Un altro appuntamento in archivio per questa stagione di F1, con Max Verstappen che vince il GP d’Olanda. La prossima, però, non è una gara qualsiasi. La massima categoria del Motorsport si sposta infatti a Monza, nel Tempio della Velocità, e la Ferrari cerca riscatto.
La storia centenaria del tracciato
L’autodromo nazionale di Monza è un circuito permanente costruito nell’omonima cittadina. È il terzo tracciato più antico al mondo, dietro solo a quello di Brooklands, in Inghilterra, e quello di Indianapolis, negli Stati Uniti d’America. La sua inaugurazione, infatti, risale al 1922: il 15 maggio iniziarono i lavori e, in 110 giorni, l’autodromo venne realizzato. Ad oggi, presenta quasi 119 mila posti a sedere.
Lungo 5793 metri, presenta 11 curve e due zone DRS, una sul rettilineo principale, l’altra tra Lesmo 2 e la chicane dedicata ad Alberto Ascari. È il circuito con la più alta media di velocità sul giro. Prima del 1991, questo primato era detenuto dal tracciato di Silverstone, ma dopo le modifiche avvenuto a quell’anno, il record è passato nelle mani della pista brianzola. Da quel momento, l’autodromo venne soprannominato come Tempio della Velocità, anche grazie alle sue Top Speed sul rettilineo principale.
Il record assoluto del tracciato appartiene a Lewis Hamilton, tempo fatto segnare nelle qualifiche del 2020, quando il cronometro si fermò a 1’18”887. Il britannico fece anche segnare la più alta media di velocità mai fatta registrare in F1: 264,362 km/h. Il record ufficiale della pista è stato fatto segnare da Rubens Barrichello nella gara del 2004, quando la sua F2004 fece stoppare il tempo a 1’21”046.
Ali scarichissime, quasi inesistenti: questa la chiave per Monza
Monza, oltre ad essere una pista speciale per la sua longevità in Formula 1 (dal 1950 ad oggi la gara è sempre stata in calendario), ha una caratteristica che la rende diversa da qualsiasi altro tracciato. L’assetto che viene adottato su questo circuito è unico nel suo genere. Le ali posteriori, per ridurre al minimo il drag e per raggiungere velocità sempre più alte sui rettilinei, sono praticamente inesistenti. Si adotta infatti una configurazione a bassissimo carico. Questo riduce anche l’effetto del DRS che, avendo delle ali sempre più strette, avrà un’apertura minore ed un’efficienza inferiore al normale. Questo, combinato anche ad un motore performante, sono la chiave per andare bene sul tracciato lombardo.
Un altro aspetto fondamentale sarà anche l’usura. Tutto, però, dipenderà dalle temperature che si registreranno nel week-end italiano, il quale si prospetta essere abbastanza caldo. Sarà quindi molto comune vedere del graining.
Anche a causa delle forti staccate lungo tutto il tracciato unite alle alte temperature, i componenti che soffriranno di più saranno sicuramente i freni. Ricordiamo, ad esempio, il ritiro di Sebastian Vettel a causa di un problema all’impianto frenante. Inoltre, vedremo ampie aperture sulle pance per poter raffreddare al meglio tutto il blocco motore.
Verstappen va per la storia, Ferrari per l’orgoglio
È tempo di pronostici, e chi se non Max Verstappen è il favorito per questa gara. 9 vittorie di fila per il leone olandese, che nella sua patria a Zandvoort ha eguagliato il record proprio di Vettel. Perché eguagliarlo quando puoi addirittura superarlo. Con le sue doti e con una RB19 che sembra progettata a sua misura, SuperMax va per iscrivere ancora una volta il suo nome nel libro dei record. Occhio, però, alla zanzarina Ferrari. Proprio in Olanda, la Rossa si è dimostrata la più veloce a livello di Top Speed, complice il Superfast montato sulla SF-23 che, a pieno regime, è a livello di quello Red Bull. E chissà che con l’orgoglio di far bene a casa propria non si possa ambire a qualcosa di più importante.
ARTICOLO DI FRANCESCO ORLANDO