Il gioco dei sedili in Formula 1 ha avuto la meglio sul giovane Mick Schumacher, tagliato fuori dopo appena due stagioni nella massima categoria. Nel 2023 il tedesco non è riuscito a ottenere un sedile, nonostante i tanti movimenti che ci sono stati soprattutto nella “Silly Season”. L’addio di Vettel aveva aperto le danze, innescando un effetto a catena, come nel domino. Le tessere sono via via iniziate a cadere, prima con Alonso, poi con Piastri. Tutto ruotava attorno all’Aston Martin e all’Alpine. Per conoscere il secondo pilota del team francese c’è voluto parecchio, ma in quel lasso di tempo anche altre squadre hanno iniziato a muoversi perché tutto si giocava sui 20 piloti che componevano la griglia, e sulle Academy. E anche Mick era coinvolto in questa danza, perché corteggiato da un team in particolare. Un team che però ha scelto un’altra alternativa.
Un debutto deludente
Quelle di Mick Schumacher sono state due stagioni deludenti, in Haas, un team che non naviga in buone acque e nemmeno nell’oro. La prima stagione Mick la passa al fianco di un altro esordiente, Nikita Mazepin, che porta il grande sponsor russo Uralkali con se. La seconda stagione, quella 2022, Mick la passa al fianco di Kevin Magnussen, un pilota con più esperienza, arrivato in corsa subito dopo lo scoppio della guerra tra Russia e Ucraina e il conseguente licenziamento di Mazepin. Ma i risultati di Mick sono più incostanti. La macchina è quella che è, e fa fatica a portarla a punti nelle rare volte in cui ci riesce il suo compagno di squadra. Quello che però pesa di più è la mole di danni che il tedesco causa al team. Questa serie di incidenti gli costa il posto nella stagione successiva, quella 2023. Difficilmente si torna in F1 se si perde il sedile.
La Mercedes gli da fiducia
Mick lo ha provato sulla propria pelle, finendo per separarsi da Ferrari per una strada che segue le orme del padre, in Mercedes nell’ultima fase della sua carriera. La Mercedes ha preso Mick sotto la propria ala come pilota di riserva, consentendogli anche di tornare in pista – per la prima volta dopo Abu Dhabi 2022 – a Barcellona, qualche giorno fa per i test Pirelli. Un test utile sia alla Mercedes che a Mick perché gli ha permesso di comparare anche la W14, al simulatore e in pista.
Il lavoro di Mick è stato apprezzato sia dal team che dai piloti, Hamilton e Russell, che lo hanno definito una risorsa preziosa. La W14 è ancora un work in progress, e trovare la chiave per farla funzionare nel corso del weekend – e una correlazione simile tra simulazione e pista – può fare la differenza tra una top 5 e una top 3. Proprio a Barcellona il team ha colto un doppio podio molto importante.
Nonostante Mick goda della fiducia della Mercedes, trovargli un sedile per il prossimo anno risulta difficile. Quest’anno non si prevedono movimenti di sedili, e la situazione potrebbe protrarsi costringendo Mick a rimanere dietro le quinte. Ma la sua strada poteva prendere una piega diversa già dalla scorsa stagione. C’era infatti un team particolarmente interessato a lui.
AlphaTauri era interessata
Senza Gasly, andato in Alpine, l’AlphaTauri si è trovata con un sedile vuoto e poco tempo per trovare un sostituto. La prima opzione di Franz Tost era proprio Mick Schumacher – al tempo ancora legato a Ferrari – che piaceva al team principal del team di Faenza ma non a Red Bull che ha optato De Vries, scartando Mick.
“Per noi la questione Schumacher si è aperta dopo la partenza di Pierre, perché per me era chiaro che la nostra coppia di piloti sarebbe stata composta da Gasly e Tsunoda. Poi, improvvisamente, Pierre è stato ceduto all’Alpine e questo ci ha lasciato un posto vacante. Fino a Monza non era assolutamente chiaro chi sarebbe stato il nostro pilota. E ho logicamente pensato a Schumacher“, riporta Tost a Formel1.
“Mick è molto più bravo di quanto si creda dall’esterno. Tuttavia la sua candidatura è stata scartata. Ora stiamo correndo con Nyck De Vries e non c’è davvero più nulla da discutere“.
Fonte dichiarazioni: FormulaPassion