Probabilmente il termine che meglio descrive la squadra di Brakley in questo momento è “la contendente mancata”; la W13 avrebbe dovuto essere il punto di riferimento per i mesi a venire, o almeno così avevano coraggiosamente anticipato i tecnici della stella, ma rivelandosi un progetto probabilmente errato si potrebbe concretizzare la possibilità di non vedere più la versione dalle pance minime sui tracciati del mondiale.
In fondo al tunnel non c’è luce
Sin dai test in Bahrain la freccia d’argento ha faticato a stare al passo con Red Bull e Ferrari, accaparrandosi con l’avvento delle prime tappe l’etichetta di ‘terza forza’. Tutti erano stupiti e scettici quando i due piloti inglesi della Mercedes avevano dichiarato, dopo i primi giri sulla W13, che l’evoluzione della macchina portata a Barcellona era difficile da guidare. Molti si aspettavano in breve tempo il tanto narrato ‘sblocco del potenziale’, ma di sblocco ad oggi, c’è stato ben poco. La W13 è una macchina che non va d’accordo coi cambiamenti, e che è capace di dare qualche segno di funzionamento solo in una precisa finestra, come visto nelle prove libere di Miami, dove con temperature dell’asfalto bollenti le gomme erano facili da portare in tempertura, e il progetto di Brakley si trovava più a suo agio.
Tentativi a vuoto
Riguardo ai cambiamenti non digeriti dalla monoposto, si possono citare quelli più vistosi anche agli occhi meno esperti: a Miami, infatti, la W13 era dotata di ali nuove, sia posteriore che anteriore, eppure il gap che la separava dalle vetture al comando prima della safety car era maggiore di 40 secondi, segno che ogni sforzo dei tecnici era stato pressoché vano.
Ultima chiamata
Dopo cinque gare, è chiaro che si sta avvicinando sempre di più il momento in cui i tecnici Mercedes dovranno prendere una decisione; in occasione del Gran Premio di Spagna che si terrà tra due settimane, infatti, la squadra potrebbe decidere di abbandonare il progetto dalle pance strette, oppure di continuare sulla strada percorsa fino ad ora. A riguardo si è espresso il team principal Toto Wolff: “Di base non scarterei nulla, ma dobbiamo dare ai nostri ingegneri il beneficio del dubbio, I ragazzi in fabbrica hanno prodotto grandi vetture da corsa negli anni passati e crediamo che la strada intrapresa con la W13 sia la strada da percorrere. Barcellona sarà sicuramente una pista su cui saremo in grado di correlare maggiormente i dati perché abbiamo già girato là a febbraio. Potremo raccogliere più dati“.
“Mi scoccia anche dire le stesse cose, ovvero raccogliere dati e fare esperimenti, ma si tratta di fisica, non di cose mistiche. Quindi bisogna analizzare i dati a fondo.” “Siamo impegnati a lavorare nel concetto attuale e dobbiamo esserlo ancora. Se non ci credo, se penso che ci sia un 50% di possibilità che sia sbagliato, allora bisogna cambiare subito. Siamo fedeli al concetto attuale. Non stiamo guardando gli altri team per vedere se ci sono cose che ci piacciono di più. Pensiamo che le nostre idee siano buone”.
“Però dobbiamo capire. Dobbiamo farlo prima di prendere la decisione di passare ad un altro concetto. Dobbiamo capire dove abbiamo sbagliato, dobbiamo capire qual è la parte buona e quella cattiva del nostro progetto. Questa è la domanda a cui dovremo rispondere solo noi”.
“Risponderemo a questa domanda dopo Barcellona, perché questa è la vera e unica pista in cui possiamo fare correlazione dati. Poi ci guarderemo allo specchio e ci chiederemo: ‘Abbiamo sbagliato o no?'”
Porpoising e guidabilità
Il manager austriaco si è anche espresso riguardo al fenomeno del porpoising che tanto affligge la macchina della stella, lo spiacevole ‘effetto delfino’, infatti, non si arresta come nel caso di altre vetture appena prima della staccata, bensì si protrae ad inizio frenata, rendendola difficilmente gestibile, e nel caso di curve veloci, continua anche in percorrenza; Wolff ha dichiarato: “Se si fa una passeggiata in griglia si può notare come i bordi del nostro pavimento siano molto più esposti rispetto a quelli delle altre monoposto. E questo, in un modo o nell’altro, può accentuare la possibile instabilità. Penso che sia qui dove il nostro progetto si differenzia rispetto alle altre monoposto. Chiaramente la macchina con cui abbiamo fatto i test a Barcellona è molto più lenta sulla carta, ma dobbiamo scoprire come possiamo far funzionare la monoposto attuale in modo prevedibile per i piloti“.
FONTE: Motorsport.com Italia