Negli ultimi giorni la Formula 1 ha raccolto l’attenzione mediatica per un episodio che ha ben poco a che vedere con le corse. L’episodio “scandalo” ha come protagonisti il tre volte iridato Nelson Piquet, e Lewis Hamilton, per il quale l’ex pilota brasiliano non ha riservato parole di affetto. Commentando il brutto contatto tra Hamilton e Verstappen a Silverstone 2021, Piquet si è riferito a Hamilton con il termine “n***etto”. L’intervista, fatta a novembre scorso, e riemersa sui social alla vigilia del weekend di Silverstone, ha fatto il giro del mondo suscitando reazioni e risposte contrapposte. Il tema del razzismo ogni tanto torna a galla e Lewis non è nuovo a queste situazioni.
L’inglese è un bersaglio facile per i leoni da tastiera, soprattutto ora che fatica in pista. L’episodio ha raccolto i pareri di una grandissima platea, e in questa ci sono proprio i piloti che nel corso della conferenza stampa a Silverstone si sono espressi sull’accaduto e sul tema del razzismo.
Platea divisa ma non tra i piloti
C’è chi sui social si è schierato dalla parte di Piquet, il quale nella serata di ieri con una dichiarazione ha chiesto scusa a Hamilton. Inoltre il pilota brasiliano ha giustificato l’uso del termine sostenendo che non sia razzismo ma un termine di comune utilizzo nella cultura sudamericana. In molti invece, tra cui personalità importanti e piloti, si sono schierati dalla parte di Lewis.
Vettel: “bisogna parlarne“
Il primo in conferenza a parlarne senza problemi, apertamente e con un grande interesse è Sebastian Vettel. Il quattro volte iridato ha parlato per circa 2 minuti, e, come sottolineato anche da Norris, ha detto veramente tutto quello che c’era da dire sul tema del razzismo. Un problema che non è nuovo, ma che va affrontato e non nascosto.
“Da dove posso iniziare? Penso che non sia una questione che riguarda solo i giorni recenti a essere onesti, riguarda tutto quello che lui ha dovuto subire nella sua vita.” Sebastian ha sottolineato infatti, la continua lotta di Hamilton che sin da bambino si è trovato ad affrontare tutto da solo, insieme alla sua famiglia.
“Ogni forma di abuso è sbagliata, dunque è positiva una reazione forte e rapida di tutta la comunità F1 in sostegno di Lewis. Non credo che ci possa essere spazio per questo tipo di dichiarazioni, abbiamo fatto parecchia strada rispetto a qualche anno fa, ma non aiuta quando succedono episodi di questo tipo: c’è gente che usa termini inappropriati e dice cose sbagliate. Bisogna continuare a parlare di queste cose perché questo problema non passerà da un giorno all’altro. Sarebbe bellissimo se fosse così, ma è una questione più ampia, e la F1 ha responsabilità in tutto questo, stiamo cercando di fare qualcosa, abbiamo la campagna #WeRaceAsOne. Ci sono tante cose che dobbiamo cercare di fare, è importante come ci comportiamo e includere chiunque, al di là del colore della pelle e degli orientamenti sessuali. Qualunque comunità è benvenuta, siamo aperti a chiunque e bisogna ribadirlo. La gentilezza delle persone fa la differenza“.
Norris in coro
Anche Norris ha voluto esprimere il proprio parere: “Vettel ha dato una spiegazione perfetta. Non credo che Lewis abbia vissuto una cosa del genere solo ora, credo l’abbia affrontata per tutta la carriera. ma tutti sappiamo che è forte, ma come ha detto Seb non c’è spazio per chi dice certe cose. Non è bello, siamo in F1 e vogliamo essere in grado di creare dei cambiamenti positivi. Vogliamo migliorare il mondo e dobbiamo lavorare nella direzione giusta per tanti temi. Ho manifestato il mio sostegno a Lewis, ma le parole di Vettel sono state più efficaci.”
La replica di Lewis
Già dopo l’accaduto è arrivata subito la risposta di Lewis Hamilton che ha lanciato un messaggio che non riguarda nello specifico il suo caso ma una visione più ampia del problema. Anche nel corso della conferenza stampa a Silverstone Lewis ha parlato del caso che lo ha coinvolto in questi ultimi due giorni. “Sono grato a tutti quelli che nella F1 mi hanno manifestato il loro sostegno (dopo le parole di Piquet, ndr). Le sfide che abbiamo davanti sono ancora tante. Ho spesso subito manifestazioni di razzismo, critiche o negatività. E spesso anche discriminazioni subdole. Ma guardo al quadro complessivo e non capisco perché si continua a dare spazio a chi la F1 non la rappresenta più. La F1 guarda al Suda Africa e dobbiamo dare ai giovani una piattaforma diversa. E non è solo una questione di una sola persona. La reazione di F1 e FIA è stata istintiva e pronta, ma bisogna davvero cominciare ad agire. Media e F1 non dovrebbero concedere spazio a queste persone”
Parola d’ordine: inclusione
L’impegno di Lewis vuole cercare di andare oltre al semplice – ma non poi così tanto semplice – rispetto reciproco. “Siamo tutti uguali, dobbiamo unire le persone. Sono qui, ancora forte, concentrato sul mio lavoro. E spingo per la diversità e l’inclusione in questo sport, per firmare un documento che manifesti un impegno concreto. Spero che un primo passo sia stato compiuto. Però ho bisogno di aiuto da parte di tutti”.
Fonte dichiarazioni: Formula Passion, Sky Sport F1