Gli anni scorsi molti tifosi avrebbero pagato oro per essere delusi da un secondo e terzo posto delle due rosse, eppure un po’ di rammarico in questa domenica sotto il sole della Florida c’è.
Chi ha seguito le discussioni prima del Gran Premio poteva immaginarsi quale avrebbe potuto essere lo scenario alla prima curva; infatti, nel venerdì e nel sabato era stato notato come, essendo una pista nuovissima, l’asfalto fuori dalla traiettoria ideale non avesse un ottimo grip, anzi. Ciò, andava a svantaggio di Sainz, il quale sarebbe partito dal lato sporco. Nonostante ciò però lo spagnolo non ha fatto una brutta partenza, gli è mancato solo l’istinto ‘killer’ per chiudere Verstappen e cercare di ritardare il sorpasso – cosa non facile in quanto avrebbe rischiato di tamponare il compagno – perché sarebbe probabilmente arrivato non tanto tempo dopo in quanto la Red Bull, con la gomma media, aveva un altro passo.
La Ferrari riesce a portare a casa un secondo e terzo posto che fa bene sia alla classifica costruttori che piloti, consapevole di aver massimizzato quanto si potesse fare nei confronti di una Red Bull che a detta del team principal Mattia Binotto ha circa due decimi al giro di velocità in più rispetto alle rosse.
Gestione gomme: variabile incerta
Nella fase iniziale con le gomme medie le Ferrari pagavano molto alle Red Bull, Leclerc infatti si era lamentato in radio dicendo che la sua F1-75 era difficile da guidare; con le dure montate nella seconda parte di gara invece i margini erano ridottissimi. Se c’è qualcosa di certo in questo campionato, è che al minimo cambio di variabile i valori in campo si possono ribaltare drasticamente, ed oggi ne abbiamo avuto l’ennesima conferma. Ciò che fa storcere il naso ai tifosi però, è che dopo le prime tre gare stagionali la gestione delle gomme sembrava essere il punto forte del team di Maranello, eppure in questo, sia a Imola che a Miami, la Scuderia ha pagato nei confronti di un’avversaria che è senz’altro più in forma, aiutata anche dagli sviluppi già apportati.
L’opacità dei pit-stop
Un’altra componente che oggi è mancata è stata quella dei pit-stop, specie se si pensa che nei primi appuntamenti i meccanici della rossa sembravano aver rosicchiato quei decimi di troppo caratteristici degli anni scorsi, questo anche grazie a centinaia di cambi gomme di allenamento in vista del campionato. Leclerc ha quasi perso un secondo da Verstappen, e a Sainz non è andata meglio: più di cinque secondi di stop che lo hanno messo in una posizione complicata rispetto a Perez, il quale è riuscito a ridurre il gap dopo un calo di potenza che gli ha reso difficile la conquista del gradino più basso del podio, ciò anche grazie ad una difesa impeccabile dello spagnolo.
Leclerc: la saggezza di accontentarsi.
Il monegasco negli ultimi giri è stato molto vicino a Verstappen, tanto da rimanere sotto il secondo col DRS per varie tornate. La velocità di punta della Red Bull però, come noto, è più elevata di quella della rossa, e questo ha costretto Leclerc a doversi accontentare e portare a casa un secondo posto, senza cadere nella frustrazione, cercando di sopperire col talento a quello che manca al mezzo, così come era successo due domeniche fa. Imola è stata una lezione cruciale per Leclerc: sbagliare e rinunciare ad un podio assicurato, e per di più davanti alla propria gente, è sicuramente stato un insegnamento che il pilota della Ferrari non scorderà, per fortuna, anche perché se si vuole battere un leone come Max Verstappen, che di errori ne fa ben pochi, bisogna anche imparare ad accontentarsi quando di più proprio non si può fare, e Charles oggi l’ha fatto dimostrando saggezza e maturità.
Sviluppi: a Barcellona si inizia a fare sul serio
Certo non è facile accontentarsi di un secondo e terzo posto, ma se si pensa che la F1-75 è pressoché la stessa vettura portata ai test pre stagionali, allora le prospettive diventano incoraggianti. Ebbene il momento di fare i bagagli e tornare nel Vecchio Continente è arrivato, e come anticipato da Mattia Binotto, la rossa di Maranello sarà vestita del suo primo pacchetto di upgrade significativo, cosa che la Red Bull ha già fatto in vari appuntamenti ma con pacchetti di sviluppo ridotti, salvo quello portato ai test in Bahrain, con cui Adrian Newey ha ‘gentilmente regalato’ circa mezzo secondo alla RB18.
Dunque, ci siamo, in Europa si iniziano a calare i primi assi, e se negli altri anni quello degli sviluppi era stato un punto debole della rossa, i nuovi upgrade delle strutture di Maranello fanno ben sperare i tecnici della squadra. La situazione sarà probabilmente tirata fino alla fine, e gli ingegneri Ferrari dovranno portare avanti l’ottimo lavoro svolto in preparazione e avvio di quest’anno, scansando distrazioni e limitando gli errori, consapevoli anche di dover rischiare più del solito, cosa che nel box di fianco stanno già facendo e continueranno a fare.