La sua è una di quelle storie che non ci stancheremmo mai di ascoltare. Una lunghissima storia che ha portato un paese intero sul tetto del mondo per ben due stagioni di fila. Fernando Alonso, con quasi 41 candeline da spegnere, 2 titoli mondiali, e più di 340 Gran Premi in tasca non vuole solo correre per divertirsi, ma per raggiungere un obiettivo. Affermarsi sugli altri battendo ogni avversario. E non tutti sanno che a Baku, proprio un paio di giorni fa è riuscito a battere un record storico, appartenuto, dal 2012 a uno dei più grandi di questo sport: Michael Schumacher.
La carriera (o carrera) più lunga della storia
Fernando Alonso, l’uomo delle imprese impossibili e dal carattere duro come le montagne delle sue Asturie, il 12 Giugno 2022 ha ufficialmente conquistato il primato di carriera più lunga della storia.
7.763 sono i giorni che separano Michael Schumacher dal suo esordio il 25 agosto 1991 con la Jordan, all’addio definitivo nel GP del Brasile del 25 novembre 2012. 21 anni, 3 mesi e 8 giorni, invece, il tempo che attraversa la storia di Fernando Alonso nella massima categoria, iniziata il 4 marzo 2001, 7.770 giorni fa.
Un amore, quello per le corse, sbocciato fin dalla tenera età, e mai tramontato. Aveva solo 3 anni quando iniziò a spingere il piede sull’acceleratore, per non lasciarlo più. A 7 il primo “riconoscimento” ufficiale nel campionato delle Asturie. Sin dall’inizio è sempre stato il più piccolo nelle categorie in cui correva. Questo, però non gli ha mai impedito di vincere con una regolarità spaventosa. Un talento uscito in maniera spontanea, di quelli che non si possono e non si devono sopprimere, come un vulcano in eruzione. Un po’ come quello di chi, nel 2007, è entrato in McLaren come un boomerang impazzito per togliere la corona al re della savana.
Il ruggito del leone
Fernando non ha mai avuto peli sulla lingua. Quel confronto “alla pari” con un giovanissimo Lewis Hamilton, lo manda fuori di testa. Perché il gioco di squadra, va bene purché sia comunque lui a vincere. In tanti anni di carriera Fernando si è mosso su un filo che lo ha portato a scegliere tra cuore e testa. Ha vinto e perso tanto, ma rimanendo sempre fedele a sé stesso.
Tornato in Renault nel 2021 ha trovato un altro giovane ragazzo ad affiancarlo, Esteban Ocon. Francese, quindi un piccolo diamantino per la scuderia. Proprio con Esteban lo scorso anno il pilota spagnolo ha vinto il confronto “in casa”. Sebbene abbia contribuito all’unico successo in carriera del francese, in Ungheria. Un favore, che non si addice al carattere di Alonso, ma che è comunque emblema della crescita e della saggezza maturata dallo spagnolo, negli anni in cui si è “disintossicato” dalla Formula 1.
Dopo un avvio, abbastanza drammatico a inizio stagione 2022, con la rivalità crescente con Ocon e le prospettive di un rinnovo che sembravano arenarsi, Fernando ha dimostrato di non aver perso lo smalto né la corazza che lo contraddistinguono. Il principe delle Asturie, con il 7° posto del Gran Premio a Baku, e quello a Monaco, entrambi conclusi davanti al proprio compagno di squadra, spera di aver aperto un ciclo positivo. Una delle sue caratteristiche è quella di essere in continua metamorfosi. Capace di reinventarsi, di superare – o almeno provare a farlo – ogni ostacolo che si presenta.
Il suo futuro per ora sembra salvo, dal momento che Oscar Piastri, giovane talento del vivaio Alpine, pare destinato ad un capitolo in Williams, come debutto ufficiale in F1. Inoltre, non tutti sanno che Oscar Piastri, Lando Norris, Carlos Sainz, Esteban Ocon, Daniil Kvyat hanno qualcosa che li accomuna oltre al passaggio nelle Formula. Sono tutti piloti, più o meno giovani che sono cresciuti guidando Kart targati Fernando Alonso.
Il piano di tornare a vincere un mondiale per Fernando, sembra ancora lontano. Tuttavia, un anno in più, non fa che aumentare la possibilità di riuscirci, o almeno provarci. Anche con qualche ruga, o capello bianco in più.