La F1 non si ferma e continua il suo percorso nel continente asiatico. Da Singapore, dove abbiamo assistito all’incredibile vittoria di Carlos Sainz, a Suzuka, pista leggendaria e casa della Honda. Scopriamo insieme le caratteristiche della pista.
La storia parla chiaro: qui tanti nuovi campioni
Il circuito di Suzuka è un tracciato permanente costruito nell’omonima città giapponese dalla Honda negli anni ’80. Si sarebbe dovuto trattare solo di una pista dove condurre dei test, ma dal 1987 divenne tappa fissa del calendario. Solo le edizioni 2007 e 2008 sono state disputate sull’altrettanto incredibile Fuji International Speedway.
Lungo 5807 metri, il circuito presenta 18 curve ed una sola zona DRS, sul rettilineo principale. Le molte sfaccettature del tracciato lo rendono tra i più amati dai piloti: si passa, infatti, da curve molto lente come il famoso hairpin alla più che rinomata 130R, che si percorre quasi ai 300 km/h. Inoltre, è l’unica pista nella storia della F1 a presentare una forma ad 8, ovvero con un sottopassaggio e relativo cavalcavia.
Suzuka una pista per i campioni del mondo
Su questa pista sono nati tanti campioni del mondo. Ricordiamo, ad esempio, Michael Schumacher, che vinse il suo primo titolo con la Ferrari proprio in Giappone, nel 2000. La passata edizione fu l’anno della consacrazione di Max Verstappen ha raggiunto il picco massimo con la vittoria della classifica mondiale in questo circuito. Questo luogo è famoso anche per l’incidente occorso a Jules Bianchi nel gran premio del 2014. Il monegasco, a causa di un momento di aquaplaning, uscì fuori pista e finì sotto un trattore che stava recuperando una vettura finita contro le barriere.
Il record assoluto del tracciato appartiene a Sebastian Vettel. Nelle qualifiche del 2019, il tedesco con la sua Ferrari ha fatto registrare il tempo di 1’27″064. Il record ufficiale della pista appartiene invece a Lewis Hamilton. Il pilota della Mercedes, nella gara del 2019, ha fatto fermare il cronometro a 1’30″983.
Suzuka, le caratteristiche della pista: ancora alto carico e tanto degrado
Data la sua longevità nel calendario di F1, conosciamo molto bene le sue caratteristiche. Una delle caratteristiche di Suzuka è la richiesta di un alto carico, quasi ai livelli del week-end scorso a Singapore. Avere una macchina davvero puntata all’anteriore sarà fondamentale. Le molteplici curve che si percorrono in quarta o addirittura quinta marcia nel primo settore dovranno essere percorse in maniera praticamente perfetta per non rischiare di compromettere poi tutto il giro.
La concezione della pista, con queste curve dove la macchina scivola parecchio, può essere fatale per le gomme. L’usura, infatti, giocherà un fattore chiave nella vittoria di questa gara. La natura del tracciato porta una grande difficoltà nei sorpassi, perciò azzeccare la strategia sarà importantissimo per provare a piazzarsi più in alto possibile.
Red Bull cerca riscatto e Ferrari conferme
Se fino al GP di Singapore fare dei pronostici sembrava molto scontato, adesso non lo è più. Vuoi per un momento no, vuoi per la direttiva tecnica 018, la Red Bull è stata attaccabile. Di questo ne ha approfittato Sainz, prendendosi la prima vittoria stagione per la Ferrari. La Rossa, qui, cerca conferme, anche se la pista richiama molto quella di Zandvoort, dove il team di Maranello è andato molto in difficoltà. Se i problemi della casa austriaca dovessero continuare, sarà quindi un jolly per Mercedes e McLaren, pronte a sfruttare qualsiasi occasione.
Articolo di Francesco Orlando