Quando nello sport più elitario del pianeta sbocciano scandali di qualsiasi tipo diviene tutto più accentuato. Era da anni che non si assisteva ad un terremoto come quello in casa Red Bull, e il tutto fa ancora più scalpore se si pensa che il team sembrava navigare in acque idilliache fino a poco tempo fa. Appena vincitrice del titolo piloti e costruttori, la squadra del toro alato sta attraversando una fase della sua storia che verrà ricordata per la sua controversialità.
E tra denunce, screzi interni e lotte di potere, sovviene quasi un sorriso anche tra i non tifosi di Max guardando all’apparente impassibilità con cui questo continua a triturare i rivali. L’olandese, così facendo, alimenta giro dopo giro il soprannome affidatogli dai più: il robot. Nonostante dall’esterno il tre volte iridato sembri in totale controllo, vista la situazione, sorge il dubbio che che un domani possa venir meno tale circostanza.
La situazione attuale in casa Red Bull
Il tumulto generale è nato dallo scandalo legato alle chat tra Christian Horner e la dipendente Red Bull coinvolta. Dire che il fatto sia stato usato come leva utilizzata dalle correnti anti Horner per sollevare il manager inglese dal suo incarico non sarebbe assurdo. Dopo la sospensione dell’addetta ai lavori di Milton Keynes, la dipendente ha rivelato di voler agire in appello e di rivolgersi direttamente alla FIA, rimandando dunque la conclusione del procedimento.
Nello svilupparsi della questione, le correnti pro e anti Horner interne all’azienda hanno portato a non pochi rumors. Il complesso legame tra Horner e Jos Verstappen non starebbe rendendo la vita facile al team principal, a rischio di subire l’emorragia di Max – sempre più vociferato in Mercedes – e di Helmut Marko – sull’orlo delle dimissioni – dall’organico della squadra, e chissà di quanti altri validi tecnici e addetti ai lavori. Ad oggi pare che il team pluri-iridato si trovi davanti al bivio di un “dopo Horner”, con le dirigenze che fanno a spadate per tutelare i propri interessi nella gestione di un team comparabile ad una vera e propria miniera d’oro per gli affari.
Max Verstappen in tutto ciò
Il campione olandese in tutto questo tumulto pare un rilassato barcaiolo levigante un oceano in tempesta. Certo se la barca è una RB20 è più facile, ma vista l’impeccabilità con cui deve lavorare una squadra di F1 per scongiurare insuccessi, fanno scalpore i risultati che il numero 1 & Co. stanno ottenendo. Max è alla nona vittoria di una striscia che dura da Giappone 2023. Il 2024 è iniziato come meglio non si poteva: due pole position e due vittorie. L’unico modo in cui gli avversari possono guastargli le feste è col giro veloce: a Jeddah ci ha pensato Leclerc, ma non ditelo a Max.
Il tre volte campione guida pulito, la monoposto fa quello che vuole, e come se non bastasse le scelte tecniche e strategiche sono sempre quelle giuste. Anche Sergio Perez ha iniziato col piede giusto la stagione, a testimonianza del fatto che la vettura sia accomodante nei confronti di più stili di guida e intenzioni. Insomma, il tutto fa da contorno ad un pilota completo in ogni ambito all’età di ben 26 anni, che dal lato del talento ha ben pochi rivali da dover temere in questo momento storico.
C’è sempre un però
C’è da dire che, tuttavia, nonostante gli scossoni interni ancora non è crollato nulla all’interno della squadra. Ciò che abbiamo appurato è che il team è in grado di lavorare bene nonostante l’uragano “formale” – da valutare nel lungo termine se saprà fare lo stesso nella guerra agli sviluppi -. La squadra del toro alato aveva dato già una conferma di ciò in passato, quando venne a mancare il fondatore del marchio Dietrich Mateschitz, molto coinvolto nel progetto F1, riuscendo ad adattarsi in poco ad una perdita gestionale di calibro elevatissimo.
Tutto è ancora da scrivere, ma se a vincere dovessero essere le correnti anti-Horner molto lascia pensare che l’olandese possa perseguire il dominio incontrastato anche con un team principal diverso dall’inglese. Se altrimenti quest’ultimo dovesse prevalere, l’eventuale addio di Max Verstappen metterebbe a rischio la garanzia di poter guidare la monoposto migliore concessagli in questi ultimi anni da Newey.
Fino a che la situazione non avrà raggiunto un epilogo concreto sembra probabile che il rodato meccanismo RB possa continuare a lavorare al meglio, e di riflesso Max, ma se qualche tsunami dovesse portare a drastici cambiamenti dell’organico, l’impassibilità dell’olandese potrebbe subire un duro colpo nell’eventualità che gli venissero negate le abitudini a cui è legato. Tra tutte, l’avere al suo fianco il consulente che lo segue dai tempi dell’academy, e tecnici assolventi pedissequamente le sue richieste.