Nella rubrica di Storia della Formula 1 abbiamo già parlato di una grande pilotessa, Lella Lombardi… Ma, per quanti record importanti in quanto donna lei abbia in Formula 1, non è stata la prima a correrci. Perciò oggi intendiamo ricordare la prima donna che tentò l’impresa, la napoletana Maria Teresa De Filippis.
Maria Teresa De Filippis, le origini
Maria Teresa De Filippis era l’ultima dei cinque figli del conte Franz, che era il proprietario di un’immensa azienda elettrica. Distribuiva energia per l’irrigazione di tutta la Campania. Il conte nutriva anche un grande amore per l’automobilismo. Quando Maria Teresa aveva 5 anni, la fece partecipare alla sua prima gara! E tre anni dopo la portò in trionfo, dopo una vittoria… Ciò è ancor più sorprendente se pensiamo che Maria Teresa de Filippis era nata l’11 novembre 1926!
Crescendo, De Filippis figlia si appassionò a sua volta alle corse al punto che, poco più che ventenne, avviò la propria carriera, alla Targa Florio del 1948, l’ottavo Giro di Sicilia. Vi partecipò con il fratello Antonio su Fiat 1100 S. Purtroppo, però, a Messina un guasto meccanico provocò il termine anticipato della loro gara, mentre erano tra le prime posizioni.
Prima di avventurarsi nella categoria Sport, Maria Teresa fece gavetta con una Fiat Topolino, senza alcuna preparazione sportiva. Vinse da subito: fu prima nella salita Salerno-Cava dei Tirreni, valida per il “Volante d’Argento”, e seconda alla Sorrento-S. Agata. A Sala Consilina, sul bagnato, vinse di nuovo, staccando di oltre un minuto il più diretto inseguitore. Iniziamo a sottolineare che erano in pochi quelli che potevano permettersi di correre, all’epoca. E ancor meno erano le donne, non solo per un fatto economico, bensì – pleonastico dirlo – anche sociale. Il debutto con le Sport avvenne nel giugno del 1949, presso il Vesuvio, su Fiat-Camen spider: finì seconda della classe 750.
L’inaudita carriera
Per lei la stagione 1950 cominciò in aprile, con il X Giro di Sicilia, su Urania-BMW spider. Vi presero parte anche altre donne: Segafredo, Mezzanotte, Damonte, Vasaturo, Comirato, ma solo De Filippis ricevette l’epiteto “fenomenale” dalla stampa. In quell’occasione, infatti, Maria Teresa corse per undici ore sotto la pioggia concludendo al 4° posto. Qualcosa di mai visto prima. Solo che poi fu squalificata in quanto alla partenza la sua auto aveva dovuto essere accesa a spinta. All’arrivo le diedero un gran mazzo di fiori e la portarono in trionfo.
Fu in un secondo momento che la direzione di gara le comunicò la squalifica. Fatto interessante fu che questo accadimento fece indignare niente meno che Tazio Nuvolari, presente alla competizione! Egli sostenne che farla correre per più di mille chilometri, in condizioni atmosferiche proibitive, per poi squalificarla, era stata una follia. La De Filippis, delusa, commentò così l’insensata gestione della gara, come diremmo oggi. “La cosa assurda fu che mi fecero fare tutta la corsa. Avrebbero potuto avvisarmi […]. Il sospetto fu che i commissari non avevano voluto togliere alla gara un motivo di interesse.”
I primi trionfi di Maria Teresa De Filippis
Dal 1949 al 1952, Maria Teresa De Filippis partecipò a una trentina di gare nella categoria Sport fino a 750 cc, su Giannini-Fiat, poi Urania, quindi Giaur-Giannini, portando a casa 4 vittorie, 11 secondi e 2 terzi posti.
Maria Teresa acquisì ben presto il più noto dei suoi nomignoli: “Pilotino”. Soprannome che rimandava al suo essere una donna minuta e all’ammirazione per un più che evidente talento naturale per la guida. A volte imbarazzante per alcuni avversari. De Filippis fu sorpresa e lusingata di questo nomignolo, ma provava irritazione quando, durante qualche manifestazione, doveva ritirare la coppa riservata alle donne. Magari con tanto di sviolinata: “per la dama più graziosa”, “per la più simpatica” o “per la più regolare”. Era questa cortesia non richiesta e affettata a darle sui nervi: lei voleva solo essere giudicata per la sua guida come si faceva per gli uomini.
Gli anni Cinquanta
Negli anni Cinquanta, sulle piste italiane fu possibile incontrare altre donne pilota, come Anna Maria Peduzzi, la “Marocchina” o la milanese Alma Cacciandra Bordoni. Oppure ancora la contessa Paola Della Chiesa che, nel 1952, su Fiat 1100 ES, vinse la celebre Paris-St. Raphaël, gara dedicata alle signore. La triestina Maria Piazza, al volante di una Ferrari 2340, partecipava, invece, anche se solo sporadicamente, alle competizioni in circuito. Come De Filippis, ritrovandosi spesso al fianco dei più blasonati campioni di quell’epoca.
Nel frattempo, nel 1953 Maria Teresa De Filippis mostrò nuovamente di che pasta era fatta. Debuttò nella categoria 1100 nel luglio del 1953, sul Circuito di Avellino. Le consegnarono la vettura appena in tempo per provarla. Fece pochi giri e poi prese il via. Rimase in scia al primo, il veterano della categoria Giuseppe Rossi, che si dovette impegnare non poco per “tenere a bada l’acclamatissima e insidiosa” Maria Teresa.
Purtroppo, però, o per inesperienza, o per foga, lei uscì di strada e perse tempo per rimettersi in pista. Alla fine, comunque, risultò quinta assoluta e seconda di classe. Sublime, invece, fu il suo risultato nella 12 ore di Pescara, in coppia con Sgorbati. La loro Osca mantenne il primo posto dall’inizio alla fine, malgrado un problema a uno dei pneumatici posteriori verso metà gara. Da sola, Maria Teresa, mentre era alla guida, riuscì a sostituirla e arrivò ai box! Lì ci vollero ben dieci minuti per il rifornimento e le ulteriori riparazioni, mentre il pubblico l’acclamava. Qualcuno la rinominò, ancora una volta: “la diavola”.
Le vittorie con la Osca e l’esordio in Formula 1
Fra il 1953 e il 1954, De Filippis conquistò con la Osca 8 vittorie, 4 secondi e 2 terzi posti su 22 gare, risultando terza alla fine del 1954 nel Campionato Italiano Sport Classe 1100! Queste due stagioni con la Osca le diedero la sicurezza e l’esperienza per misurarsi con i grossi calibri. Fu così che per la stagione 1955 ottenne una Maserati A6 GCS, una duemila! Questa vettura era un vero e proprio bolide da corsa, che le permise di ottenere la vittoria assoluta nella difficilissima Catania-Etna. Ciò fu particolarmente entusiasmante, a seguito di un’accesa battaglia col catanese Nicola Musumeci. Infatti, Musumeci era stato dato per vincitore alla vigilia della gara, ma Maria Teresa De Filippis trionfò di nuovo. A fine stagione, il secondo posto nel Campionato Italiano Sport Classe 2000 fu di Maria Teresa, che a quel punto era pronta per esordire in Formula 1.
Nel 1958, non esistendo allora gli sponsor, la De Filippis acquistò personalmente la Maserati 250 F appartenuta a Scarlatti. In quei giorni la Maserati era in amministrazione controllata, costretta a vendere le macchine della squadra che, nel 1957, era stata Campione del mondo. Questo accadeva perché il marchio si era ufficialmente ritirato dalle corse e assisteva solo i privati, acquirenti delle vecchie formula. Maria Teresa era, allora, anche un eccezionale veicolo di pubblicità per la Casa del tridente: Fangio era cosa “normale”. Una bella ragazza era già un collaudato strumento di propaganda, figurarsi una campionessa del volante. E presto divenne infatti un’icona di grande richiamo per la Maserati.
Il 1958 per Maria Teresa De Filippis
Il debutto ebbe luogo in aprile, al Gran Premio di Siracusa, non iridato, come spesso accadeva all’epoca. Si concluse con un quinto posto. Poi, però, durante quella stagione s’iscrisse a cinque Gran Premi validi per il mondiale: non si qualificò a Monte Carlo, arrivò decima in Belgio, si ritirò per incidente in Portogallo e a Monza, a sei giri dal termine, per la rottura del motore mentre era quinta. Nonché l’unico pilota italiano rimasto in gara. L’ iscrizione al Gran Premio di Francia, invece, non fu accettata dal direttore della corsa, Raymond Roche. Perché era una donna ed era morta da poco Annie Bousquet alla 12 Ore di Reims, suscitando scandalo. In ogni caso, alla fine del 1958, Auto Italiana scommetteva su di lei come “pilota dell’avvenire”26.
Il 1959 e il ritiro dalle corse
Purtroppo, però, la stagione del 1959 fu l’ultima per Maria Teresa De Filippis. Lei non morì correndo, anzi, è morta pochi anni fa, nel 2016, quasi novantenne! (Vi ricorda qualche altro pilota quest’età?). La questione fu un’altra: Maria Teresa era stanca di veder morire i suoi più cari amici. Ed è ciò che accadde nel 1959 che la spinse a prendere la decisione di abbandonare le corse. Alla fine del 1958, aveva venduto la sua Maserati 250, per cui, nella stagione successiva, avrebbe corso con auto non sue. A Monaco riuscì a qualificarsi per il Gran Premio, ma non poté partire poiché, secondo gli organizzatori, aveva ottenuto il risultato a tempo ormai scaduto.
Quell’auto è al centro della decisione della pilota partenopea. De Filippis aveva svolto la qualifica di Monaco con la Porsche Formula 2 costruita su sua misura da Neri e Bonacini, a Modena, per volere del suo amico Jean Behra. Con quella stessa vettura, De Filippis avrebbe dovuto correre sulla pista dell’Avus, vicino a Berlino. Ma il 1° agosto al volante c’era Behra. Pioveva, l’asfalto era scivoloso; la vettura, non particolarmente stabile, il pilota francese uscì di pista e morì. Quella morte ne seguiva, come dicevamo prima, tante altre: Eugenio Castellotti, Alfonso De Portago, Luigi Musso e Peter Collins. Ecco come ebbe termine la carriera di una grandissima donna pilota.