Solo una settimana dopo il pauroso incidente di Guanyu Zhou a Silverstone, in Austria si è tornato a parlare di sicurezza. Questa volta però l’episodio ha creato ancora più scalpore per via del comportamento dei commissari, accusati di non aver prestato prontamente soccorso a Carlos Sainz, mentre le fiamme avvolgevano la sua F1-75. Lo spagnolo, dopo un’esplosione nel retro treno mentre era all’inseguimento di Max Verstappen, ha tentato di portare la monoposto nella via di fuga più vicina. Ma con non pochi problemi.
Attimi infiniti
Già qui la prima difficoltà dello Spagnolo il quale, ritrovatosi su una via di fuga in pendenza e con una vettura in folle che procedeva a marcia indietro era costretto a bloccarla “manualmente”. Tutto si è complicato quando dal retro treno sono iniziate a divampare delle fiamme che in pochi istanti hanno avvolto le pance della vettura. L’attesa dei soccorsi si è trasformata in una disperata corsa contro il tempo. Lo spagnolo non poteva lasciare l’abitacolo altrimenti la macchina sarebbe pericolosamente piombata in pista come una palla di fuoco. Sainz ha atteso fino all’ultimo ed è saltato fuori dalle fiamme nell’esatto momento in cui un commissario di pista è arrivato per bloccare la vettura. Una situazione drammatica che si è conclusa fortunatamente senza conseguenze ma con tantissime polemiche.
Le critiche
Le dinamiche dell’incidente e i tempi di reazione dei commissari del Red Bull Ring hanno da subito indignato non solo il pubblico da casa ma lo stesso Sainz che rischiava di metterci la pelle. “Stavo chiamando i commissari per aiutarmi, per mettere qualcosa sulle gomme per evitare che l’auto scivolasse indietro, ma credo che l’intero processo sia stato un po’ lento. Ad un certo punto c’era così tanto fuoco che ho dovuto darmi una mossa e saltare fuori autonomamente. Credo che proprio in quel momento sia arrivato il primo commissario e abbia fermato la macchina” ha detto lo spagnolo.
Un episodio controverso, che da fuori sembrava una scena di “dilettanti allo sbaraglio”, con chi è arrivato camminando, chi invece è corso via lasciando un estintore per terra a metà strada, chi è arrivato correndo solo con un cunetto per una vettura di circa 800 kg. Il tutto con Sainz in primo piano, con evidenti difficoltà nel gestire la situazione. Tutto questo ha suscitato diverse domande riaprendo il tema sulla sicurezza dei vari circuiti, che la Formula 1 purtroppo, si porta dietro dal tremendo incidente a Suzuka nell’ottobre 2014, che strappò al mondo Jules Bianchi dopo un’agonia di circa 9 mesi.
Arrivano le repliche dei commissari
Il dibattito ha portato ad una risposta da parte del circuito austriaco che ha sottolineato, con un comunicato, la correttezza di tutte le procedure eseguite, e la visione distorta dell’evento, alimentata dai media. Il primo punto toccato dal comunicato riguarda il fatto che i commissari sono tenuti a intervenire solo dopo aver ricevuto il via libera della direzione gara. “L’intervento è consentito solo dopo le istruzioni della race control. Da un lato questo aumenta naturalmente la sicurezza dei piloti e dei commissari, ma dall’altro ha lo svantaggio che gli interventi richiedono un po’ più di tempo” si legge nel comunicato.
Circostanze sfortunate
“Si sono verificate diverse circostanze sfortunate. Il luogo in cui Sainz ha parcheggiato la Ferrari non era visibile dalla tribuna dei commissari. Hanno ricevuto via radio l’ordine di recarsi alla vettura con gli estintori e, quando hanno visto la situazione, hanno deciso di far intervenire l’autopompa. Questa decisione doveva essere presa in pochi secondi e, a posteriori, è stata assolutamente corretta.”
Nel comunicato si fa riferimento anche ad un altro incidente, più recente e anche questo legato all’utilizzo degli estintori. Inoltre viene chiarito che la situazione fosse comunque sotto controllo, vista la particolare meticolosità nel gestire un evento tanto imprevedibile come quello di un incendio.
“Se ricordate l’incidente di Romain Grosjean (Bahrain 2020), in una situazione del genere gli estintori portatili non sono assolutamente sufficienti. Pertanto, l’estintore è stato spento e l’auto è stata lasciata, e ciò ha portato a quella sfortunata immagine in TV del commissario che “scappava”. Abbiamo avuto un’autopompa sul posto in meno di 30 secondi, il che avrebbe messo sotto controllo un incendio a rapida propagazione. Dopo l’incidente di Grosjean, per noi è molto importante avere subito a disposizione un grande “potere estinguente” per proteggere il pilota nel miglior modo possibile. Un altro veicolo di emergenza era già pronto e un terzo stava arrivando. Anche se Sainz non fosse uscito da solo dal veicolo, saremmo stati in grado di proteggerlo nel miglior modo possibile”.
Il comportamento di Sainz non ha aiutato
La reazione di Sainz inoltre, secondo i commissari, avrebbe complicato una situazione già difficile di per sé. “Un altro problema è stato che Sainz, comprensibilmente, si è innervosito nel veicolo e ha frenato troppo presto. Il cuneo ha dovuto essere spinto sotto la vettura in movimento, il che ovviamente ha reso il tutto estremamente difficile. Tuttavia, grazie alla resistenza del cuneo, il veicolo si è fermato vicino al guard rail. In seguito, è stato possibile spegnere l’incendio con l’estintore”.
I chiarimenti
C’è sempre un margine per migliorare e questo episodio ne è un chiaro esempio. “In questa situazione eccezionale, perché anche per noi un incendio non è un evento quotidiano, i commissari hanno reagito bene complessivamente. Siamo un team di appassionati di motorsport che sacrificano il loro tempo libero per gli allenamenti e le esercitazioni al fine di fare del nostro meglio per la sicurezza in pista durante questi eventi. Prenderemo questo incidente come un’opportunità per migliorare ulteriormente”.
Fonte dichiarazioni: Motorsport.com