La Ferrari ha terminato la stagione 2023 piazzandosi al terzo posto nei costruttori. Un risultato che ha deluso le aspettative iniziali ma che deriva dalle mancanze che la rossa si portava appresso dalla stagione precedente, anche se forse “nascoste” dall’apparente potenza della F1-75 nella fase iniziale del campionato 2022. Tornando alla vettura del 2023, con il passare dei mesi la SF-23 è migliorata grazie ad una serie di interventi mirati su aree specifiche. Interventi che hanno segnato i primi passi del nuovo progetto, quello della 676, che sta prendendo forma a Maranello. In una lunga intervista concessa a Motorsport.com Enrico Cardile, direttore tecnico Ferrari ha analizzato gli sbagli che sono stati commessi, e le aree su cui il team sta lavorando già da tempo per il 2024, ben prima che il campionato, appena disputato, si concludesse.
Si era scelta la continuità
Una delle prime cose che ammette Enrico Cardile è che la SF-23 non è nata da una rivoluzione, ma che piuttosto questa è stata creata sulla base di una filosofia che era già stata sperimentata sulla F1-75, la monoposto dell’anno procedente.
“La macchina del 2022 è stata sviluppata seguendo un concetto legato ad un obiettivo, la forma della monoposto è stata una conseguenza di ciò che si desiderava ottenere. La SF-23 è stata sviluppata in continuità con la vettura del 2022, con l’obiettivo di migliorare alcuni limiti della monoposto precedente”.
La Ferrari ha quindi scelto la continuità, che però non ha pagato. Già dai test pre-stagionali il team si era reso conto di avere tra le mani un problema più che una soluzione, tanto che, la prima parte di stagione ha evidenziato questa mancanza. Mancanza alla quale nei mesi successivi si è cercato di sopperire con i diversi pacchetti di aggiornamenti, come in Spagna, in Austria. A Singapore per la Ferrari è arrivata anche una vittoria, l’unica di un team differente da Red Bull.
Quando le soluzioni diventano dei limiti
“Nel complesso abbiamo raggiunto il nostro obiettivo, perché l’auto in pista ha rispettato i risultati visti nelle simulazioni. Quindi, da questo punto di vista, non ci sono state sorprese. Il problema è che già nei test pre-campionato ci siamo resi conto che la direzione che avevamo preso non era la più performante. La più redditizia. A quel punto abbiamo dovuto rivedere i nostri obiettivi sul fronte dello sviluppo aerodinamico e il lavoro per cercare di colmare le mancanze.”
Tra le limitazioni più importanti della Ferrari, da non ripetere nel 2024 Cardile sottolinea quelle legate principalmente al telaio, o al cono anti-intrusione: “la differenza tra la nostra vettura e quelle in stile Red Bull è nelle bocche dei radiatori, ciò che viene chiamato in gergo pod. Il design di quest’area sulla nostra vettura era più ampio rispetto a quello della Red Bull, ma c’è un motivo sul perché. Noi usavamo quest’area della carrozzeria per modificare i parametri di pressione dell’aria con l’obiettivo di controllare la scia [sporca] proveniente dalle gomme. Nel momento in cui si decide che per centrare un differente obiettivo hai bisogno di forme differenti, la posizione dell’elettronica, il design del telaio e la posizione del cono anti-intrusione inferiore, sono diventati dei limiti”.
Le sfide affrontate nella scorsa stagione
L’obiettivo del team è quello di dare al pilota una macchina facile da leggere, da interpretare. Cosa che nel 2023 non è riuscita in tutti i weekend. Inoltre la SF-23 di inizio stagione aveva una finestra di utilizzo piuttosto ridotta, cosa che è migliorata man mano. Cardile ha spiegato che gran parte del lavoro è stata diretta all’aerodinamica. Ma che rinnovare completamente il telaio e la scatola del cambio avrebbe significato praticamente sviluppare una nuova vettura. Cosa non possibile a stagione in corso. Tuttavia, ha sottolineato l’importanza dell’aerodinamica per rendere la vettura ancora più stabile e consentire così ai piloti di estrarre il massimo da questa.
“Nelle giuste condizioni abbiamo delle buone performance, e sempre al netto di una Red Bull che volava rispetto a noi, non sono assolutamente malvagie. Quando però ad un certo angolo di imbardata si aggiunge il vento, il pilota perde fiducia perché non sa quando ci sarà una folata di vento, la direzione in cui soffia e come ciò influenzerà il comportamento della vettura”.
Un altro aspetto da non sottovalutare è invece il bouncing “poiché in qualche modo limita il progetto in merito a ciò che puoi fare”. Parlando delle caratteristiche della SF-23, Cardile ha ammesso che i punti di forza della SF-23 sono emersi nelle curve lente, ma che ci sono state invece delle difficoltà nei tratti a media e alta velocità. Riuscire a creare una macchina che vada bene su tutto il tracciato non è un esercizio facile. Soprattutto data la complessità dei regolamenti tecnici che hanno reso fondamentale l’attenzione ai dettagli, in particolare nella gestione della sensibilità dell’area del fondo.
Cardile: “Nel 2024 vedremo una Ferrari diversa“
Per concludere, la monoposto 2024 come spiegato da Cardile segnerà una sorta di piccola rivoluzione. Partendo dagli errori e dalla comprensione della macchina precedente per arrivare passo dopo passo alla forma perfetta.
“Con la monoposto 2024 gireremo pagina, il progetto è diverso, abbiamo capito che per raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissati c’è bisogno di una vettura diversa. Di conseguenza l’anno prossimo vedrete una monoposto progettata in modo differente rispetto al concetto portato in pista nel 2022”.