Per la rubrica di Storia della F1 ricordiamo oggi un grande campione mancato. Un talento scovato dal Drake, ma il cui sogno è finito troppo presto. Prepariamo i fazzoletti: oggi racconteremo la storia di Lorenzo Bandini.
Le origini di Lorenzo Bandini
Lorenzo Bandini nacque a el Merj in Libia, il 21 dicembre 1935, da genitori ravennati, quando la Libia era ancora una colonia italiana. Nel 1941 i Bandini tornarono in Italia, a Brisighella, dove era nato e cresciuto il padre Giovanni. Questi morì fucilato durante la Guerra Civile Italiana nel 1945. Dopo questo tragico evento, la famiglia Bandini si trasferì a Reggiolo. Lì Lorenzo diventò un meccanico. Ottenne così un nuovo trasferimento, ma questa volta in Lombardia. Più precisamente a Milano, nell’officina di quello che sarebbe diventato il suo suocero. Il lavoro in quest’officina gli fece scoprire, infatti, i suoi due grandi amori: la moglie Margherita e le corse automobilistiche.
Come pilota, Bandini esordì nel 1956 in gare locali su Fiat. Il primo successo è datato 1958, alla Mille Miglia, su Lancia Appia. Partecipò a competizioni sempre più importanti, arrivando a vincere nella classe 500 a Monza, nel Trofeo Ascari nel 1959 e nella Formula Junior.
L’arrivo in Formula 1
Tentò quindi l’approdo in Formula 1. Ci riuscì, ma con la Scuderia Centro Sud, anziché con l’auspicata Ferrari. La macchina della Centro Sud non si distinse per le sue prestazioni e Bandini non arrivò mai a punti… Ma finalmente Enzo Ferrari notò le capacità del giovane pilota. Perciò lo chiamò nella sua Scuderia nel 1962. Purtroppo, però, anche questa stagione si rivelò deludente per Lorenzo Bandini, tranne la prima gara. Al Gran Premio di Monaco del 1962, infatti, Lorenzo Bandini conseguì un buon terzo posto e partecipò a poche gare valide per il titolo mondiale. Unico successo dell’anno fu il Gran Premio del Mediterraneo, disputato a Enna, ma questa gara non era iridata.
Il 1963 in Formula 1 andò anche peggio: poche presenze in pista e zero podi. In compenso, ricevette il titolo di Campione Italiano Assoluto grazie ai piazzamenti in gare ufficiali, non ufficiali e alla vittoria della 24 Ore di Le Mans. Fu nel 1964 che giunse la tanto agognata prima vittoria in Formula 1. Era il Gran Premio d’Austria, a Zeltweg. Lo stesso circuito dove 11 anni dopo Vittorio Brambilla ottenne la sua unica vittoria in Formula 1. Anche per Bandini la prima vittoria fu anche l’unica, ma finalmente la stagione 1964 fu positiva, con diversi i podi. Inoltre, all’epoca non era raro vincere un mondiale con una sola vittoria.
Purtroppo, il 1964 si rivelò essere anche l’ultima buona stagione sia per Lorenzo Bandini sia per la Ferrari. Nel 1965 alla sua Ferrari si ruppe più volte il motore, perciò quell’anno si annoverarono solo due podi a inizio stagione.
I suoi trionfi
Riassumiamo quindi i trionfi conseguiti da Bandini fin qui: una vittoria, otto podi e un quarto posto assoluto nel mondiale di Formula 1. In Formula Junior, invece, si contano dieci vittorie. Lorenzo Bandini vinse anche la 24 Ore di Le Mans del 1963 assieme a Ludovico Scarfiotti, la 24 Ore di Daytona nel 1967 e la 1000 Km di Monza, sempre nel 1967.
La drammatica fine di Lorenzo Bandini
Dopo un’altra stagione anonima in Formula 1, Lorenzo Bandini aveva sete di vincere il mondiale. Ma purtroppo, nella sua Monaco, quella che l’aveva visto trionfare ai suoi esordi nel ’63, trovò la morte, nel ’67. Dopo una buona partenza dal secondo posto, il pilota prese subito il comando della corsa. Pochi giri dopo accadde un primo imprevisto: Lorenzo Bandini perse la sua Ferrari scivolando su una macchia d’olio della vettura di Jack Brabham. Alla ripartenza si ritrovò terzo, ma con un distacco importante dai primi. Fu l’inizio di una grande rimonta. Bandini: a meno di quaranta giri dalla fine era in forte recupero sulla testa della gara.
Ma la Monaco di allora non è quella dei 78 giri odierni. All’epoca a Monaco bisognava fare 100 giri! E dopo sessanta tornate la concentrazione calare. Fu quindi la stanchezza a costargli la vita. Per rimontare, Lorenzo Bandini arrivò troppo velocemente alla chicane del porto, colpendo con la sua Ferrari una bitta di ormeggio delle navi. Pilota e auto decollarono atterrando capovolti, prendendo fuoco.Purtroppo, i soccorritori non si accorsero che il pilota era rimasto intrappolato nell’auto: pensavano che fosse finito in mare. Fu l’allora principe di Spagna Juan Carlos che ci si accorse della gravità della situazione, ma ormai per Bandini non c’era più niente da fare. Con una ferita alla milza ed ustioni sul 60% del corpo, i medici le tentarono tutte, ma Bandini spirò settanta ore dopo. Era il 10 maggio del 1967.
Il ricordo di Lorenzo Bandini
A seguito della morte di Lorenzo Bandini vennero aperte delle indagini sulle dinamiche dell’incidente. Troppi già per l’epoca erano gli elementi in pista che avrebbero potuto prevenire la tragedia. Dalle lamiere metalliche alle bitte dentro la pista, dalla lentezza alla disorganizzazione dei soccorritori, privi di tute anti incendio e di potenti estintori. Purtroppo, nelle competizioni automobilistiche non si è ancora perfezionata la sicurezza, se pensiamo al piccolo Dilano Van T’Hoff.
Per ricordare il compaesano, il Comune di Brisighella istituì nel 1992 il Trofeo Lorenzo Bandini. E Margherita? Margherita si risposò anni dopo e divenne poi madre. Nel 1967, però, il sogno di Lorenzo era quello di vincere anche in Formula 1, forse ritirarsi, per lo meno da quel campionato, e diventare papà.
Fonte: motorimagazine.it