In casa Red Bull non corre buon sangue tra Helmut Marko e Sergio Perez. Non è un segreto che il team si stia muovendo per sostituire Perez con un pilota che crei meno polemiche e problemi. Lo stesso Perez ha già detto che dovrà cercare alternative nel caso in cui non firmi un nuovo contratto per il 2025.
Il super consulente si è spesso lanciato in considerazioni e opinioni anche fin troppo colorite su Perez, andando oltre il semplice giudizio personale sul talento del pilota. Anche a Monza, weekend positivo sia per il team che per Sergio, arrivato secondo con una rimonta dalla quinta posizione, Helmut Marko non si è risparmiato dando il peggio di se. Le sue ultime dichiarazioni hanno fatto il giro del mondo e messo in imbarazzo il mondo della F1.
Lo scivolone sui sudamericani
Non dovrebbe far più notizia uno scivolone di Marko, che nelle dichiarazioni si esprime sempre in modo provocatorio e decisamente poco diplomatico. Come se non avesse filtri. Questa volta l’origine dei problemi su Perez però non ha riguardato le sue abilità di pilota ma il suo passaporto.
In particolare Marko, intervistato da Servus TV, ha voluto confrontare i suoi due piloti e le differenti mentalità. Un punto di vista che oggettivamente molto spesso viene preso in considerazione, se non fosse che la mentalità di Perez in questo caso è stata bollata come “mentalità sudamericana”, e quindi diversa da quella di un Max Verstappen o di un Sebastian Vettel perché più soggetta ad errori. Secondo Marko evidentemente i sudamericani non sono sempre concentrati.
“Ricordiamoci che è sudamericano e quindi non è concentrato come lo erano Max Verstappen o Sebastian Vettel ma le corse sono il suo forte e ha fatto un’ottima gara. Sorpassare tre piloti, George Russell e i piloti della Ferrari, non è stato facile, perché sapevamo che erano più veloci in rettilineo. In gara Perez ha fatto tutto bene e ora abbiamo circuiti come Singapore, dove ha già vinto e che gli si adattano meglio”.
Tra l’altro, oltre ad essere eticamente e moralmente spregevole non è nemmeno un’informazione vera poiché Perez è messicano e quindi nordamericano.
Le scuse di Marko
Molti si sono rivolti ai social media per esprimere il proprio disappunto sui commenti fatti da Marko, ai quali ora ha risposto, sembrando piuttosto sorpreso dell’indignazione generale. Marko ha quindi tentato di spiegare il proprio punto di vista, non migliorando la situazione. “Non era mia intenzione utilizzare un linguaggio discriminatorio – ha dichiarato Marko – intendevo dire che un messicano ha una mentalità diversa da un tedesco o da un olandese. Vorrei scusarmi per la mia osservazione, se è sembrata offensiva. Voglio che sia assolutamente chiaro che non credo che si possa generalizzare sulle persone di qualsiasi paese, razza, etnia. Stavo cercando di sottolineare che Checo quest’anno ha avuto delle oscillazioni nelle sue prestazioni, ma era sbagliato attribuirlo alla sua eredità culturale.“
Le dichiarazioni di Marko sono state condannate dai media, inclusa la pagina ufficiale del Gran Premio del Messico, che su twitter ha espresso il proprio disappunto sulla questione, invitando tutti ad un impegno maggiore nel costruire una comunità più rispettosa, unita e sana in Formula 1.
Non è chiaro se la Red Bull prenderà provvedimenti, al momento sono arrivate solo le scuse di Marko e la questione sembra finire così. Tuttavia sui social i tifosi chiedono a gran voce un provvedimento, per evitare che episodi simili possano ripetersi. Dato che avviene ormai ciclicamente.