Ore 22.00 italiane: il semaforo si spegne a Miami. Piove da ore, la pista è stata appena asciugata dopo una giornata incerta. La F1 Academy ha detto stop, ma la Formula 1 no: la parata piloti è andata avanti con ombrelli e macchine LEGO, e quindi si parte. Le strategie immaginate da Pirelli? Una sosta lunga e una più breve, a patto che arrivi una safety car a rendere tutto più prevedibile. La qualifica ha mostrato un trittico deciso: Verstappen (3.39), Norris (3.33), Antonelli (3.40) e il meteo non interessa a nessuno, visto che il GP di Miami parte senza problemi, soprattutto Piastri.
Partenza: Max chiude, Piastri approfitta
Verstappen scatta bene e chiude subito la porta a Norris. Antonelli si infila sull’inglese e si prende la seconda posizione. Max e Norris, di nuovo, si pizzicano, lasciando la FIA battibeccare su quali provvedimenti prendere (sarà giudicato come incidente di gara). Prima bandiera gialla, quasi subito: Doohan ha una foratura per un contatto con la Racing Bulls di Lawson. Norris finito in sesta, cerca di risalire, mentre Piastri dopo i primi tre giri si prende la seconda. Dopo la gara in Arabia Saudita, Verstappen spera ora che sia Norris a ricevere una penalità e fa in modo che in FIA pensino esattamente questo. Verstappen, come sempre, parte aggressivo, non c’erano dubbi. Kimi Antonelli resiste ma è sotto pressione, ma chi se lo sarebbe aspettato un rookie a tenere così duro?
Dopo la safety car, si parla già di pioggia in arrivo tra circa 15 minuti. Il duello tra Piastri e Verstappen ha attirato l’attenzione. Al settimo giro, Norris recupera la terza posizione su Russell, che perde ritmo, alla curva 3, mentre la Williams con Sainz si dimostra competitiva. Antonelli riceve ordine di amministrare le gomme in attesa della pioggia e tutti iniziano a pensare al prossimo pit.
Macchina vs uomo
Al decimo giro, le due McLaren si avvicinano e mentre Antonelli scende in quarta posizione, portando Norris in terza, Piastri usa il DRS per attaccare Verstappen. Tuttavia Max si difende duramente, tenendo la leadership anche con una macchina meno veloce, più di una volta, forse troppe volte. Al 14° giro, dopo un lungo bloccaggio di Max, Piastri si prende la prima posizione del GP di Miami. Max si lamenta dei freni – “Inutili”, li definisce – e Norris intanto lo attacca, superandolo una prima volta andando oltre i limiti della pista e dopo aver restituito la posizione, se la riprende più avanti.
Nelle retrovie, Albon ha un problema alla pressione dell’acqua, Leclerc segnala tagli alla chicane da parte di Sainz, essendo dietro di lui in ottava posizione e Bortoleto tenta un pit con gomme slick. Chi ha le hard può resistere, ma chi è su media, come Russell, deve cambiare. Hamilton cerca di entrare almeno in zona punti, attaccando Ocon per la decima piazza. Ma non ci riuscirà ancora per un po’.
Al giro 26 iniziano i pit stop: Hadjar monta le hard, poi è il turno di Antonelli, Sainz, Albon e Verstappen. Bearman si ferma improvvisamente in pista dopo esser stato superato da Gasly: è colpa della PU. È Virtual Safety Car quando ne approfittano Lando e Lewis per fermarsi, poi anche Piastri e Leclerc. Russell perde intanto secondi preziosi. Alla ripartenza, l’ordine è: Piastri, Norris, Russell, Verstappen, Albon, Antonelli, Leclerc, Sainz. Carlos supera facilmente Leclerc, a dimostrazione che Ferrari è lontana dalle aspettative.
Bortoleto out, in una seconda Virtual Safety Car
Ancora una Virtual Safety Car, questa volta per l’uscita di scena di Bortoleto. Al termine del regime di neutralizzazione, si accende la bagarre tra le due Ferrari. Sainz e Leclerc si contendono la settima posizione: il 55 non molla, ma nemmeno il 16. Nello stesso momento, Hamilton si inserisce e si piazza in mezzo a entrambi. Le due Ferrari si ritrovano settima e ottava. L’inglese però non molla, si sente più veloce e lo comunica al box. Dall’altra parte del muretto, Vigna osserva preoccupato un progetto che appare sempre più compromesso. Nessun ordine di squadra tra i due piloti Ferrari, nonostante il passo di Leclerc sembri migliorare. Dopo una penalità di 5 secondi di Tsunoda, emerge che Gasly e Sainz non avrebbero rispettato il regime di bandiera gialla e sono sotto investigazione.
Davanti Norris si avvicina pericolosamente a Piastri, mentre Leclerc continua a ridurre il distacco da Hamilton. Charles lamenta un fastidio al separatore delle gambe, ma nonostante questo gira su tempi vicini a quelli di Antonelli, in sesta posizione. È un avvio di stagione anomalo per la Rossa. Le Ferrari si ritrovano alle spalle di un rookie diciottenne, Kimi Antonelli, dietro le Haas e il risultato è che iniziano a battibeccare via radio su chi debba cedere la posizione. Dopo alcuni scambi tesi, arriva la decisione del muretto: Hamilton deve lasciar passare Leclerc. Il sorpasso avviene, ma il clima è teso.

Charles, visibilmente nervoso, si rende conto di non poter fare molto di più con questa macchina. Hamilton, poco dopo, si innervosisce a sua volta: Sainz sta arrivando veloce da dietro. La sua domanda in radio è netta:
“Volete che lasci passare anche lui?”
In casa Ferrari è ferro e fuoco. Ordini, malumori e poca competitività: il weekend di questo GP di Miami conferma che c’è ancora tanto da sistemare, ma le McLaren e soprattutto Piastri, continuano a dominare. Gli ultimi giri sono scontati, al muretto cercano di tenere Max sotto i 5 secondi, ma Piastri rimasto lì a 33 secondi di vantaggio e vince questa gara dopo averla guidata per tutto il tempo. Secondo Norris, terzo Russell.