Dopo una settimana di pausa, la F1 torna a correre. Mancano solo due gare prima della pausa estiva, e i team faranno di tutto per massimizzare i risultati. Questo week-end si corre il GP d’Ungheria, a Budapest: scopriamo il circuito dell‘Hungaroring.
GP Ungheria: la storia di un circuito importante per un’intera nazione
L’Hungaroring è un circuito permanente costruito a Mogyoród, 25 km dalla capitale Budapest. Inaugurato nel 1986 (anno del primo gran premio disputato), è lungo 4381 metri e presenta 14 curve. Due le zone DRS, una sul rettilineo principale e la seconda tra la 1 e la 2. Si tratta di un circuito importantissimo per l’Ungheria in generale. Per il periodo della costruzione, fu una conquista politica enorme. Anche per la F1 fu fondamentale, perché ci si avvicinava finalmente a quel blocco di paesi socialisti.
L’albo d’oro del GP d’Ungheria vede, però, un solo ed incontrastato re: Lewis Hamilton. Per il britannico, questa è praticamente la sua seconda casa. Qui ha il maggior numero di vittorie (8) e pole position (9). In entrambe le categorie, dietro di lui c’è Schumacher (4 vittorie e 7 pole). Il maggior numero di vittorie fra i costruttori appartiene alla McLaren con 11, seguita da Ferrari e Williams con 7.
Sia il record assoluto che quello ufficiale appartengono ancora ad Hamilton. Il primo in 1’13”447 ed il secondo in 1’16″627. Entrambi sono stati registrati nel 2020.
Alte temperature fattore chiave. Occhio allo sporco
Il tracciato ungherese non è rinomato per i suoi sorpassi. Due i rettilinei dove si può tentare l’affondo, ma in realtà sono abbastanza corti. Per questo i team molto probabilmente sceglieranno un assetto da medio-alto carico. Nelle molte curve da media-bassa velocità serve infatti tanto carico per poterle affrontare con più precisione possibile.
Tuttavia, ciò che le scuderie dovranno tenere sott’occhio sono le temperature. Dalla prima edizione nell’86, solamente in 6 edizioni abbiamo visto un meteo diverso da quello torrido. Sarà quindi importantissimo raffreddare la macchina in maniera ottimale e non far surriscaldare gli pneumatici. Occhio a questo particolare soprattutto in qualifica. I piloti dovranno essere bravi a non distruggere completamente la gomma prima dell’ultimo settore. In quella zona di circuito si rischia di arrivare con gomme troppo calde e poco grip, rovinando un giro.
Un altro fattore chiave sarà lo sporco. L’Hungaroring non è stato utilizzato fino a maggio per una ristrutturazione del paddock. Andare fuori traiettoria sarebbe quindi un danno per le gomme e anche per il pilota.
Lotta a 4 per la vittoria del GP d’Ungheria
12 gare sono state messe in archivio, 12 ancora da vivere. A questo punto della stagione e con macchine così vicine tra loro, fare pronostici è diventato impossibile. Se prima c’era solo e soltanto Max Verstappen, adesso l’olandese deve fare del suo meglio ogni fine settimana. Una Mercedes così in forma non si vedeva da anni, e chissà che questo Hamilton con tanta fiducia non possa ripetere lo show di Silverstone. Schierare una delle due frecce d’argento (in base ovviamente a ciò che si vedrà nelle prove libere) non dovrebbe essere una cattiva idea.
Da tenere in considerazione ovviamente anche Ferrari e McLaren. Se la seconda potrebbe essere addirittura diventata prima forza complessiva, la prima cerca di capire quale sia la via giusta. Con l’augurio, inoltre, che il nuovo fondo progettato per questo gran premio possa dare i frutti sperati.
ARTICOLO DI FRANCESCO ORLANDO