Dopo settimane di attesa, la F1 è tornata. L’ultimo appuntamento in Belgio ha visto vincere Max Verstappen, che continua il suo dominio in questo campionato. Questo week-end, inoltre, ci troviamo nella sua terra, a Zandvoort, e il leone olandese avrà ancora più fame di vittoria.
La storia recente del circuito olandese
Il circuito di Zandvoort è un circuito permanente costruito vicino all’omonima cittadina. Inaugurato nel 1939, venne reso un circuito sempre disponibile solo due anni dopo la fine della seconda guerra mondiale, nel 1948. Ha visto disputate 32 edizioni del Gran Premio d’Olanda, con un’assenza dal 1986 al 2020 per poi riprendere nel 2021, e 2 edizioni del Gran Premio di Zandvoort nel 1948 e nel 1949.
Si estende per 4259 metri e comprende 14 curve. Presenta inoltre due zone DRS, una sul rettilineo principale (nonché la principale zona di sorpasso) e la seconda tra curva 10 e la 11. Com’è giusto che sia, dopo un periodo di stop così lungo, è servita un’importante messa a nuovo. Lo stesso comune di Zandvoort si è offerto di pagare le spese di circa 4 milioni di euro. I lavori per asfaltare la pista e per la creazione delle due sopraelevate in curva 3 ed in curva 14 sono state affidate all’azienda italiana Dromo. Il tutto è stato terminato prima del 2020, anno in cui la F1 sarebbe dovuta ritornare a correre in Olanda, ma a causa della pandemia si è rimandato di un anno, nel 2021.
Il record ufficiale della pista appartiene all’idolo di casa Max Verstappen, fatto registrare nelle qualifiche del 2021 su Red Bull in 1’08”885. Il record in gara è stato fatto segnare da Lewis Hamilton nella gara dello stesso anno, dove ha fatto fermare il cronometro a 1’11”097.
Zandvoort pista non semplice: assetto fondamentale
Anche se nella storia recente abbiamo assistito a soli due appuntamenti, la natura della pista olandese è ormai ben nota: è una pista molto tecnica. L’insieme di curve veloci susseguite da zone che si percorrono in terza marcia mettono a dura prova il grip meccanico delle vetture. I team dovranno fare un lavoro molto minuzioso sull’assetto da applicare alle monoposto. Servirà un’ottima deportanza per affrontare la sezione guidata del secondo settore, ma allo stesso tempo una velocità massima ok per poter sfruttare al meglio la zona dell’ultimo settore. In generale, dovremmo vedere una configurazione a medio-alto carico sull’ala posteriore. E chissà che alcuni non vogliano optare per un’ala ancora più carica, sacrificando però le top speed sul rettilineo.
Il leone è a casa sua, i Cavallini fanno da spettatori
È tempo di pronostici. Cosa che ormai sembra abbastanza scontata: come si può non dare per favorito Max Verstappen. Un binomio perfetto quello tra lui e la sua RB19 che sembra calzargli a pennello, cosa che non succede con il suo compagno Sergio Perez. Il messicano guida pur sempre quella Red Bull, ma non sembra riuscirne a sfruttare il pieno potenziale come solo SuperMax sembra riuscire a fare. Occhio però alle Ferrari: in Belgio, prima della sosta, le monoposto del Cavallino sono sembrate in risalita, come sottolineato dal terzo posto di Charles Leclerc. Su una pista che dovrebbe essere favorevole alle Rosse e ci si potrebbe aspettare una lotta almeno per la pole position.
ARTICOLO DI FRANCESCO ORLANDO