Ciò a cui abbiamo assistito in occasione del gran premio di Silverstone non è altro che il ripetersi di una costante. La Scuderia non ha saputo capitalizzare le sfortune altrui, e a rimetterci, come di consueto, è stato il gioiello di Maranello. Venerdì si torna a strappare l’asfalto sul suolo austriaco, e Leclerc ha un solo obiettivo: tornare alla vittoria.
La mancata uscita dalla spirale negativa
Se si guarda ai risultati del monegasco nelle ultime cinque tappe viene il dubbio che sia effettivamente un pilota in lotta per il titolo. Eppure, le performance della F1-75 danno il diritto di ritenere Charles un contendente minaccioso per Max Verstappen.
Nelle ultime gare Leclerc è stato tradito, prima da un motore, in Spagna e a Baku, poi da strategie suicide messe in atto dal muretto in cui un pilota ripone massima fiducia, vedi Monaco e la più recente Silverstone. Il ferrarista è sesto per punti guadagnati dalla Spagna in poi: il totale è 34, una cifra agghiacciante che mette in dubbio anche le più ottimiste speranze di una ripresa dell’olandese.
Leclerc: la speranza è l’ultima a morire
Comportamenti, parole ai microfoni e grinta testimoniano chiaramente che Charles non molla la presa. Il pilota ha aspettato per quattro lunghi anni prima di avere una monoposto degna delle prime posizioni, ed ora non farà certo dietrofront sulle sue ambizioni. Il leader della classifica piloti è lontano… lontanissimo. 43 sono i punti che lo separano dalla vetta, e il fatto di aver accorciato solo di sei punti il distacco in una domenica no per il leader, ha e avrà un peso notevole nelle ultime battute stagionali, che Leclerc sia preda o predatore.
Direzione Austria: più variabili per una domenica cruciale
L’avevamo detto in precedenza e lo ribadiamo, il poker pre-pausa estiva sarà cruciale per la lotta al titolo. Ora rimane un tris, e ad oggi il fieno messo in cascina non soddisfa i tifosi della rossa. La prossima tappa è l’Austria, ma qualcosa di diverso c’è, e quella cosa è la Sprint del sabato. È una variabile da non sottovalutare, in quanto aggiunge al weekend un rischio in più per tutti, ma come noto, alto rischio=alto rendimento.
La Ferrari ha finora giocato in difesa, come per gestire un margine che in realtà è da colmare. Red Bull invece continua a gestire le situazioni come se fosse in modalità attacco totale, e finora ciò ha pagato. La variabile della Sprint, dunque, è un fattore che potrebbe fare da spartiacque tra successo e fallimento, e nel determinare il risultato serve coesione tra squadra e pilota.
Charles, come nel box avversario, è in modalità predatore, e domenica lo si è visto eccome, basti pensare al sorpasso su Hamilton in una curva dove è fisicamente improbabile uscire affiancati senza cicatrici. La Scuderia invece no, perlomeno fino ad ora, e per massimizzare il risultato non ci si può permettere un approccio diverso tra muretto e pilota. L’ Austria chiama e Leclerc è pronto a rispondere, ma Ferrari butterà le chiavi della gabbia o darà manforte alla perla che ha tra le mani?