Il pilota spagnolo ospite del podcast nude project, ha parlato apertamente dell’intervento che ha dovuto affrontare nel bel mezzo del secondo weekend della stagione, in Arabia Saudita. Carlos Sainz dopo aver accusato dei malori nel corso delle prove libere al venerdì di Jeddah si era recato d’urgenza in ospedale per sottoporsi ad un intervento per appendicite lasciando il posto ad Oliver Bearman, rientrando nel paddock il giorno dopo l’operazione, anche se ancora dolorante. Nel podcast Sainz ha rivelato nuovi dettagli su quel weekend, compreso quello di aver pensato addirittura di correre nonostante i dolori, ipotesi accantonata però dopo aver parlato con i medici sui potenziali rischi.
Sainz e l’appendicite a Jeddah: i medici gli vietarono di correre
Alla vigilia del weekend di casa in Spagna Carlos Sainz ha ripercorso uno dei weekend più difficili nella sua carriera, ovvero quello in Arabia Saudita. Al venerdì dopo essere sceso in pista per le prove libere lo spagnolo si è reso conto di non stare bene. Tuttavia pensando di essere alle prese con una normale influenza Sainz ha preferito proseguire terminando il programma della giornata. Il mattino seguente però, dopo essere peggiorato Sainz si è dovuto recare all’ospedale di Jeddah dove è arrivata la conferma che si trattava di appendicite.
“Sono state le due sessioni più difficili della mia carriera (le prove del venerdì), su un circuito super fisico con curve molto veloci, non mangiavo, non avevo energie, sudavo più del solito… ho sofferto molto. Pensavo fosse un’influenza ma Sabato mattina ho capito che non era un virus”, ha raccontato Sainz al podcast di nude project.
Nonostante la gravità della cosa il primo pensiero di Carlos è stato quello di non voler rinunciare al weekend di gara soprattutto vista la ricerca di un sedile per la prossima stagione. Per questo, come racconta nel podcast, il pilota della Ferrari avrebbe chiesto ai medici di poter ritardare l’intervento con un’iniezione. La risposta dei medici è stata ovviamente negativa, poiché il rischio di correre con un’appendicite sarebbe stato davvero troppo alto. Solo allora lo spagnolo ha accettato di sottoporsi all’intervento rinunciando a correre.
“Ho chiesto di fare un’iniezione per operarmi dopo la gara. Però mi hanno detto di no, che c’era il rischio che mi succedesse qualcosa di molto grave e che sarei potuto addirittura morire se fosse esplosa”.
Il prossimo passo per il futuro e i consigli di papà Sainz
Carlos Sainz ha sempre dovuto lottare per dimostrare che il motorsport era la sua strada. Lo ha dovuto dimostrare al padre, un campione affermato che ha riconosciuto subito il talento del figlio spronandolo a rincorrere il sogno della Formula 1 anche quando le speranze sembravano lontane, soprattutto all’esordio. La situazione ora, con un mercato piloti piuttosto movimentato e l’esclusione della Ferrari sembra aver catapultato nuovamente Sainz in quegli anni.
“Avere in testa che sei ‘figlio di’, avere quella pressione in più… una volta che sei da solo in macchina e sei tu contro il mondo, non è così facile. Ho avuto molti mini-complessi perché pensi che tutti ti guardino perché sei un ‘figlio di’ e sei sempre più attento. Se fossi stato un ‘pacco’ mio padre mi avrebbe portato a giocare a tennis o a golf. A dieci anni tutti mi prendevano a sportellate perché battere il figlio di Sainz era prestigioso. Fu allora che mio padre mi disse che in questo ambiente o mordi o vieni morso. In F1 tutti pensiamo si essere i migliori, se non si ha questa mentalità non si riesce a battere gli altri 19″.
Fonte dichiarazioni: FormulaPassion