Nessuno, ad oggi, si rende effettivamente conto di quanto la carriera di Fernando Alonso sia stata longeva. Quando esordì in F1 con la Minardi nel 2001, in Italia la moneta era la lira. Per fare un altro esempio, Youtube è stato lanciato per la prima volta nel 2005, mentre Instagram addirittura nel 2010. Il vecchio leone, anche dopo 22 anni di carriera, non sembra voler smettere. Il palmares della stagione in corso parla chiaro: all’età di 42 anni, lo spagnolo ha già ottenuto 6 podi con la sua Aston Martin, raggiungendo i 104 complessivi da quando è nella massima categoria. Non si possono però dimenticare le epiche battaglie con Schumacher, che lo portarono a vincere ben 2 titoli mondiali con la sua Renault.
Alonso su Hamilton: “Aiutato dal cambio regolamentare”
L’unica cosa che Fernando potrebbe rimpiangere del suo corso in F1 è la sua capacità di scegliere la prossima scuderia. Infatti, dopo gli anni in Renault e quelli al fianco di Hamilton in McLaren, il nativo di Oviedo non ha mai più avuto una macchina in grado di lottare per il titolo mondiale. Scelte che ad esempio Lewis Hamilton ha completamente azzeccato. È proprio di questo che parla Alonso in un’intervista al The Telegraph, dove considera il britannico figlio di un cambio regolamentare: “Si è sempre detto che ci sono piloti capaci di costruire una squadra vincente, ma quando Lewis arrivò alla Mercedes nel 2013, non costruì nulla. Si trattava solamente di un cambio di regole per la stagione successiva e tutto è partito da lì”.
Il discorso non cambia per Max
Lo stesso discorso è stato intrapreso per parlare del nuovo fenomeno generazionale, Max Verstappen. Anche per l’olandese è stata utilizzata la stessa trama, facendo notare che dal 2022, con il cambio di regolamento, SuperMax le abbia vinte tutte: “Nel caso di Max, quando passò dalla Toro Rosso alla Red Bull, Hamilton vinceva tutto. Non ha costruito un team vincente. Nel 2021 c’è stata una lotta molto serrata tra i due e ora con il cambiamento regolamentare sta vincendo tutte le gare. Quindi non so cosa si intenda per costruire un team, perché parliamo di uno sport fatto di decisioni tecniche, regolamenti o ispirazioni, che hanno un peso maggiore rispetto ai dati, alle informazioni o agli stili di guida dei piloti. Devi essere al posto giusto al momento giusto”.
Il discorso dello spagnolo, quindi, vorrebbe far intendere che lui, nei suoi anni migliori, sia riuscito a creare una squadra attorno a lui. Mentre invece Hamilton e Verstappen siano stati solamente fortunati nel trovarsi nel posto giusto al momento giusto.
ARTICOLO DI FRANCESCO ORLANDO