Da quando Daniel Ricciardo è tornato a correre, riprendendosi dall’infortunio al polso che lo aveva costretto ad uno stop di cinque Gran Premi, si è parlato sempre di più di un suo possibile approdo in Red Bull al posto di Sergio Perez nel 2024.
Dopo essere stato licenziato dalla McLaren nel 2022, infatti, l’australiano ha firmato per la seconda volta con la Red Bull, tornando a Milton Keynes però come pilota di riserva. Per mesi, anzi, Helmut Marko aveva spiegato che il suo era un ruolo prettamente a scopi di marketing. Fino a Silverstone, infatti, Ricciardo non ha preso parte a nessun test.
Ricciardo, un rientro spumeggiante
Poi, di colpo, l’addio di Nyck de Vries all’AlphaTauri e il ritorno del numero 3. Da Austin, primo weekend dopo l’infortunio, Ricciardo si è sempre più adattato all’AlphaTauri, rendendosi protagonista di un weekend formidabile in Messico (quarto in qualifica, settimo in gara) e tenendo il passo di Tsunoda in Brasile, prima che l’incidente tra le Haas e Albon compromettesse la sua gara.
Perez, tra fatiche e sfortune
Dall’altra parte, nel box Red Bull numero 11, Sergio Perez ha faticato in tutti i weekend precedenti al Gran Premio di San Paolo. In Texas, il pilota messicano ha chiuso quarto, a 18 secondi dal compagno e vincitore Verstappen. In Messico, con Verstappen ancora vittorioso, Perez ha finito la propria corsa alla prima curva, con un errore da principiante che ha rovinato un weekend fino a quel momento discreto.
Il GP del Brasile, però, è stato il primo fine settimana degno da secondo pilota Red Bull per il messicano. Qualifica rovinata dalla sfortuna per la bandiera gialla provocata dall’uscita di Piastri, sprint chiusa sul podio e bis mancato per un soffio in gara. Con quella macchina, il podio sarebbe dovuto essere una mera formalità, ma è partito nono e non bisogna dimenticare che persino Schumacher e Hamilton hanno avuto problemi a passare Alonso in una vettura migliore di quella dell’asturiano.
Perez confermato in Red Bull per il 2024, Ricciardo punta al 2025
Il team principal della Red Bull, Christian Horner, ha indirettamente confermato che il contratto di Perez verrà rispettato e, quindi, la lineup attuale verrà ribadita anche nel 2024. “Questo è il Checo che conosciamo”, ha commentato dopo la gara ad Interlagos. Ricciardo, dal canto suo, ha rivelato di impegnarsi ad ottenere il sedile per il 2025, dopo essere stato ufficializzato come pilota full-time per l’AlphaTauri nel 2024.
Bisogna, però, porsi una domanda fondamentale. Ricciardo farebbe davvero meglio di Perez in Red Bull? Il messicano sta avendo una stagione decisamente al di sotto delle aspettative, ma è comunque secondo nel mondiale e a Las Vegas potrebbe matematicamente chiudere la pratica e regalare alla Red Bull il primo 1-2 iridato della loro storia.
Perez verso Ricciardo: chi farebbe davvero più comodo alla Red Bull?
Certo, Perez è “fortunato” che gli altri team siano indietro anni luce. In una lotta per il mondiale stile 2010, con due o tre squadre a giocarsi il titolo, una stagione come la sua ridurrebbe di molto le speranze iridate della Red Bull.
Quanto a Ricciardo, il suo talento è noto, ma è nota anche la sua débacle targata McLaren. In AlphaTauri, l’australiano si sta riprendendo e sembra deciso a lasciarsi i trascorsi in papaya alle spalle. Ma un conto è lottare per la zona punti, un altro è aiutare la squadra a vincere il titolo. E, per il momento, Perez ha contribuito a due titoli costruttori. Sarebbe, quindi, un azzardo mettere Ricciardo al volante della seconda Red Bull? Lo scopriremo solo vivendo.
Perez e Ricciardo al Fanta F1
Analizzando le ultime tre gare anche dal punto di vista del Fanta F1, Perez vanta ben 39 punti contro i 20 di Ricciardo. C’è un dato, però, che non può essere trascurato. Se Ricciardo ha concluso sempre con dei bonus, Perez ha fatto registrare un malus di -7 in Messico.