Il circus si prepara ad affrontare l’ottava prova del mondiale, e tra i piloti c’è ancora chi fatica a prendere in mano la macchina. Quello tra Sainz e la F1-75 è un rapporto più tormentato di quanto si potesse immaginare. Lo scorso anno il madrileno ha stupito tutti chiudendo il mondiale come primo degli altri, ma il ritorno del concetto di effetto suolo ha le sembianze di uno scoglio difficile da aggirare per il pilota Ferrari.
Un avvio complesso
Se nelle prime due gare in Bahrain e Arabia Saudita Carlos Sainz ha rispettato le aspettative chiudendo secondo e terzo, da Melbourne in poi lo spagnolo è caduto in vortice di errori e sfortune che lo hanno fatto piombare, ad oggi, al quinto posto nella classifica piloti, dietro a Russell per un punto. In Australia e a Imola si è ritirato dopo essere finito nella ghiaia, e in Spagna ha rischiato lo stesso epilogo. Anche a Miami non è andato tutto liscio: durante le prove libere il numero 55 ha impattato contro le barriere di cemento, dimostrando tuttavia una riacquisizione di confidenza non da poco, concludendo il weekend con un terzo posto.
Un weekend positivo
A Monaco, proprio dove lo scorso anno Carlos ha messo una marcia in più, ha sigillato la prima fila al fianco di Leclerc, chiudendo la gara al secondo posto. Una performance niente male, dove lo spagnolo ha dimostrato una dote che non tutti i piloti hanno, ovvero una lettura strategica e lucida della gara: Carlos, dopo la chiamata ai box per le intermedie, ha di fatto proposto al team il passaggio diretto alle gomme slick, strategia poi messa in atto e rivelatasi corretta.
Il fine settimana del Principato, per Sainz, è da accogliere piacevolmente, anche se nel suo volto si leggeva chiaramente un’amarezza per un secondo posto che, forse a causa di un doppiaggio più complesso del previsto, poteva essere una vittoria.
Il confronto
Carlos ha evidenti difficoltà nel confronto con Charles Leclerc, il tabellone segna uno 0-7 in qualifica, e un 2-5 in gara. Se lo scorso anno il madrileno ha stupito reggendo il duello interno, quest’anno sta faticando; segno che quando si ha il mezzo che consente di lottare per le posizioni di testa, non si fa lo stesso sport di chi è a metà classifica. Carlos ha sempre dimostrato di poter sopperire alle mancanze nei confronti di chi è giudicato più talentuoso con il lavoro, ma ora sembra non funzionare. Lo spagnolo ha spesso dato l’impressione di concentrarsi di più sull’avere la meglio nella lotta interna che su sé stesso, ma il compagno fa sul serio. Carlos avrà sicuramente capito che prima deve focalizzarsi su di sé, conscio del fatto che dalle sue prestazioni dipende un campionato costruttori che ad oggi va in direzione Milton Keynes.
Cosa manca
Sainz non ha mai conquistato una vittoria, l’ha solo sfiorata per due volte: domenica scorsa e a Monza nel 2020. Lo spagnolo ha dalla sua una squadra pronta a sostenerlo e una sicurezza contrattuale non da poco. Forse l’unica cosa che lo tirerebbe fuori dal turbinio di negatività in cui si trova è la prima vittoria. La stagione è lunga e le occasioni ci saranno, il ferrarista non dovrà far altro che cogliere l’attimo.
“Ho solo bisogno di essere un po’ più veloce. Mi servono uno o due decimi, in termini di qualifica e passo gara. Se trovo quella velocità che ho trovato nella seconda metà del 2021, arriverà la vittoria. Lo scorso anno ho lavorato duramente per trovarla.”
La ricerca del feeling
Il numero 55 ha riflettuto sulle difficoltà che ha nel prendere confidenza con questa nuova tipologia di monoposto, a quanto pare non facili da guidare: “Dalle telemetrie si vede che non sono ancora a mio agio con la macchina rispetto all’anno scorso. Non sto guidando in modo naturale. Puoi adattarti o modificare la macchina per far sì che si sposi con il tuo stile di guida. A ogni modo queste due cose richiedono tempo, conoscenza ed esperienza. Occorrono errori, tentativi ed errori. Questo è ciò che sto provando a fare ora e ciò che cercherò di correggere il prima possibile.”
FONTE: F1ingenerale