Le parole di Saward
Il giornalista britannico dichiara la quasi impossibilità di vedere il gran premio della Cina in calendario nella stagione in arrivo: “È quasi inconcepibile una gara a Shanghai nel 2023 a causa delle restrizioni sugli spettatori e, soprattutto, dei requisiti di quarantena che il Circus della F1 dovrebbe affrontare, attualmente impossibili da soddisfare. Se il governo facesse un’eccezione per la F1 susciterebbe il malcontento della popolazione, che i leader vogliono evitare. In breve, finché il governo non allenterà le restrizioni, è improbabile che la gara si svolga. Se nel 2023 la gara uscirà dal calendario, la Cina non verrà sostituita“.
Cina fuori calendario… quali sarebbero le conseguenze?
I gran premi in lista d’attesa per gli anni a venire sono tanti, ma quanto rivelato da Joe Saward, ci suggerisce che in caso di esclusione, non vedremo probabilmente una sostituzione del gran premio. Situazione analoga alla mancata sostituzione del gran premio di Russia, che si sarebbe dovuto tenere nell’Autodromo di Sochi, per il 2022; nonostante le cause siano ben diverse.
Se a perderci è il business della Formula 1 pilotato da Liberty Media, a ringraziare sono ambiente e addetti ai lavori. Con una F1 sempre più usa e getta infatti, un eventuale diminuzione da 24 a 23 gran premi farebbe tutt’altro che male a chi si sobbarca il peso di portare in spalla la baracca da un continente all’altro.
FONTE: formulapassion; Internazionale