La logistica in Formula 1 è davvero complessa. Non potrebbe essere altrimenti, oppure un trittico di gare come quello che si è appena concluso con il GP di Jeddah non sarebbe possibile. Tanti i criteri e le necessità da rispettare, tra la crescente ambizione di questo sport nell’estendersi in tutto il mondo e il nobile obiettivo di inquinare meno, per compiere la propria parte nella cura del pianeta. Gli spostamenti in F1 sono programmati secondo questo delicatissimo equilibrio. Vediamo, quindi, insieme quali sono le basi su cui poggia l’intera logistica della Formula 1.
Le tre sfide principali per la logistica in Formula 1
La Formula 1 corre velocissima in pista, anche fuori però non scherza mica. Spostare tutto il materiale, tra vetture, pneumatici, strutture e quant’altro, è una sfida che richiede una ferrea programmazione e una forte propensione alla flessibilità. L’imprevisto, infatti, è spesso dietro l’angolo. Senza tornare al 2020 e alle complicazioni dovute alla pandemia, in occasione dell’ultimo GP della Cina alcune scuderie hanno subito dei ritardi consistenti nel vedersi consegnati i materiali spediti dall’Australia. La FIA, di conseguenza, si è vista costretta a ridurre le ore di coprifuoco, per permettere alle squadre di poter lavorare oltre l’orario normalmente consentito per rimettersi in paro sulla tabella di marcia.
Questa, si tratta, di una delle tre sfide su cui la logistica in Formula 1 deve essere tarata. Si tratta della maggior globalizzazione che questo sport sta guadagnando nel corso degli anni. DHL, che da 20 anni è partner ufficiale del campionato, si occupa di organizzare i trasporti da una tappa all’altra del mondo. Un compito che si complica ulteriormente viste le notevoli aggiunte in un calendario ormai molto fitto. Dal 2004, la Formula 1 ha messo le tende in nazioni inedite, espandendosi verso l’Asia ei Paesi Arabi per esempio. Inoltre, grazie all’ingresso di Liberty Media, le tappe americane sono passate da una a tre, con l’ingresso di Miami, prossimo GP, e Las Vegas.
Ecco, questa notevole espansione porta ad altre due sfide significative e strettamente collegate: quella ambientale e quella inerente ai metodi di trasporto. A proposito di quest’ultima, come spiegato da DHL stessa, particolare è la programmazione di una logistica multimodale. Infatti, secondo alcune logiche, il trasporto può avvenire tramite volo, navigazione o muovendosi su strada. Inoltre, le opzioni multimodali permettono di impegnarsi su altri due fronti: il contenimento dei costi e, appunto, dell’inquinamento.

Il ruolo fondamentale di DHL in Formula 1
L’ambizioso obiettivo di FIA e Liberty media è quello di continuare a crescere, ma, allo stesso tempo, tenendo sott’occhio la questione ambientale. Dalla fine degli anni 2010, quando questo tipo di tematiche si è fatto ancora più presente all’interno dei maggiori dibattiti politici ed economici nel mondo. Queste sensibilità hanno toccato anche il motorsport e la sua logistica, con Formula 1 che nel 2019 ha annunciato il programma Net Zero, il quale porterà la categoria a raggiungere le zero emissioni nette di carbonio entro il 2030.
Un accordo che, oltre ai team, è stato esteso anche ai maggiori partner. Tra questi, appunto, anche DHL, che si sta impegnando nell’adottare misure più ecologiche. Dunque, una prima rivoluzione ha riguardato i mezzi di trasporto merci. L’azienda tedesca ogni weekend si ritrova a trasportare 1.400 tonnellate di materiale, cosa che ha scelto di fare, però, tramite l’utilizzo di Boeing 777 cargo a basso consumo e alimentato da carburante aereo sostenibile. Inoltre, per gli spostamenti su strada vengono affiancati ai mezzi di proprietà dei team un supporto di ben 37 camion alimentati da biocarburante HV100, ovvero combustibile rinnovabile in grado di ridurre le emissioni di gas serra.
La logistica in Formula 1, poi, viene variegata a seconda dei casi. Le consegne più urgenti vengono effettuate via aerea, ma utilizzare solo e unicamente questo mezzo risulterebbe dispendioso sia a livello economico che ambientale. Per questo, una parte del materiale, quella che viaggia tra diversi continenti e quindi per tratte più lunghe, viaggia via mare. Infine, discorso ancora diverso per le trasferte europee, dove tutti i team hanno sede e dove si svolge una parte consistente del calendario di Formula 1. In questo caso, per gli spostamenti più corti, si opta per il trasporto su strada.
Le fasi al circuito e un calendario ottimizzato
La logistica in Formula 1 è una gara in cui ogni secondo conta, soprattutto se le settimane di gara consecutive sono due o, peggio ancora, tre. In questi casi, dopo le ispezioni post gara, le squadre procedono a smontare le loro vetture e attrezzature, per poi spedirle appena possibile verso il prossimo circuito. I container utilizzati vengono riempiti ottimizzando gli spazi, così come anche l’uscita dei mezzi dagli autodromi segue un rigoroso ordine preciso, in modo da evitare ingorghi. Mentre i membri delle scuderie ripartono solitamente il lunedì mattina, il materiale arriva al circuito successivo pronto per essere rimontato e reso utilizzabile tra le giornate di mercoledì e giovedì.
Non tutto il materiale, però, segue linearmente le date del calendario. Il materiale delle aree hospitality e degli uffici è programmato diversamente, con i team che da gennaio invia cinque container in giro per il mondo e, una volta utilizzati, vengono spediti verso circuiti lontani in cui il weekend di gara si svolgerà nei mesi successivi. Per questo, come racconta NSS Sports, alcuni materiali per le strutture utilizzati in Australia verranno riutilizzati a Miami, per la prossima gara.
Infine, per facilitare la logistica, la Formula 1 da anni sta lavorando su una programmazione regionale del calendario. Questo perché correre gare consecutive raggruppate secondo il proprio continente d’appartenenza rende possibile sia risparmiare sulle spese e sia dal punto di vista ambientale. Proprio per questo, dall’anno prossimo il GP del Canada non si svolgerà più a giugno, bensì a maggio, così da non dover costringere l’intero circus a due viaggi intercontinentali di seguito, ovvero prima da Barcellona a Montreal, e poi da quest’ultima in Austria, disagio che si presenta invece nella stagione 2025.