La stagione 2025 ha visto esordire in F1 cinque giovani talenti. C’è chi ha avuto qualche difficoltà nelle categorie inferiori, chi ha bruciato le tappe e chi ha debuttato già nel 2024. Tutti hanno raggiunto il loro sogno in modo diverso. E poi c’è Gabriel Bortoleto.
Vincitore della Formula 3 al suo primo anno e l’anno seguente della Formula 2: possiede un curriculum perfetto, ineccepibile, che lo dovrebbe proiettare nel mondo della Formula 1 come uno dei migliori talenti della nuova generazione. Eppure il pilota brasiliano occupa l’ultima posizione nella classifica del campionato e tra i rookie Bortoleto con la sua Stake è il pilota più in difficoltà. Cosa è successo? C’è davvero un problema o è solo in una fase di adattamento dovuta a un auto fallimentare?
Bortoleto e le sue difficoltà a confronto in Stake
Per fare chiarezza è importante confrontare l’inizio di stagione del brasiliano con il più esperto compagno di squadra tedesco. Nico Hulkenberg sta a sua volta faticando in questo avvio di stagione, a riprova del fatto che la Stake è un’auto molto complicata da guidare. Ma soprattutto molto lenta. Bortoleto era partito bene, soprattutto sul giro secco. Nelle prime due qualifiche, in Australia e quella sprint in Cina si era qualificato per il Q2. Al contrario Hulkenberg, noto per essere un grande interprete della qualifica, non aveva superato il primo taglio. Nelle ultime 3 qualifiche però si è sempre fermato al Q1, mai davanti al compagno di squadra, così come nelle ultime 3 gare, dove è sempre stato a ridosso dell’ultima posizione.

Ora il 20enne di San Paolo si trova in un momento della sua carriera fondamentale: deve trovare continuità nei risultati e cercare di stare davanti al compagno di squadra, o perlomeno impensierirlo. Con un’auto non competitiva non può far altro che fare esperienza, mettersi in mostra e sfruttare ogni opportunità. Un’occasione sicuramente ghiotta era la caotica e bagnata gara d’esordio, dove Hulkenberg ha terminato al settimo posto mentre Bortoleto è andato a muro. Il giovane pilota può comunque crescere senza troppe pressioni visto che Audi l’ha messo sotto contratto anche per la stagione 2026.
Tre esempi del passato, tra similitudini e differenze
Una vettura che non permette a un pilota di mostrare il suo potenziale può essere frustrante da guidare. Soprattutto se, come nel caso di Bortoleto, si è abituati a stare nella parte alta della classifica e a vincere gare. A proposito di ciò abbiamo 3 recenti esempi di piloti che sono arrivati in Formula 1 dopo la doppietta F3-F2 da rookie: Charles Leclerc, George Russell e Oscar Piastri.
Il monegasco dopo qualche gara di adattamento con la sua Alfa Romeo cominciò a inanellare ottimi piazzamenti, finendo nella zona punti ben 10 volte e ottenendo 39 punti. Oltre il triplo in più di Marcus Ericsson, suo compagno di squadra nel 2018. Molto più complicato l’anno da rookie di Russell nel 2019: una Williams costretta alle retrovie vista la scarsa competitività non gli ha permesso di ottenere nessun punto. Tuttavia ha battuto quasi in ogni occasione l’espertissimo compagno Kubica, mostrando il suo talento e dimostrandosi veloce anche senza ottenere grandi risultati. Infine è storia più recente il debutto di Piastri nel 2023. Il pilota australiano, dopo un inizio di stagione complicato, si è reso protagonista nella seconda parte di stagione con la vittoria della gara sprint in Qatar e 2 podi, grazie agli aggiornamenti della McLaren durante la stagione.

Un cambio di rotta è necessario
L’inizio della carriera di Bortoleto sembra molto simile a quella di Russell, relegato nelle retrovie e con un pilota molto esperto al suo fianco. Il pilota britannico ora viene considerato uno dei migliori in griglia, corre per un top team e ha al suo attivo 3 vittorie e svariati podi. Ciò dimostra che anche iniziando in un team di bassa classifica si può emergere. Bortoleto da questo punto di vista ha ancora dimostrato poco, ma come visto in precedenza ha tempo. Anche se non deve sottovalutare la spietatezza della Formula 1: se non dimostra che può stare davanti a Hulkenberg, difficilmente gli si apriranno molte porte dopo il 2026.
Un punto a favore del pilota brasiliano è quello di essere sotto l’ala protettiva di Fernando Alonso. Come per Oscar Piastri, che viene gestito da Mark Webber, Bortoleto può trarre vantaggio dall’esperienza nel circus dello spagnolo, suo manager, che può sicuramente aiutarlo sia per i problemi in pista che nelle scelte per la sua carriera. Lo spagnolo si è esposto sul giovane talento, definendolo il migliore della nuova generazione. Di altro avviso Helmut Marko, che nel weekend inaugurale del 2025 si era espresso in modo negativo sul brasiliano, definendolo un pilota “da serie B”. Ma se Stake creerà ancora difficoltà a Bortoleto, dovrà essere proprio lui a convincere tutti là fuori e il compito non sarà semplice. E per i fantamanager? A che punto siamo con gli investimenti rookie?
