La fine dell’avventura di Sergio Perez in Red Bull sembra ormai scritta. A confermare quello che finora era solo un intreccio di voci e indiscrezioni è stato il giornalista Julien Febreau di Canal+, che ha annunciato che il team di Milton Keynes avrebbe già scelto il sostituto del messicano: sarà Liam Lawson a sedersi accanto a Max Verstappen nella prossima stagione. L’ufficialità, stando alle indiscrezioni, è attesa nei prossimi giorni.
Il capitolo Perez è chiuso
La stagione di Sergio Perez si è chiusa tra delusioni e difficoltà, anche a causa della mancata competitività della RB20. Nonostante questo Verstappen ha portato a casa il mondiale piloti, mentre Perez oltre a non aver vinto nemmeno una gara ha avuto un crollo di prestazioni che ha reso impossibile difendere la sua posizione. Le voci di una sua sostituzione si sono rincorse per mesi, soprattutto dopo il rinnovo, ma ora il dado è tratto.
Liam Lawson secondo Canal+, avrebbe convinto Red Bull a optare per un cambio di piano. Febreau ha dichiarato: “Possiamo confermare che Sergio Perez non guiderà più per il team Red Bull il prossimo anno. La decisione è stata presa e verrà annunciata entro fine settimana. Il suo sostituto sarà Liam Lawson”.
Per il giovane neozelandese, che ha chiuso il 2024 al volante della Racing Bulls sostituendo Daniel Ricciardo, si prospetta una sfida enorme: raccogliere l’eredità di un pilota esperto come Perez e competere al fianco del tre volte campione del mondo Max Verstappen. Una sfida doppia dunque. Dato che negli anni quel secondo sedile è passato a diversi piloti, che poi non hanno dimostrato di poter reggere il confronto con Max.
Tsunoda e l’occasione mancata
Tra i contendenti al sedile Red Bull c’era anche Yuki Tsunoda, che ha avuto modo di mettersi in mostra nei test di Abu Dhabi. Tuttavia, la decisione sembra ormai presa, lasciando il giapponese a dover affrontare un futuro ancora incerto in Racing Bulls.
L’annuncio ufficiale metterà fine a mesi di speculazioni e aprirà un nuovo capitolo per Red Bull. La scelta di Lawson rappresenta un cambio generazionale che guarda al futuro, ma anche un rischio calcolato per un team che non può permettersi altri passi falsi.