La Formula 1 continua il suo trittico nelle Americhe. La tappa negli USA ha visto trionfare ancora una volta Max Verstappen, con McLaren, Mercedes e Ferrari ad inseguire. Per questo appuntamento, si vola in Messico.
Per il circuito del GP del Messico storia “ad alta velocità”
Il Circuito Hermanos Rodríguez è un tracciato permanente costruito a Città del Messico. Inaugurato nel 1962, ha ospitato la F1 dal 1963 al 1970, dal 1986 al 1992, ed infine è tornato in pianta stabile nel calendario dal 2015, saltando solamente l’edizione 2020 a causa del Covid-19. Qui, è stato stabilito il record per la velocità più alta mai raggiunta da una F1, 372,5 km/h. La vettura era la Williams della stagione 2016, e a guidarla c’era Valtteri Bottas. Modificato più volte nel corso della sua storia, è stato completamente riammodernato per ospitare nuovamente la massima categoria del motorsport. L’architetto incaricato è stato Hermann Tilke, colui che si è occupato di moltissimi circuiti in cui si corre durante la stagione. Ad oggi, la pista è lunga 4304 metri, presenta 17 curve e 3 zone DRS, una sul rettilineo principale (lungo a sua volta 1,2 km), una tra le 3 e la 4, e l’ultima tra la 12 e la 13. Il record assoluto del circuito appartiene a Max Verstappen, che nelle qualifiche del 2019 ha fatto segnare il tempo di 1’14”758. Il record ufficiale della pista appartiene invece a Valtteri Bottas, che nella gara del 2021 ha fatto fermare il cronometro a 1’17”774.
Altitudine ed area rarefatta: questo è ciò da guardare per fare bene nel circuito del Messico
La caratteristica principale di questo gran premio è il fatto di correre in altura. Infatti, il tracciato è costruito ad un’altezza di 2238 metri s.l.m., quindi l’aria sarà molto rarefatta. Sarà quindi normale vedere macchina con delle aperture nelle pance per cercare di raffreddare il più possibile il motore. Le macchine che non hanno problemi di surriscaldamento saranno quindi quelle più avvantaggiate. La pista in sé dovrebbe comportare i team ad usare un assetto da medio-alto carico. Tutto però dipenderà dall’efficienza in termini di velocità massima che la vettura riesce a sviluppare. Si potrebbe quindi vedere una configurazione più estrema da medio carico. Il principale fattore negativo di questa scelta sarebbe però proprio l’altitudine. Il degrado non dovrebbe essere troppo accentuato, anche se si prevede l’utilizzo delle mescole più morbide, ovvero C3, C4 e C5. Questo potrebbe portare a fare almeno 2 soste per non rischiare di arrivare a fine gara senza più pneumatici. Da tenere d’occhio saranno i freni, da sempre messi molto alla prova sul circuito del Messico.
Max il favorito in Messico, Ferrari per tenere testa a Mercedes e McLaren
Anche se il campionato è stato già assegnato, Verstappen rimane il favorito numero uno alla vittoria. Città del Messico è da sempre terreno di caccia di SuperMax, che vanta ben 4 vittorie su questa pista. Da tenere d’occhio saranno le Ferrari. Le vetture di Maranello sono chiamate a rispondere dall’assalto di Mercedes e McLaren. Su una pista dove questa, dove la trazione è fondamentale, le Rosse potrebbero fare bene, forse anche in stile Singapore.
Articolo di Francesco Orlando