Che fatica eh? Lewis Hamilton nel corso degli anni si è trovato di fronte ad ogni sorta di sfida. Ha disintegrato record e inanellato successi grazie alle sue più grandi doti: velocità e spregiudicatezza. Due motivi per il quale questo ragazzo prodigio non è mai stato visto di buon occhio dai suoi detrattori, che ad ogni successo dell’inglese alzavano lo sguardo al cielo. I pregiudizi sul colore della sua pelle, lo avrebbero potuto fermare sin da piccolo. Fortunatamente la sua storia ha preso una piega diversa, forse inaspettata per papà Anthony che non sapeva spiegarsi da dove arrivasse quel talento così cristallino.
Il recente polverone alzato dalle dichiarazioni di Nelson Piquet, che si è riferito al pilota britannico con termini razzisti dopo l’episodio di Silverstone 2021, Lewis lo ha cavalcato come un surfista farebbe con un’onda alta 10 metri. Pungente, dannatamente saggio, un campione a tutto tondo, che alla vigilia del weekend in casa a Silverstone, da demolito si è trasformato a demolitore.
La corazza non è mai andata via
La corazza di ragazzino terribile negli anni ha fatto spazio a quella dell’uomo adulto, difficile da battere mentalmente e nei corpo a corpo. Mondiale dopo l’altro è diventato leggenda, l’invincibile, il “martello” che con un ritmo impressionante scandiva il tempo in pista. Dalle critiche per le sconfitte, a quelle per le vittorie, non sono mancate le occasioni per screditare non solo il suo talento ma anche la sua provenienza e le sue abitudini di vita. Come se questo giustificasse l’ondata di odio insomma, forse come tentativo disperato per farlo crollare, dato che più volte è stato giudicato come debole, o demolito. La sconfitta ad Abu Dhabi nel 2021, lo ha portato ad un silenzio social inaspettato, tanto da far ipotizzare un suo ritiro. La verità è che Lewis è sempre stato più forte di chi, negli anni ha cercato di demolirlo.
Lewis ci invita a riflettere
“Concentriamoci sul cambiare la mentalità” dice Hamilton su Twitter, dopo la bufera sul caso Piquet. Lo scrive in portoghese, un messaggio diretto principalmente al pubblico in Brasile, dal quale ha recentemente ricevuto anche la cittadinanza onoraria e che ha puntato il dito contro Piquet per i suoi attacchi razzisti a Lewis.
A mente fredda poi, arriva un altro messaggio del pilota britannico che ci invita a riflettere:
“Non si tratta solo di linguaggio. Queste mentalità arcaiche devono cambiare e non hanno posto nel nostro sport. Sono stato circondato da questi atteggiamenti e bersagli per tutta la vita. C’è stato molto tempo per imparare. È arrivato il momento di agire” il suo ultimo tweet. Un messaggio rispetto all’accaduto che ha diviso le platee dato che in molti hanno minimizzato il gesto di Piquet attribuito alla “diversità di linguaggio”.
Proprio l’inglese inoltre, ha condiviso anche un tweet in cui un utente si domandava cosa sarebbe successo se l’episodio si fosse verificato a parti inverse, commentando con un pungente “Immagina“.
Testa a Silverstone
Dopo l’inizio difficile per Hamilton, alimentato anche dalla rivalità in casa con il giovane Russell, e una W13 troppo difficile da domare, il leone è pronto a tornare a casa. Le ultime gare, in particolare il podio in Canada, gli hanno restituito fiducia. Il team è ancora lontano da Red Bull e Ferrari ma sta facendo progressi per dare a Lewis una macchina che esalti il suo potenziale. In occasione del Gran Premio di Gran Bretagna, tanto importante per Hamilton e Russell quanto per il team, arriverà con tutta probabilità l’ultimo grande aggiornamento della stagione prima di buttarsi a capofitto sul modello del 2023. Con i nuovi aggiornamenti la Mercedes spera di mettere in pista una W13 rivoluzionata, che possa ridefinire lo status quo della scuderia e dare a Lewis e George una macchina per vincere.
Tornare a farlo a Silverstone sarebbe un sogno. Uno di quelli che Lewis, come sappiamo, difficilmente abbandona.