I risultati di Sergio Perez a bordo della sua Red Bull non sono migliorati. Il pilota messicano ha evitato di perdere il volante dopo la pausa estiva, ma a quanto sembra il suo 2025 pare essere a rischio. Dietro di lui, intanto, Tsunoda e Lawson scalpitano.
Perez in Red Bull è diventato irriconoscibile
Non è mai facile giudicare negativamente l’impegno e il rendimento di un pilota. Dietro un casco e un volante c’è sempre una persona che, a ogni gran premio, sceglie di mettersi in gioco, rischiando la propria vita per inseguire il suo sogno. Tanta tenacia, insomma, che tanto aveva contrassegnato il Perez della stagione 2020. Al tempo, Racing Point gli preferì Vettel e Stroll per il 2021. Il messicano corse così tutta la seconda parte di stagione con le spalle al muro, cercando di lascere un segno in grado di far sopravvivere la sua carriera in F1. L’occasione Red Bull se la guadagnò in pista, soprattutto grazie all’ottenimento della sua prima vittoria in Bahrein. Lui che, nonostante numerose prestazioni brillanti nel corso della sua carriera, non era mai riuscito a salire su una vettura altamente competitiva. Nel 2013, come eccezione, ebbe l’opportunità di guidare per McLaren. Ma sostituire Hamilton non deve essere stato un compito facile: i risultati non arrivarono, i rapporti nel team si consumarono in fretta e così quel matrimonio non sbocciò mai
Torniamo ad oggi. Quel Sergio Perez, tenace e combattivo, che riuscì a convincere Red Bull nel puntare su un pilota estraneo alla propria academy, pare essere scomparso. I primi campanelli d’allarme suonarono già alla fine dello scorso anno, quando, anche con una vettura dominante, il divario con Verstappen si fece abbastanza pesante. Infatti, dal GP di Miami dello scorso anno, raramente Perez è riuscito a impegnarsi per la vittoria, ancora meno a figurarsi come possibile antagonista per il mondiale agli occhi del suo compagno di squadra, che mai l’ha temuto.
Una striscia di risultati negativi: Perez non sale sul podio dal GP di Cina
La stagione 2024 era iniziata sulla falsariga di quella targata 2023. Verstappen davanti e dietro Perez a suo seguito. Così finché la Red Bull non ha smesso di essere la vettura da battere. Da quel momento in poi, con Miami ancora spartiacque, le prestazioni di Perez si sono inabissate. Dal GP di Monaco a quello di Austin il miglior risultato per il messicano è risultato essere un sesto posto aggiudicatosi tra le dune di Zandvoort. Qualche segnale di ripresa è emerso a Baku. Anche sul circuito azero il tutto si è trasformato in nulla di fatto, grazie al contatto al penultimo giro con Carlos Sainz. In qualifica, poi, spesso il messicano è rimasto escluso dal Q3, accontentandosi di iniziare le sue gare lontano dalle posizioni che contano.
Infine, ad Austin non è andata diversamente. Undicesimo nella sprint qualifying e nono al traguardo della sprint. Leggermente meglio la qualifica, in cui Perez ha ottenuto una decima posizione, non riuscendo a completare il suo ultimo tentativo per via dell’incidente di Russell. La domenica, invece, ha visto Perez tagliare il traguardo al settimo posto, proprio dietro a George Russell che invece partiva ultimo. L’ennesima domenica incolore, con il pilota messicano che ha dimostrato di non avere un passo competitivo per tutta la durata del weekend. Insomma, conti alla mano, per Perez la vittoria e il podio sono ricordi ormai lontani, tanto che il numero 11 Red Bull non sale su quest’ultimo dal GP di Cina del 21 aprile scorso, quando arrivò alle spalle del solito Max Verstappen e della McLaren di Lando Norris.
Tanti punti persi: le prestazioni di Perez penalizzano Red Bull nel costruttori
Non è servito a spronare Sergio Perez nemmeno il rischio di perdere il volante già dalla pausa estiva. Red Bull, infatti, stava già pensando di sostituirlo con Daniel Ricciardo. Alla fine però il cambio non è andato in porto, con l’australiano costretto a fare spazio a Liam Lawson. Proprio quest’ultimo si sta giocando il sedile di Perez insieme a Yuki Tsunoda. Il neozelandese, tra l’altro, ha saputo fare la differenza nel fine settimana texano, raggiungendo una insperata nona posizione, nonostante partisse dal fondo della griglia per aver utilizzato la quinta power unit della stagione. Un risultato impressionante, che se sommato alla discreta stagione condotta fin qui da Tsunoda, mettono ancora più alle strette Sergio Perez. Red Bull, inoltre, ha interesse nel liberare un sedile in Racing Bulls. Dalla Formula 2 sta arrivando un ottimo Isack Hadjar, fino ad adesso in lotta con Bortoleto per la vittoria finale.
Un effetto domino dalle dimensioni importanti grava sulle spalle di Sergio Perez, che grazie alle sue prestazioni sottotono sta facendo perdere tanti punti al suo team in ottica costruttori. A cinque gare dal termine, infatti, Verstappen si ritrova da solo a dover combattere contro Ferrari e McLaren, oltre a dover amministrare il distacco per il campionato piloti nei confronti di Lando Norris. Una situazione di svantaggio che, al di là delle difficoltà di Perez, forse Red Bull si merita. Infatti, i modi violenti che Helmut Marko utilizza per rapportarsi con i suoi piloti non stanno portando i risultati sperati, oltre a essere umanamente discutibili. Insomma, se dalla dipartita di Daniel Ricciardo del 2018, non si è riusciti a trovare un pilota in grado di lavorare serenamente e con continuità al fianco di Verstappen, magari, a scottare dovrebbe essere anche la poltrona di Marko, oltre che al sedile di Perez.