Max Verstappen parte dalla pole e, dopo una gara mostruosa, conquista la vittoria del Gran Premio d’Austria davanti ad un ottimo Charles Leclerc ed un redivivo Sergio Perez che, partito quindicesimo, riesce a conquistare il terzo gradino del podio. Molto buono anche il lavoro di Carlos Sainz, quarto sul traguardo ma grazie al quale, probabilmente, Leclerc non ha subìto la rimonta di Perez. Vediamo come si è svolto il Gran Premio.
Partenza: ottima chance per Leclerc
La griglia di partenza vede solo 18 vetture, poiché De Vries e Magnussen partono dai box. Partenza della gara con un’ottimo spunto per l’olandese, che riesce a tenere la prima posizione in curva 1. Alla staccata di curva 3, Leclerc tenta una staccata all’esterno, senza successo. La replica della staccata arriva in curva 5, con sfortunatamente lo stesso esito. Viene poi chiamata la Safety Car in pista a causa di molteplici detriti in curva 1 che avrebbero reso la pista poco sicura. La Safety Car passa addirittura all’interno della pit lane, così da ripulire la pista in sicurezza. Rientra ai box Yuki Tsunoda con l’alettone anteriore danneggiato, scivolando al fondo del gruppo, e così si trova la causa dei detriti, con il giapponese che colpisce la posteriore destra di Ocon e danneggia così l’ala.
Al terzo giro la Safety Car rientra ai box, dando quindi il via alla ripartenza della gara. Il gruppo prosegue in unica fila fino a curva 3, con pochi sorpassi e molti tentativi. Il migliore nel gruppo è Sergio Perez, che partito in quindicesima posizione rimonta fino alla dodicesima nell’arco di tre giri. Al sesto giro viene abilitato il DRS, ma Leclerc è già ad un secondo e mezzo dal leader, non potendolo quindi utilizzare e dovendosi difendere da Carlos Sainz a meno di mezzo secondo del monegasco. Perez continua il suo tentativo di rimonta, conquistando l’undicesima posizione solo nel corso del decimo giro e superando Russell. Ci sono molte segnalazioni per track limits, ma ufficialmente non iniziano subito le bandiere bianche e nere, che vengono inaugurate al tredicesimo giro con Lewis Hamilton.
Sainz risulta essere più veloce, tanto che l’ingegnere di pista chiede informazioni sul suo ritmo, ma Ferrari decide di rimanere con il piano iniziale e di avvantaggiare, durante il primo stint, Leclerc. Il monegasco però ha difficoltà a reggere il ritmo di Verstappen, trovandosi a 5.5 secondi.
Safety Car numero 2: la power unit di Hülkenberg abbandona la gara
Un colpo di scena arriva con il ritiro di Hülkenberg a causa di perdita di potenza, come successo a Sainz nel 2022. La direzione gara attiva la procedura di Virtual Safety Car e si fermano quasi tutti dietro la top 3, ad esclusione di Alonso, Stroll e Perez. Dopo un giro rispetto agli altri, le Ferrari si fermano ai box per cambiare le gomme, ma le soste sono di 4.4 e 4.5 secondi. La gara riparte subito dopo, con Sainz che ora scivola al sesto posto, dietro Perez, Hamilton e Norris che si trovavano alle spalle dello spagnolo.
Tante le penalità per limiti della pista
La prima penalità per limiti della pista cade come detto sulla testa di Lewis Hamilton, che dovrà scontare 5 secondi durante la sosta successiva. Subito dopo, anche Tsunoda riceve i 5 secondi di penalità per track limits, con i commissari FIA molto impegnati a verificare il comportamento dei 19 piloti nelle 10 curve dell’Austria. Sainz, invece, entra in modalità martello e sfila, uno dopo l’altro, Norris, Hamilton e Pérez per riconquistare il podio, sfruttando la gomma media nuova. Sembra però un po’ troppo per lo spagnolo, sanzionato dalla FIA con 5 secondi di penalità per aver oltrepassato troppe volte i limiti della pista. Il leader, Verstappen, si ferma al venticinquesimo giro, con le Ferrari che lo superano e Sainz che fa, seppur per poco, da tappo all’olandese.
La FIA attribuisce 5 secondi ad Ocon per un unsafe release ai box, e continua a tirare fuori bandiere bianco-nere per i limiti della pista. La gara è molto animata nel gruppo, ma Verstappen non è da meno, con l’olandese che conquista la testa della corsa al trentaquattresimo giro, passando Leclerc che scivola dopo poco intorno ai 4 secondi di distacco. De Vries spinge fuori pista Magnussen, guadagnandosi cinque secondi di penalità come Gasly, seppure per il francese sia legato ai limiti di pista.
Intorno al 40esimo giro inizia il valzer delle seconde soste, con buona parte dei piloti che si ferma e sconta così le numerose penalità. Verstappen si ferma al cinquantesimo, mantenendo la testa della corsa. Con la sosta di Perez, il gruppo di testa ha completato le soste programmate e si trova con Verstappen davanti a Leclerc e Sainz, con Norris attaccato allo spagnolo. Perez tenta di conquistare il podio, attaccandosi alla scia di Norris, con il sorpasso che giunge al 56esimo giro. Il messicano si mette quindi a caccia di Sainz per il terzo posto. Il primo a prendere una doppia penalità è Tsunoda, con 7 track limits e 10 secondi attribuiti dalla FIA.
Negli ultimi 15 giri entra in scena uno spettacolo meraviglioso tra Perez e Sainz, con lo spagnolo che tenta il tutto per tutto per difendere la posizione del terzo posto. Perez conquista però la terza posizione quando mancano circa 10 giri alla fine. Una ulteriore penalità di 5 secondi viene comminata a Sargeant, autore di una ottima gara che lo vede in tredicesima posizione.
Quando mancano 5 giri alla fine, le penalità continuano a cadere con 5 secondi per Magnussen. Max Verstappen, non contento del dominio avuto sino a quel momento, decide di fermarsi alla fine del terzultimo giro per montare le gomme soft, riemergendo con circa due secondi di vantaggio su Leclerc. Le chance del monegasco sono però nulle, con l’olandese che si lancia e conquista così vittoria e giro veloce nell’ultima tornata di gara. Leclerc conquista comunque un ottimo secondo posto a circa 5 secondi, seguito da Perez, Sainz e Norris a completare la top 5. Seguono Alonso, Hamilton, Russell, Gasly e Stroll. Fuori dalla top 10 troviamo Albon, Ocon, Sargeant, Zhou, de Vries, Bottas, Piastri, Tsunoda e Magnussen.
Verstappen allunga quindi in testa al campionato portandosi a quota 229 punti, seguito da Perez a 148 (-81 punti) ed Alonso a quota 129 (-100).