“Un sette volte campione del mondo che si unisce alla scuderia più titolata di sempre”. Queste erano le premesse che avevano accompagnato l’arrivo di Hamilton in Ferrari. Senza dubbio, quindi, anche le aspettative erano altissime, tuttavia non sembrano essere state rispettate. Infatti già si parla di una crisi tra Hamilton e Ferrari, che forse non sono mai riusciti a capirsi.
Ma quindi qual’è il vero problema di Lewis: L’età avanzata? L’incapacità di adattarsi ad un nuovo modo di lavorare? Una SF25 che è nata sotto una cattiva stella? Forse. Ma una cosa è certa: Lewis Hamilton ormai ha un atteggiamento rassegnato e arrendevole come se avesse perso le speranze sia in sè stesso che nel team. Per questo oggi analizzeremo i motivi di questa crisi e ci domanderemo se c’è una possibile via d’uscita sulla scia dell’analisi che avevamo già fatto ad inizio campionato.
Un occhio a qualche dato: Lewis subisce i risultati di Charles
L’unico modo per valutare la prestazione di un pilota è quello di confrontarla con quella del suo compagno di squadra. Ciò in quanto questi hanno una monoposto dello stesso livello. Infatti non per niente si dice che il principale nemico di un pilota è colui con cui condivide il box.
Ed è qua che emerge la situazione difficoltosa in cui si trova il numero 44: con un confronto di 4-12 in qualifica e 5-12 in gara, sempre a favore di Leclerc. Per un totale di 42 punti di differenza in campionato. Quindi nonostante il gap sul tempo sia nel giro secco che in qualifica tra i due non è mai esageratamente elevato (circa una media di 3 decimi) la situazione non può non essere considerata preoccupante.

Hamilton e Ferrari: gli altri motivi della crisi
A questo punto, sulla base dell’analisi proposta da Roberto Chinchero, possiamo analizzare quelli che sono i principali problemi che sta riscontrando Hamilton in Ferrari. E che ci hanno portato a parlare di una vera e propria crisi. Innanzitutto c’è da dire che le monoposto a effetto suolo non si sposano perfettamente con le caratteristiche di guida di Lewis. Tuttavia è inevitabile che le problematiche di cui ci troviamo a parlare oggi non sono partite dal 2022 ma dal suo arrivo in Ferrari.
Questo perché il 7 volte campione del mondo si è trovato catapultato in un ambiente completamente diverso dopo 12 anni in Mercedes: un nuovo modo di lavorare e di guidare a cui non è facile abituarsi, sopratutto se non si è più così giovani. A questo c’è da aggiungere l’aspetto mentale. Infatti vedendo il tuo compagno di squadra fare meglio di te tu cerchi di spingerti al limite a livello di guida e con assetti aggressivi. Ma questo non fa altro che esporti ad un maggiore rischio di errori che ti porteranno ad entrare in un loop negativo.
Lewis ormai è rassegnato: “Sono inutile, forse la Ferrari deve cambiare pilota”
A proposito dell’aspetto mentale sono emblematiche le sue dichiarazioni dopo le qualifiche del GP di Ungheria: «Non è un problema di macchina, è un problema mio: sono inutile, completamente inutile. Forse bisogna cambiare pilota, perché a quanto pare è possibile portare questa macchina in pole position» (riferendosi a Leclerc che quel weekend aveva fatto segnare il miglior tempo).
Una crisi che quindi è forse più interna a Hamilton stesso piuttosto che con il team Ferrari? Che ci sia la possibilità che lui si senta di essere arrivato a toccare il fondo? Sicuramente arrivati a questo punto della stagione è necessario un cambiamento. Infatti è fondamentale per Lewis riuscire ad uscire dal vortice negativo in cui è entrato. Per fare ciò deve riuscire a ritrovare la sua solidità prima di tutto a livello mentale per poi ritornare ad essere l’Hamilton che noi ricordiamo in tutto e per tutto. Come fare? Questo noi non possiamo saperlo. Forse solo lui sa davvero cosa gli passa per la testa. Ma l’unica cosa che possiamo fare è aspettare e scoprire come si evolveranno le cose.

E se questa crisi tra Hamilton e Ferrari partisse da una mancanza di ascolto da parte del team?
Infine è importante sottolineare che alla dichiarazione citata in precedenza può essere data anche un’altra interpretazione. Questa ci viene fornita dall’ex pilota di F1 Juan Pablo Montoya che sostiene che l’intenzione di Lewis con questa frase fosse ben diversa.
Hamilton infatti non avrebbe voluto parlare di una crisi interna a sé stesso ma bensì di una mancanza di comunicazione tra lui e Ferrari. Ecco le parole dell’ex pilota colombiano: “È un modo per dire alla Ferrari: se non mi ascoltate, allora tanto vale che mi mandiate via. Il problema principale è che Lewis non riceve l’attenzione che vorrebbe e non gli prestano abbastanza attenzione per ciò che vuole e per ciò per cui si batte”.
Questo deriverebbe dal modo di operare che vi è in Ferrari, che è completamente diverso rispetto a quello di Mercedes. Infatti Montoya prosegue: “Penso che la Ferrari abbia un approccio molto strutturato nel suo modo di fare le cose perché ci sono molta tradizione e molta politica. E penso che Lewis sia più abituato alla prospettiva della Mercedes, che è: ‘Cosa dobbiamo fare per vincere?’. Non è una questione di politica, alla Mercedes la base del lavoro sono i risultati”.

Per concludere possiamo dire che quella tra Hamilton e la Ferrari sembra essere una crisi che è iniziata fin dal primo giorno. Quasi come un matrimonio incrinato già a partire dalle promesse. Tuttavia per noi risulta impossibile capire i reali motivi di queste tensioni. E forse risulta difficile anche a loro che li vivono in prima persona…